La Cina minaccia i mercati mondiali: cause, rischi, effetti. È davvero allarme?
Effetto domino sui mercati azionari mondiali a causa del nuovo crollo della borsa in Cina: ecco le cause, i rischi reali, le conseguenze e le prospettive per il 2016.
È bastato un solo giorno agli investitori per ricordarsi quale sia il rischio più grande per i mercati finanziari nel 2016: la Cina.
Nessuna sorpresa: il fatto che il primo “attacco di panico” del 2016 sui mercati sarebbe stato causato dalla Cina era già stato previsto da molti analisti.
Ma quali sono le cause dell’ultimo crollo del mercato cinese? E perché continua l’effetto domino sui mercati statunitensi e quelli europei?
Ecco i motivi del sell off sul mercato azionario nel primo giorno di trading del 2016, i rischi e le conseguenze a livello mondiale.
Cina, crollano i mercati: le cause
Il motore del mondo sta rallentando la sua potenza. Grazie ad anni di rapida crescita, la Cina è diventata la seconda potenza più grande al mondo. La sua espansione esplosiva ha generato effetti positivi su altre economie mondiali, soprattutto nell’America Latina, i cui Paesi forniscono a Pechino le materie prime di cui ha bisogno.
Ma oggi la Cina sta maturando, spostandosi verso un mercato più evoluto, contesto in cui la sua richiesta di materie prime è diminuita in modo rilevante.
E questo ha aumentato il timore che l’economia cinese stia rallentando ad un ritmo più veloce di quanto previsto.
Così l’ennesimo campanello d’allarme è suonato vicino le orecchie degli investitori nella giornata di lunedì, quando un report ha mostrato che il settore manifatturiero in Cina ha subito una nuova contrazione a dicembre dopo due mesi di stabilità.
Lunedì 4 gennaio 2016, la prima sessione del nuovo anno, lo Shanghai Composite ha ceduto circa il 7% in risposta all’ondata di vendite locale ed influenzando gli altri mercati mondiali.
Anche Wall Street è stata colpita, con il Dow Jones che è sceso sotto il livello di 17.000 per la prima volta da ottobre 2015.
Nelle prime ore della sessione di martedì, la PBOC - banca centrale della Cina - ha annunciato un’iniezione di liquidità nei mercati monetari per un importo di 20 miliardi di dollari.
Cina in rosso: c’è da preoccuparsi?
Nonostante gli effetti registrati sui mercati azionari a causa della Cina, il contesto non sembrerebbe dei peggiori. I ribassi sono stati considerevoli, ma gli investitori hanno visto di peggio i mesi scorsi, come ad agosto.
Ma il sell off generato durante il primo “lunedì” nero del 2016 non è peggio di molte altre sessioni di trading di dicembre.
La chiave per comprendere il problema è pensare nel lungo termine: cosa succederà domani? I grandi ribassi sono spesso seguiti da grandi ribassi.
Crollano i mercati: cosa sta succedendo?
Come anticipato, la preoccupazione più grande è generata dalle condizioni dell’economia cinese. Gli ultimi dati non sono stati incoraggianti, ma il problema è che nessuno sa con esattezza quanto grave sia la situazione, dato che il governo cinese è famoso per pubblicare dati falsati e modificati.
Non ha aiutato poi la decisione di sospendere i mercati finanziari per eccesso di ribasso.
Come se non fosse abbastanza, i rapporti tra Iran e Arabia si sono sgretolarti di nuovo, mettendo sotto pressione il Medio Oriente - area strategica per la produzione di petrolio. I prezzi dell’oro nero hanno reagito con una forte volatilità, per poi stabilizzarsi intorno ai 36.50 dollari al barile. Nel mese di dicembre la rottura del minimo a quota 35 dollari aveva causato perdite allarmanti per i titoli del settore energetico.
A rischio il mercato toro, focus sugli USA
Affianco al rischio che la Cina stia rallentando molto più velocemente di quanto gli investitori si stiano effettivamente rendendo conto, permane il rischio che l’economia globale possa essere trascinata all’interno di una recessione.
Una recessione globale può riuscire a bloccare la fase rialza dei mercati finanziari delle economie più sviluppate, soprattutto il mercato azionario degli Stati Uniti. Nonostante il 2015 sia stato l’anno peggiore dal 2008, i prezzi sono ancora alti.
I profitti delle società continuano ad essere ridotti dal dollaro forte, dalla lenta crescita globale e dal crollo dei prezzi del petrolio.
Alcuni, inoltre, sono ancora scettici sul fatto che l’economia e il mercato siano in grado di reagire al primo rialzo dei tassi della Federal Reserve in quasi un decennio. Altri sono preoccupati per l’instabilità geopolitica in Medio Oriente, soprattutto per l’ISIS e le tensioni tra l’Iran e l’Arabia Saudita.
Ma è chiaro che in questo momento è la Cina ad influenzare di più l’andamento dei mercati finanziari europei e statunitensi.
Così sforzi della Cina a volte accidentate per aprire i suoi mercati finanziari possono creare turbolenze.
Crolla il mercato cinese: effetti e prospettive. C’è da preoccuparsi?
La buona notizia è che in molti credono che la Cina stia affrontando una semplice fase di difficoltà che non può riuscire ad influenzare l’economia mondiale, e che il governo e la banca centrale hanno tutti gli strumenti in mano per gestire il periodo di debolezza transitoria.
Non solo la banca centrale ha ancora spazio per tagliare i tassi di interesse, ma il governo ha altri 3 mila miliardi di dollari da spendere nello stimolare l’economia cinese.
Non rimane che sperare che la Cina utilizzi al meglio le carte che ha in mano.
Altrimenti, il crollo dei mercati del primo lunedì dell’anno potrebbe indicare solamente che il 2016 sarà un anno molto duro per gli investitori.
ci sono tante incognite qui