un altro mito tedesco comincia a mostrare qualche segno di debolezza. Deutsche Bank infatti, il colosso bancario che ha più di un secolo di storia, si avvia a chiudere il terzo trimestre con una perdita pre-tasse record di 6 miliardi di euro. Lo ha fatto sapere la stessa banca, sottolineando che il consiglio di amministrazione «considererà» la riduzione o l’eliminazione del dividendo per l’esercizio fiscale 2015. Il tutto mentre il nuovo numero uno John Cryan sta cercando da mesi di cambiare rotta rispetto al suo predecessore. Le perdite record nel terzo trimestre di Deutsche Bank sono in parte legate alle svalutazioni nei segmenti di corporate banking e securities. E in parte legate a due asset messi in vendita, Postbank e la quota del 19,9% che Deutsche detiene nella cinese Hua Xia Bank, svalutata di 600 milioni. Inoltre l’istituto ha fatto sapere che sta effettuando accantonamenti per contenziosi legali per un totale di 1,2 miliardi di euro.
I tagli
«La notizia non è buona e mi aspetto che gran parte di voi saranno scontenti per questo» ha detto l’amministratore delegato Cryan in una lettera aperta indirizzata ai dipendenti. Cryan, alla guida della banca dallo scorso luglio, ha promesso di tagliare i costi con piani per ridurre lo staff di circa 23.000 dipendenti, o un quarto del totale. Ma la notizia delle perdite record si è subito ripercossa sulla Borsa di Francoforte dove il titolo, giovedì, è arrivato a cedere oltre il 2% per poi risalire.
Seppur non paragonabili, visto che quanto accaduto a Volkswagen ha a che fare con uno scandalo di proporzioni mondiali, quello di Deutsche è il secondo caso nell’arco di poche settimane che va ad intaccare il mito dell’infallibilità made in Germany e della locomotiva tedesca. Che comincia a dare qualche segno di cedimento anche nei numeri macro. Ad agosto infatti la Germania ha subito un crollo dell’export del 5,2% dal +2,2% segnato a luglio, contro la stima di un -0,9%. Si tratta del calo più forte da gennaio del 2009, quando si navigava nella fase più acuta della recessione, e riflette i contraccolpi del rallentamento della Cina e degli paesi emergenti. In flessione anche le importazioni con un -3,1% dal +2,2% di luglio contro la stima di -0,6%.un altro mito tedesco comincia a mostrare qualche segno di debolezza. Deutsche Bank infatti, il colosso bancario che ha più di un secolo di storia, si avvia a chiudere il terzo trimestre con una perdita pre-tasse record di 6 miliardi di euro. Lo ha fatto sapere la stessa banca, sottolineando che il consiglio di amministrazione «considererà» la riduzione o l’eliminazione del dividendo per l’esercizio fiscale 2015. Il tutto mentre il nuovo numero uno John Cryan sta cercando da mesi di cambiare rotta rispetto al suo predecessore. Le perdite record nel terzo trimestre di Deutsche Bank sono in parte legate alle svalutazioni nei segmenti di corporate banking e securities. E in parte legate a due asset messi in vendita, Postbank e la quota del 19,9% che Deutsche detiene nella cinese Hua Xia Bank, svalutata di 600 milioni. Inoltre l’istituto ha fatto sapere che sta effettuando accantonamenti per contenziosi legali per un totale di 1,2 miliardi di euro.
I tagli
«La notizia non è buona e mi aspetto che gran parte di voi saranno scontenti per questo» ha detto l’amministratore delegato Cryan in una lettera aperta indirizzata ai dipendenti. Cryan, alla guida della banca dallo scorso luglio, ha promesso di tagliare i costi con piani per ridurre lo staff di circa 23.000 dipendenti, o un quarto del totale. Ma la notizia delle perdite record si è subito ripercossa sulla Borsa di Francoforte dove il titolo, giovedì, è arrivato a cedere oltre il 2% per poi risalire.
Seppur non paragonabili, visto che quanto accaduto a Volkswagen ha a che fare con uno scandalo di proporzioni mondiali, quello di Deutsche è il secondo caso nell’arco di poche settimane che va ad intaccare il mito dell’infallibilità made in Germany e della locomotiva tedesca. Che comincia a dare qualche segno di cedimento anche nei numeri macro. Ad agosto infatti la Germania ha subito un crollo dell’export del 5,2% dal +2,2% segnato a luglio, contro la stima di un -0,9%. Si tratta del calo più forte da gennaio del 2009, quando si navigava nella fase più acuta della recessione, e riflette i contraccolpi del rallentamento della Cina e degli paesi emergenti. In flessione anche le importazioni con un -3,1% dal +2,2% di luglio contro la stima di -0,6%.
http://www.corriere.it/economia/15_ottobre_08/miti-tedeschi-che-vacillano-deutsche-bank-perde-sei-miliardi-euro-1a08e76a-6da0-11e5-8aec-36d78f2dc604.shtml
coda succede???stiamo a guardare