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"Il generale veramente eccellente è colui che cerca la vittoria prima della battaglia: non è bravo colui che cerca il combattimento prima della vittoria. Così un esercito vittorioso è tale prima ancora di combattere, mentre un esercito destinato alla sconfitta si batte senza speranza di vittoria."

 

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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 14:49

De Andrè

Fonte: Walter Pistarini

A Genova, in Via del Campo 29r
Fino al 16/3 2014 nella Città Vecchia splenderà  il sole, quello di Faber sul palco del tour  '97 -'98



Musiche del nostro esercito - Pagina 83 <a href=Musiche del nostro esercito - Pagina 83 De_and10" />

Uno dei tarocchi usati da De André nel tour 97-98

Musiche del nostro esercito - Pagina 83 <a href=Musiche del nostro esercito - Pagina 83 De_and11" />
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 14:51

francesco1017 ha scritto:
De Andrè

De André e "Geordie", storia di un mistero

I retroscena di quell'incisione del 1966 e tutto quello che i fan di Faber hanno sempre sognato di sapere. Nel nuovo libro di Walter Pistarini

http://www.panorama.it/musica/fabrizio-de-andre-libro-storie-inediti-walter-pistarini/

Questa volta il panorama dovrebbe essere completo. Perché dopo le storie dietro le canzoni, la raccolta delle principali interviste rilasciate dal cantautore genovese e le pubblicazioni musicali della Fondazione De André, ora è arrivato il secondo libro di Walter Pistarini, Fabrizio De André. Canzoni nascoste, storie segrete, appena uscito per Giunti. Ovvero, tutte le collaborazioni con altri artisti, le colonne sonore, le sigle per i programmi televisivi, gli inediti, le diverse case discografiche. Insomma, tutto quello che i fan di Faber si sono sempre chiesti e non sapevano dove trovare risposte...

Come per esempio un mistero che si perpetua dal 1966, circa la scelta di cantare in italiano Geordie, nel lato B del 45 giri con Amore che vieni, amore che vai.

Due le stranezze: l'incisione a due voci (unico duetto in quell'anno) e l'adattamento di una canzone inglese, lingua che ignorava. Ecco cosa si legge nel volume di Pistarini:

Per molto tempo i due misteri sono rimasti senza risposta. In rete c’è stato un tentativo di ritrovare la voce femminile, Maureen Rix, per poterle chiedere lumi su questa storia. È stata cercata
perfino degli Stati Uniti, sempre senza successo.

Per una fortunosa sequenza di eventi e grazie soprattutto al libro che precede questo, Il libro del mondo, chi scrive è riuscito a rintracciare Maureen Rix in Italia. E a intervistarla
.

Che ricordi hai della Genova di allora?

La Genova degli anni Sessanta era vibrante di vita: c’era esuberanza nell’aria, si respirava la rivolta della gioventù contro le tradizioni e le formalità dei genitori e le restrizioni imposte dalle regole familiari. (...) C’erano due bar particolarmente popolari, frequentati dai giovani genovesi. C’era il bar Giavotto sotto i portici in piazza De Ferrari frequentato soprattutto da studenti universitari di sinistra e da artisti come Attilio Carreri e intellettuali eccentrici come “Mortimer The File”. Poi c’era il Baretto su corso Italia, frequentato in genere dalla gioventù della Genova bene incluso Fabrizio De André, Paolo Villaggio, Luigi Tenco e credo anche Gino Paoli.

Hai detto Fabrizio De André. Lo hai conosciuto al Baretto?

No, non al Baretto, ma in una scuola. Nel 1962 mi fu offerto un lavoro come insegnante d’inglese e assistente del professor B. Sinha alla scuola parastatale Pareto Ligure in Sampierdarena, a Genova. Il proprietario della scuola era il professor Giuseppe De André, industriale genovese, che impiegò come amministratore della scuola suo figlio Fabrizio, probabilmente perché doveva mantenere una famiglia. Si era infatti sposato (con Enrica “Puny” Rigon) e aveva avuto un figlio (Cristiano). (...) Ricordo bene il primo incontro con Fabrizio, perché fu piuttosto insolito e manifestò immediatamente il suo carattere anticonformista. Uscì dalla biblioteca, dove aveva il suo ufficio, mentre passavo e si presentò stringendomi la mano e dicendomi: “Mi sa che noi due abbiamo qualcosa in comune, abbiamo tutt’e due fatto matrimoni riparatori”. (...)

Come finiste a parlare di musica? Dopotutto tu eri un’insegnante, e lui un amministratore…
Condividevo con lui l’interesse per la musica tradizionale o folcloristica ed ero anche amante della poesia. (...) Ogni tanto gli davo un passaggio in macchina per andare in centro a Genova, perché lui non guidava. Mi raccontò che aveva perso la patente  perché aveva investito due carabinieri a cavallo in alta uniforme”! Certo che Fabrizio non faceva le cose a metà. (...)

Come si arriva a Geordie?
Nell’estate del 1965 tornai a Londra per un paio di mesi. Mentre ero lì Fabrizio mi scrisse chiedendomi di cercare dei pezzi di musica tradizionale inglese e portarli in Italia. Quando tornai, invitò mio marito e me a casa sua per sentire la musica che avevo portato con me. (...) Allora Fabrizio prese la sua chitarra e io cantai due o tre canzoni tradizionali inglesi a memoria, tra cui Geordie, mentre lui trovava subito le note. Giorgio e io facevamo da traduttori, perché Fabrizio non capiva l’inglese. La canzone che gli piacque subito fu proprio Geordie.

Come nacque invece l’idea di farne un duetto?

Non lo so esattamente, forse aveva avuto una buona impressione mentre gliela cantavo. Dopo qualche tempo Fabrizio mi telefonò a casa chiedendomi se ero disposta a farmi coinvolgere nell’incisione di Geordie in italiano. Gli risposi che ero felicissima (...).

E l’incisione come andò?
(...) Quanto a me, non avevo ancora sentito la canzone, né letto il testo! (...) Alcune cose erano cambiate dalla versione inglese: aveva sostituito il verso in cui la protagonista si diceva disposta a rinunciare ai suoi figli pur di salvare Geordie con “salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso… non ha vent’anni ancora…”, parole che cambiavano il senso della lamentela della donna ma senz’altro la ingentilivano, rendendola più consona alla sensibilità del pubblico giovanile. Dopo la prima registrazione della canzone cantata insieme da Fabrizioe me, credo piuttosto bene, i tecnici mi chiesero di correggere la pronuncia nella strofa “rubò sei cervi nel parco del re”, perché quando dicevo “parco” sembrava più che dicessi “porco”, secondo loro, suscitando anche qualche risata!

De Andrè - Geordie
https://www.youtube.com/watch?v=m41K_tv5oVA
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 15:08

De Andrè

non ricordo come ci sono arrivato............... sicuro è che la pista era quella di Pistarini.

https://www.facebook.com/LEPIUBELLEFOTODIFABRIZIODEANDRE/photos_stream

una fra tante

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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 15:11

De Andrè

spettacolo a Roma, domani

bellissima locandina

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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 15:23

Walter Pistarini: Fabrizio De André. Canzoni nascoste, storie segrete

http://www.lisolachenoncera.it/rivista/letture/fabrizio-de-andre-canzoni-nascoste-storie-segrete/#.Ux85fs9gYu8.facebook

Lo dobbiamo ammettere: ogni qual volta ci capita sotto mano un altro - ennesimo - libro su Fabrizio De André abbiamo una sorta di riflesso incondizionato, pavloviano, una domanda impellente: Ma c’è ancora qualcosa da scrivere su Faber? E il più delle volte la risposta è negativa.

Sfuggono a questa nostra involontaria autocensura poche eccezioni. Una di queste è rappresentata senz’altro dal puntiglioso e prezioso lavoro di Walter Pistarini, che torna in libreria – edito da Giunti – con Fabrizio De André.

Canzoni nascoste, storie segrete. Libro che per molti aspetti è un ideale seguito del già ricchissimo Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André. Se là veniva ricostruita minuziosamente la storia di tutte le canzoni incise dal cantautore genovese, qui invece a finire sotto la lente di ingrandimento è la produzione per così dire “nascosta”.

Il libro è diviso in quattro distinte sezioni: le canzoni cantate da Faber ma mai pubblicate durante la sua vita; le collaborazioni in progetti altrui; le partecipazioni in dischi di colleghi e, infine, un’ultima sezione dedicata a curiosità varie.

Pistarini, per esempio, ricostruisce la nascita di Senza orario e senza bandiera dei New Trolls, album che vide l’essenziale contributo di Riccardo Mannerini, il poeta genovese a cui, giustamente, Pistarini dà ampio risalto.

Ma se la presenza di Faber in Senza orario e senza bandiera era ampiamente risaputa, pochi forse sono a conoscenza che De André è stato anche l’estensore (insieme a Roberto Ferri) del testo Faccia di cane, brano con il quale sempre i new Trolls si presentarono al Festival di Sanremo nel 1985. Fabrizio però non volle cofirmare il pezzo (forse proprio perché sapeva che sarebbe stato presentata al Festival), testo che vincerà, poi, il premio della critica.

Ne parlò per la prima volta in pubblico Vittorio De Scalzi in un convegno a Garessio nel 2000.

Pistarini ha contattato lo stesso Ferri che racconta la genesi del testo e il modo di lavorare suo e di De André: ognuno scriveva un verso, lasciando all’altro la “risposta” in una sorta di ping-pong letterario!

Ecco, poi, ricostruita la genesi dei lavori per i grandi amici Beppe Grillo e Francesco Baccini. Per il primo scriverà con Mauro Pagani le musiche per lo sfortunato film Topo Galileo (del 1987). Più fruttuosa la collaborazione con Francesco Baccini.

La loro Genova Blues (Faber interverrà qua e là nel testo di Francesco) finirà nell’album di più grande successo di Baccini, Il pianoforte non è il mio forte. Un blues sulla città di Genova ma, soprattutto, sulla loro squadra del cuore, il Genoa. 

E sempre a proposito di cantautori genovesi, Pistarini si sofferma anche a raccontare la collaborazione con Max Manfredi nel brano La fiera della Maddalena. Come si sa, la canzone interamente scritta da Manfredi finirà nel disco d’esordio di quest’ultimo Max e sarà poi ripresa in Luna Persa.

C’è spazio anche per il De André traduttore: La famosa volpe azzurra, adattamento (portato avanti con l’indimenticato Sergio Bardotti) di Famous Blue Raincoat di Leonard Cohen per Ornella Vanoni; il De André dialettale: Pitzinnos in sa gherra per i Tazenda; il De André interprete (Mis amour) e quello che presta la sua voce a sostegno di progetti umanitari (MusicaItalia per l’Etiopia, Concerto per Telefono Azzurro).   

Una vera miniera di informazioni è, poi, l’ultima parte del libro.

A cominciare dall’intricatissima vicenda della Karim, la prima casa discografica di De André. A ricostruirla è Vito Vita. Davvero curioso (e poco conosciuto) è sapere che uno dei primissimi soci dell’etichetta è stato Giuseppe De Andrè, il padre di Fabrizio.

Fatto che mette sotto una nuova luce la decisione di pubblicare i primi 45 giri col solo nome Fabrizio omettendo il cognome (per anni si era pensato che ciò dipendesse dal fatto che in famiglia non si volesse far sapere di avere un figlio cantautore!).


Così come interessante è la ricostruzione della nascita dell’etichetta indipendente creata da De André e Dori Ghezzi, la FaDo nel 198
0.

Un’etichetta che pubblicherà i primi lavori dei Tempi Duri e, soprattutto, di Massimo Bubola. La FaDo avrà vita breve e chiuderà i battenti nel 1984 perché Fabrizio veniva costantemente “ricattato”: per ottenere passaggi televisivi per i suoi artisti veniva invitato (quasi obbligato, a dire il vero) a partecipare anche lui. Noto per la sua poca propensione ad apparire, De André si stufò e pose fine a quell’esperienza.

Finita la lettura del libro abbiamo l’ennesima conferma di quanto fosse maniacale il modo di lavorare del cantautore genovese (anche nei progetti altrui), la sua paura – poi vinta nel corso del tempo – per le apparizioni pubbliche, la necessità che proprio nei live tutto fosse perfetto e il più possibile vicino al suono dei dischi.

Di quanto, in definitiva, De André fosse più un vero e proprio “regista” che non un semplice cantautore (e in effetti, tutto sommato egli ha scritto piuttosto poco, quanto meno dopo il 1975).

Da questo punto di vista uno dei ritratti più belli e veritieri lo possiamo leggere nell’intervista di Carlo Facchini: “Come artista, lo paragonerei a un grande regista. Fabrizio aveva una straordinaria capacità di concepire un progetto, di indirizzare e guidare chi lavorava con lui”.

Le parole di Facchini ci permettono di sottolineare un altro pregio del lavoro di Pistarini.

Spesso, egli, infatti preferisce mettersi dietro, nascondere il proprio ego e lasciare parlare i protagonisti delle vicende.

O addirittura lascia la parola ad altri coautori (come Laura Monferdini - qui nella foto con l'autore del libro - che si prodiga nella descrizione della cimma, uno dei piatti tipici della cucina ligure).

Proprio nel precedente lavoro Pistarini ha persino chiesto in qualche modo aiuto ai lettori, facendosi segnalare eventuali errori od omissioni. Altro aspetto che non può che farci provare simpatia per il suo prezioso lavoro![/b]
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 16:29

Utagawa ha scritto:

Ringrazio te e Francesco Smile  Di questo passo il Generale dovra' cambiare il nome del blog in CSI Faber....
Effettivamente c'è un movimento culturale in questo forum e in ognuno di noi. Un 'fermento' di conoscenza e di 'partecipazione' inondativa... Smile
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 16:51

Prendiamoci una boccata di ossigeno bianca bianca bianca
Poi ritorniamo sull'argomento Very Happy Very Happy Very Happy

Minnie the moocher fu il primo album jazz a vendere un milione di copie
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 23:27

Fabrizio De Andrè

La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.
-- Fabrizio De André


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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 23:35

Fabrizio De Andrè


Walter Pistarini

Guida all'ascolto di tutte le canzoni di De Andrè shocked shocked shocked shocked shocked ....18 minuti. Solo per appassionati

https://www.facebook.com/video.php?v=10200942463395745&set=vb.552908581418820&type=2&theater
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MessaggioTitolo: Re: Musiche del nostro esercito   Musiche del nostro esercito - Pagina 83 Icon_minitimeVen 14 Nov 2014 - 23:36

Fabrizio De Andrè

La città vecchia

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