MILANO
Silvio Berlusconi ieri ha assicurato che i soldi per Expo 2015 ci sono e che rientreranno nelle casse statali tutte le risorse investite. «Ci sarà un'equivalenza tra gli investimenti dello Stato nell'evento e ciò che il nostro erario incasserà a seguito del movimento di presenze e affari che verranno realizzati attraverso questa straordinaria manifestazione», ha spiegato il premier.
Una previsione che ricalca «uno studio che aveva fatto la Bocconi nel 2007 e che noi avevamo già presentato nel dossier di candidatura», ha ricordato in serata il sindaco/commissario Letizia Moratti. Insomma niente di nuovo sotto il sole. Cosi come, al netto dell'ottimismo berlusconiano, restano le incertezze sugli stanziamenti, dopo un anno e mezzo di litigi e mezze parole sul budget.
Ad oggi, infatti, il preventivo di Expo 2015 è già calato di un terzo rispetto al previsto: dai 3,2 miliardi di euro messi a dossier sulle opere relative al sito espositivo a 2 (da 4 a 3 se si considerano gli 800 milioni destinati alla gestione). Il governo, da parte sua, ha recentemente confermato lo stanziamento originario dell'esecutivo Prodi, impegnandosi a versare da qui al 2015 1,4 miliardi. L'altra metà del budget dovrebbe però arrivare dai privati ( 891 milioni) e da Regione, Provincia e comune di Milano( 851 milioni). Suiprimista facendo
moral suasion il superconsulente berlusconiano Bruno Ermolli, sui secondi è buio pesto. Perché senza deroghe al patto di stabililità gli enti locali non stanzieranno alcunchè.
Lo stesso Lucio Stanca sta cercando di limare dove può (300-400 milioni li ha tagliati dal budget per i padiglioni espositivi), puntando ad acquistare le aree su cui costruire dopo il 2015 case e la nuova sede Rai, dando così alla società di gestione una plusvalenza con cui finanziare una parte delle spese (facendosi anticipare i soldi dalle banche). Il problema però è che la trattativa con i proprietari (Fiera e gruppo Cabassi) resta in alto mare. Sulle linee metropolitane 4 e 5 pesa la stessa incognita: il governo ha finanziato la sua parte, sbloccando al Cipe 620 milioni di euro, ma non è chiaro se concederà al Comune la deroga ai vincoli di spesa del Patto per metterci la propria quota (650 milioni). Ieri sera Letizia Moratti si è detta sicura del via libera: «Non c'è nessun problema - ha spiegato il sindaco - mi è appena stato confermato a Roma in sede di comitato di coordinamento».
Non bastasse, a complicare il quadro ci si mettono i minori ricavi da biglietti: le nuove stime che verranno portate a fine aprile a Parigi parlano di un milione di visitatori in meno rispetto al dossier di candidatura. Da 21 a 20 milioni (mentre gli ingressi in fiera scenderanno da 29 a 24-28 milioni). Significa il 12% di di biglietti venduti in meno.