Mariella Burani: i pm chiedono il fallimento della controllante olandese
Depositata l'istanza. Walter Burani e il figlio Giovanni sono indagati per aggiotaggio e falso in bilancio
Walter Burani (Imec)MILANO - I pm di Milano Luigi Orsi e Mauro Clerici hanno depositato l'istanza di fallimento nei confronti di Bdh, Burani Designer Holding N.V., con sede ad Amsterdam, una della holding a monte della catena di controllo di Mariella Burani Fashion Group. La società di diritto olandese, secondo la procura, in realtà ha sede a Milano.
L'ISTANZA - L'istanza di fallimento è stata depositata nella cancelleria della sezione fallimentare del tribunale di Milano. Secondo i due Pm la holding olandese ha sede effettiva negli uffici milanesi di via Verri dove si trovano peraltro i libri contabili. Nella richiesta di fallimento della Procura Burani Designer Holding risulta avere «un patrimonio netto negativo», ed essere indebitata nei confronti di Mariella Burani Fashion Group, la sua sub holding, per un importo di circa 5 milioni di euro e verso il sistema bancario. L'eventuale fallimento di Bdh potrebbe avere un effetto domino sul gruppo. Ora verrà nominato un giudice che si occuperà della vicenda: fisserà un'udienza per appurare se la holding olandese è in grado di cancellare le passività già scadute eventualmente presentando anche una proposta di accordi di ristrutturazione del debito o procedure analoghe.
L'INCHIESTA - Ma nubi scure si addensano anche sulla Mariella Burani Fashion Group. Walter Burani, presidente della società e il figlio Giovanni, ex amministratore delegato con delega alla finanza, sono indagati, insieme a una terza persona, per i reati di aggiotaggio, falso in bilancio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza e frode fiscale. I pm prima di Natale avevano disposto la perquisizione delle sedi milanesi del gruppo in via Montenapoleone e via Verri, nelle quali la Finanza aveva sequestrato computer e documentazione. Sotto la lente della magistratura c'è la complessa galassia societaria che ruota attorno alla famiglia reggiana (e di cui fanno parte anche le società quotate Bioera e Greenvision). Un impero cresciuto attraverso acquisizioni e svariate operazioni finanziarie e che, secondo ricostruzioni pubblicate dal quotidiano La Stampa in questi giorni, avrebbe accumulato ormai un forte indebitamento superiore al miliardo di euro.
FORTE INDEBITAMENTO - Solo su Mariella Burani fashion group pesano almeno mezzo miliardo di euro di debiti e le oltre 40 banche creditrici hanno chiesto alla famiglia Burani, che detiene il 71% della società, di ricapitalizzare. Il tira e molla va avanti da mesi e fino ad ora i Burani, nonostante l'asserita disponibilità a mettere i soldi (per i quali sono in trattativa con una finanziaria libanese), non hanno depositato i 50 milioni in un conto vincolato. Il quadro è confuso, la società abbottonata e in ambienti bancari si evidenziano problemi di governance e si legge la mancata ricapitalizzazione come un segno di sfiducia nel gruppo. Fonti vicine all'azienda hanno continuato a ribadire che i soldi arriveranno e che il ritardo è legato a «tempi tecnici». La crisi, già grave, è precipitata quando Mediobanca, da mesi advisor dei Burani nella ristrutturazione del debito, a fine anno ha rimesso il mandato. Attorno alla società sono stati visti muoversi Franco Tatò e Lucia Morselli assieme alla Compagnia Finanziaria. E proprio a loro potrebbe essere affidato il compito di riprendere in mano il filo della trattativa con le banche se, dopo un periodo di riflessione, l'ex manager dell'Enel sciogliesse la riserva e accettasse l'incarico. In ogni caso la società ha promesso di informare il mercato con una nota.