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"Il trucco è mettere in chiaro la differenza tra ciò che voi volete che accada e quello che sapete che accadrà."
"Il generale veramente eccellente è colui che cerca la vittoria prima della battaglia: non è bravo colui che cerca il combattimento prima della vittoria. Così un esercito vittorioso è tale prima ancora di combattere, mentre un esercito destinato alla sconfitta si batte senza speranza di vittoria."

 

 Le notizie di jara

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arcobaleno
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeMar 24 Ago 2010 - 15:00

Buongiorno Signori e Signore tutte...
Vi riporto una notizia dell' Ansa, interessante direi...
Buon Pomeriggio Arcobaleno...

ANSA.it > Politica > News
Famiglia Cristiana: Berlusconismo e' distruggere chi dissente
24 agosto, 14:28
ROMA - Nell'Italia di Berlusconi "comanda solo lui", a differenza delle attuali democrazie "in cui nessun potere può arrogarsi il diritto di fare quello che vuole". Così Famiglia Cristiana interpreta, nel numero in uscita domani, la situazione politica, in un editoriale intitolato 'Il Cavaliere rampante e la Costituzione dimezzata - Verso le elezioni. La sfida del premier'. Il settimanale dei paolini risponde all'invito espresso da Gian Enrico Rusconi su La Stampa ai cattolici a "fare autocritica". "Su che cosa, in particolare? - chiede Famiglia Cristiana -. La discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico (o, per meglio dire, il voto democristiano). Quale delle due metà deve fare "autocritica"- si chiede il settimanale dei paolini: quella che ha scelto il Cavaliere, o quella che si è divisa fra il Centro e la Sinistra, piena di magoni sui temi 'non negoziabili' sui quali la Chiesa insiste in questi anni?". Il settimanale cattolico cita in proposito Ivan Illich, famoso sacerdote, teologo e sociologo critico della modernità, che distingueva fra difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e ogni altro aspetto della vita personale o comunitaria, a cui un sistema sociale e politico deve provvedere. "Il berlusconismo - afferma - sembra averne fatto una regola: se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all'embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il 'metodo Boffo' (chi dissente va distrutto) è fatto apposta".
IN ITALIA COMANDA SOLO BERLUSCONI - "Berlusconi ha detto chiaro e tondo che nel cammino verso le elezioni anticipate - qualora il piano dei 'cinque punti' non riceva rapidamente la fiducia del Parlamento - non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai 'formalismi costituzionali'. Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in Italia comanda solo lui, grazie alla 'sovranita' popolaré che finora lo ha votato
. La Costituzione in realtà dice: 'La sovranita' appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzioné. Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro 'formalismo' ", si legge nell'editoriale.
La regola del ''berlusconismo''? Per Famiglia Cristiana e' indicativo il ''metodo'' seguito con l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo: ''Chi dissente, va distrutto''. Il settimanale dei paolini lo scrive nell'editoriale del prossimo numero, nel quale tra l'altro si osserva come di fronte all'ipotesi di elezioni anticipate, il mondo cattolico si ritrova spaccato in due, non per proprie colpe, ma quale effetto della discesa in campo di Berlusconi.

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arcobaleno
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeMar 24 Ago 2010 - 18:23

Ancora Ciao a tutti....
news

Live News >> WSI
Baltic Dry Index in netto rialzo, silenzio dei ribassisti
L'indicatore che misura la circolazione delle merci non liquide sfuse nei cargo marittimi aveva fatto temere il peggio per le sorti dell'economia globale. In due settimane ha cambiato rotta rispetto ai minimi toccati a inizio luglio. Ma...
Aveva fatto temere il peggio, tanto da esser tornato a luglio scorso sui minimi del maggio 2009. Ma sono bastate due settimane per un cambio di rotta repentino che ha implicazioni sulla ripresa economica, data in depressione.

Stiamo parlando del Baltic Dry Index, monitorato speciale per capire a livello tendenziale dove e' destinata a parare la congiuntura economica. L'indice fornisce infatti una fotografia dell'andamento dei costi del trasporto marittimo, in modo particolare delle navi cargo porta-container che fanno viaggiare merci non liquide sfuse lungo le principali rotte mondiali e non solo quelle del Mar Baltico, come il nome potrebbe far pensare.

Qualche settimana fa WSI scrisse un articolo sul Baltic Dry Index che scateno' una polemica e decine di commenti da parte dei lettori, alcuni dei quali molto irritati dal nostro titolo un po' sprezzante (Lettura vietata agli **BLIP** ottimisti: Baltic Dry Index ai minimi di 14 mesi).

L'indicatore e' utile per capire l'andamento di domanda e offerta effettive di materie prime e prodotti agricoli come carbone, ferro e grano ben al di la' dei "manipolati e manipolabili" rialzi o ribassi in borsa. La corsa del BDI e' cominciata dal 27 luglio scorso. Merito della domanda di acciaio. In barba ai dubbi sulle richieste dalla Cina data da tutti i centrri studi economici in forte rallentamento (scorte in aumento, generalizzata ripresa economica che procede a rilento e segnali di consolidamento del settore acciaifero cinese) i prezzi di ferro e acciaio stanno aumentando.

Cio' suggerisce che laddove c'e' domanda di acciaio ce ne sara' sempre per le altre materie prime e di conseguenza le navi cargo continueranno a percorrere le loro rotte piuttosto cariche. I mesi di agosto e settembre possono dunque fornire spunti interessanti per le commodities, comprese quelle non liquide sfuse.

Un consiglio: va bene monitorare questo indice. Offre una chiave di lettura in piu' sull'attuale congiuntura economica globale. L'importante e' non usarlo a supporto delle proprie tesi quando piu' fa comodo, in salita o in discesa che sia. Infatti dai ribassisti che gioivano a maggio, stavolta non e' arrivato alcun commento. Forse perche' sono ancora in vacanza?
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeMar 24 Ago 2010 - 20:28

LA BANCAROTTA DELLA TERRA
Le notizie di jara - Pagina 29 Oversh10
L'uomo sta consumando la Terra. Quanto manca perché un qualsiasi
Paese vada in default per fame? Perché si diffonda la bancarotta
alimentare? Le decine di "Stati Falliti"
dal punto di vista economico non sono nulla in confronto a quelli che
falliranno per la mancanza di sostenibilità del loro territorio. Gli
Stati morti di fame. Mathis Wackernagel ogni anno ci informa di quando
cade l' "Overshoot Day",
il giorno in cui sono state utilizzate tutte le risorse prodotte dalla
Terra in un anno. Nel 2010 cade oggi, il 21 agosto, quattro mesi prima
della fine dell'anno e un mese prima rispetto al 2009. Ci vorrebbe un
pianeta e mezzo per coprire l'attuale fabbisogno pari al 150%.
Non abbiamo scelta: o emigriamo su Marte, come suggerisce Stephen Hawking, o usiamo le risorse in modo responsabile. Il cemento non si mangia e il CO2 non si respira.


Intervista a Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network.

"Sono Mathis Wackernagel del Global Footprint Network. Il 21 agosto raggiungeremo il giorno dell'Overshoot Day 2010, il giorno in cui le risorse utilizzate a partire dal primo gennaio 2010 saranno pari a ciò che la Terra è in grado di rigenerare in un anno intero. Calcoliamo integralmente gli indicatori dell'impronta ecologica
ogni anno per tener conto dei nuovi dati e del miglioramento delle
metodologie di calcolo. Il nostro metodo tenta di non sovrastimare il
calcolo del giorno dell'overshoot. Ogniqualvolta non c'è certezza, sottostimiamo il sovraconsumo di risorse da parte dell'umanità.
Oggi
c'è una maggiore consapevolezza del fatto che l'aumento della
concentrazione di CO2 nell'atmosfera è dovuto all'aumento delle
emissioni di CO2 da parte degli esseri umani, le riserve di pesca sono minacciate, le riserve di acqua potabile
sono sempre più scarse in molti luoghi del mondo, abbiamo città più
popolose, eccetera. Questi sono i sintomi ecologici. Tali sintomi si
manifestano in economia in primo luogo nelle economie vulnerabili.
Posti dove le risorse diventano davvero scarse vedono aumenti repentini del prezzo del cibo,
come si è visto poco tempo fa, anche a causa dell'aumento del costo
dell'energia. Le persone ai margini sono maggiormente colpite da questi
fenomeni.
Haiti, per esempio, si trovava in una
situazione molto debole fin da prima del terremoto. Poi è stata colpita
da questa disastrosa calamità. È molto difficile per un Paese così
uscire dalla condizione di scarsità di risorse e devastazione economica.
È
però possibile affrontare questo problema. Tutto dipenderà dalle
priorità e dal valore che assegneremo alle azioni sulle quali
intendiamo investire. Se non si considera come massima priorità invertire il trend, sarà molto difficile per qualsiasi Paese migliorare la propria situazione.
Ciò
che mi sorprende maggiormente è il fatto che i Paesi non hanno ancora
preso consapevolezza di quanto tutto ciò li interessi. Se non si
adattano oggi le economie dei Paesi alla scarsità di risorse che si
prospetta all'orizzonte, i Paesi non saranno pronti.
Non c'è bisogno di un accordo internazionale per preparare il proprio Paese. Si potrebbe dire: "Aspetta il consenso globale e manda all'aria il tuo futuro!". Se si guarda al trend di consumo di risorse del proprio Paese,
ci si rende conto che obiettivi più stringenti per la riduzione del
consumo rispondono agli interessi del Paese stesso meglio di quanto
accordi come quello di Cancun o altri saranno mai in grado di fare". Mathis Wackernag

Dal Blog di Beppe Grillo
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arcobaleno
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeGio 26 Ago 2010 - 18:32

Buongiorno gente...
sentite questa... che non credo sia nuova ma condita solo con altri dettagli...
news
Ciao Arcobaleno. salutare

Monitor >> Opinioni
Gli Usa? Sono gia' in bancarotta. Molto peggio della Grecia
La provocazione arriva come uno schiaffo da un professore della Boston University, Laurence J. Kotlikoff. La tesi: il deficit fiscale americano e' 15 volte superiore a quello ufficiale. Per cui serve un piano subito che passi da un astronomico rialzo delle tasse e da un'enorme quantita' di moneta da stampare. Le conseguenze...


Pubblicato il 25 agosto 2010 | Ora 22:25
Fonte: WSI

Inutile temere sul futuro dell'economia americana. Gli Stati Uniti sono gia' in bancarotta. La dichiarazione e' forte e non vuole certo gettare panico tra gli operatori. Ma val la pena capire le basi del ragionamento di colui che lancia l'allarme (a dire il vero, non e' il solo) dalle colonne di Bloomberg: Laurence J. Kotlikoff, professore di economia alla Boston University.

L'idea chiave e' la seguente: il deficit di bilancio Usa e' 15 volte superiore a quello ufficiale. Una possibile soluzione per rimettere ordine passa attraverso quattro mosse, purche' siano "radicali" e riguardino tasse, settore della salute, sistema pensionistico e comparto finanziario.

Andiamo con ordine, partendo da una nota del mese scorso del Fondo Monetario Internazionale sulle politiche economiche degli Stati Uniti. Nel sommario di questo rapporto annuale, ricorda Kolikoff, c'era l'invito alla classe politica a una stabilizzazione fiscale attraverso aggiustamenti "piu' ampi dei costi stimati". Un esempio: "chiudere il deficit richiede un aggiustamento fiscale permanente del 14% del Pil Usa su base annuale". Insomma, per ripianare tale deficit, frutto della differenza tra spese e ricavi programmati per il futuro, secondo il professore di economia, sarebbe necessario un immediato e permanente raddoppio di redditi personali e tasse federali e aziendali.

Un simile aumento delle tasse porterrebbe gli Stati Uniti a un surplus del 5% del Pil quest'anno invece di un deficit del 9%. Parafrasando la nota del Fmi, Kolikoff suggerisce che gli Usa hanno bisogno di una bella fetta di surplus per un bel po' di anni per poter pagare le spese di bilancio. E piu' si aspetta per porre rimedio alla situazione fiscale attuale piu' la stessa peggiorera'.

Il disavanzo fiscale calcolato dal professore della Boston University e' 15 volte superiore a quello ufficiale: $202 mila miliardi. Si tratta di una discrepanza "non sorprendente: riflette cio' che gli economisti chiamano "labeling problem". E' un po' come se tutto dipendesse da che cosa prendere in considerazione per ottenere un determinato dato. "Il Congresso e' stato molto attento negli ultimi anni ad etichettare i suoi passivi in modo tale da tenerli al di fuori dal proprio bilancio e cosi' fara' nel futuro" ha spiegato Kolikoff.

Perche' la cifra e' cosi' ampia? Semplice, spiega l'economista: negli Usa ci sono 78 milioni di baby boomer che, quando saranno tutti in pensione, riceveranno benefici in termini di Social Security, Medicare e Medicaid. Tutti programmi statali il cui costo superera' il Pil pro capite: $4 mila miliardi all'anno. "L'economia americana potra' anche crescere da qui a 20 anni ma mai cosi' tanto da poter gestire costi di questa portata anno dopo anno", ha scritto su Bloomberg il professore. "Questo e' il risultato dell'applicazione di una sorta di Schema Ponzi che va avanti da 60 anni: prendere risorse dalla popolazione piu' giovane per darla a quella piu' vecchia". E citando Herb Stein, presidente dello staff degli economisti alla Casa Bianca ai tempi di Richard Nixon, Kolikoff avverte: "cio' che non puo' andare avanti verra' fermato".

Il punto e' che lo si fermera' troppo tardi e con modalita' non piacevoli. Tre le possibilita': "ingente sforbiciata dei benefici legati al pensionamento dei baby boomer, incremento astronomico delle tasse e enorme quantita' di moneta da stampare da parte del governo per coprire i buchi nei propri conti".

Insomma, un piano lacrime e sangue che non solo ricorda la situazione greca, peggio. Poverta', tasse, costo del denaro e inflazione cresceranno, una strada "terribile" da percorrere senza se e senza ma perche' gli "Stati Uniti si trovano in una situazione fiscale peggiore della Grecia".

L'economista conclude criticando i keynesiani convinti che stimoli fiscali ulteriori non inficerebbero la capacita' di gestione del deficit stesso. "Il nostro paese e' finito", e' la perentoria conclusione.
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeVen 27 Ago 2010 - 12:53

Buongiorno Signori tutti...
Anche questa è indice della situazione che si sta vivendo...
Ciao e Buon pomeriggio, Arcobaleno. salutare sunny ypnosi

Live News >> WSI
Roubini: "Pil Usa terzo trimestre ben al di sotto dell'1%". E prosegue la fuga dai fondi azionari
Se confermato, il dato spingerebbe al 40% le probabilita' di una nuova recessione per l'economia americana. Intanto, fuggi-fuggi dalla borsa: per la 16esima settimana consecutiva sono aumentati i riscatti dai fondi azionari, il che porta il totale a un deflusso record di 50 miliardi anno su anno.


Pubblicato il 27 agosto 2010 | Ora 07:23
Fonte: AGI/WSI

Il PIL Usa del terzo trimestre potrebbe essere ben al di sotto dell'1%. Se confermato, il dato spingerebbe al 40% le probabilita' di una nuova recessione per l'economia americana. La stima e' di Nouriel Roubini, professore di Economia a New York, che aveva previsto la crisi finanziaria globale del 2008. L'economista ritiene che il governo Usa rivedra' al ribasso la lettura del secondo trimestre all'1.2% "nel migliore dei casi".

Intanto, mentre l'economia rallenta, arrivano conferme della disaffezione degli investitori per la borsa, scansata a vantaggio dei bond. Nell'ultima settimana il deflusso di capitali dai fondi azionari Usa ha raggiunto i 2,7 miliardi di dollari. Si tratta, secondo un rapporto di ICI, una societa' specializzata, della 16esima settimana consecutiva di riscatti dagli azionari, il che porta il totale alla cifra record negativa di 50 miliardi di deflusso anno su anno. E' dal 28 aprile che i fondi azionari Usa non registrano apporti netti di capitale dagli investitori.

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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeSab 28 Ago 2010 - 14:25

Signori e Signore buongiorno a voi...
Sarà perchè guardo pochissimo la Tv o niente addirittura, che sento poco parlare di questo genere di notizie sugli altri media.
Ora... io sento quasi un obbligo "morale" di condividerle con voi tutti ciò che ho appreso e conosciuto attraverso internet (strumento simbolo di democrazia), affinchè ognuno poi, possa rielaborare al meglio la notizia.
Credo sia molto importante per noi tutti.
Buon pomeriggio a voi... Arcobaleno.
salutare bianca

ANSA.it > Economia > News
Spesa per le famiglie, Italia cenerentola d'Europa
Con Portogallo-Spagna. si spende 1,2-1,4% Pil, la media Ue 2,1%


28 agosto, 13:03 di Manuela Tulli

ROMA - Italia cenerentola d'Europa: nel nostro Paese la famiglia e la maternita' non sono le voci del bilancio che impegnano maggiormente la spesa pubblica. Anzi, nella Ue a 15 l'Italia risulta, insieme con la Spagna e il Portogallo, fanalino di coda per la spesa in rapporto al prodotto interno lordo. Per la famiglia e la maternita' l'Italia spende infatti solo l'1,2% del Pil, quando in Europa si spende decisamente di piu' (2,1% nella Ue a 15 e 2,0% nella Ue a 27). A fotografare la situazione della spesa per la famiglia in Italia e negli altri Paesi europei e' il ministero dell'Economia nell'ultima ''Relazione Generale sulla situazione economica del Paese 2009''. Il dato comparato tra i vari Paesi piu' aggiornato risale al 2007, anche se la Relazione offre ''un aggiornamento al 2009 dei soli dati relativi all'Italia'' dai quali emerge che lo scorso anno la spesa per la famiglia e' salita all'1,4%. Non disponendo dei dati comparati non si sa se con quello 0,2% in piu' l'Italia ha scalato qualche posto della classifica, dalla posizione di coda, ma e' evidente che questo risultato resta ancora lontano dal 3,7% di spesa sul Pil registrato in Danimarca o dal 3% in Svezia.
In ogni modo, pur escludendo i Paesi scandinavi che hanno una tradizione di welfare di un certo peso, l'1,2-1,4% dell'Italia resta lontano anche dal 2,5% della Francia, per fare un esempio, o del 2,8% della Germania, dove in ogni caso si spende il doppio per la famiglia rispetto al nostro Paese. Per quanto riguarda invece la quota di spesa nell'ambito di tutte le prestazioni di protezione sociale, l'Italia tra i 27 Paesi europei precede solo la Polonia: nel nostro Paese, infatti, la quota per la famiglia e la maternita', nell'ambito della spesa per welfare, pesa il 4,7% (in Polonia il 4,5%). Mentre la media complessiva dei Paesi europei e' dell'8%. Se poi si guarda alle voci del Bilancio dello Stato, e in particolare a quelle delle prestazioni di protezione sociale, emerge che nel 2009 la spesa pubblica per assegni familiari e' scesa a 6,390 miliardi di euro dai 6,675 del 2008 (-4,3%). In calo anche la spesa per l'indennita' di maternita', che e' in un'unica voce di bilancio assieme all'indennita' di malattia e per infortuni: la riduzione delle uscite e' stata nel 2009 del 2,5% rispetto al 2008.
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeSab 28 Ago 2010 - 14:38

arcobaleno ha scritto:
Buongiorno Signori tutti...
Anche questa è indice della situazione che si sta vivendo...
Ciao e Buon pomeriggio, Arcobaleno. salutare sunny ypnosi

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Roubini: "Pil Usa terzo trimestre ben al di sotto dell'1%". E prosegue la fuga dai fondi azionari
Se confermato, il dato spingerebbe al 40% le probabilita' di una nuova recessione per l'economia americana. Intanto, fuggi-fuggi dalla borsa: per la 16esima settimana consecutiva sono aumentati i riscatti dai fondi azionari, il che porta il totale a un deflusso record di 50 miliardi anno su anno.


Pubblicato il 27 agosto 2010 | Ora 07:23
Fonte: AGI/WSI

Il PIL Usa del terzo trimestre potrebbe essere ben al di sotto dell'1%. Se confermato, il dato spingerebbe al 40% le probabilita' di una nuova recessione per l'economia americana. La stima e' di Nouriel Roubini, professore di Economia a New York, che aveva previsto la crisi finanziaria globale del 2008. L'economista ritiene che il governo Usa rivedra' al ribasso la lettura del secondo trimestre all'1.2% "nel migliore dei casi".

Intanto, mentre l'economia rallenta, arrivano conferme della disaffezione degli investitori per la borsa, scansata a vantaggio dei bond. Nell'ultima settimana il deflusso di capitali dai fondi azionari Usa ha raggiunto i 2,7 miliardi di dollari. Si tratta, secondo un rapporto di ICI, una societa' specializzata, della 16esima settimana consecutiva di riscatti dagli azionari, il che porta il totale alla cifra record negativa di 50 miliardi di deflusso anno su anno. E' dal 28 aprile che i fondi azionari Usa non registrano apporti netti di capitale dagli investitori.


affraid

Vai così fratello Roubini...

Se doveva cadere cadeva subito, non facevo 20000 piroette sul supporto...

Son solo dei furbacchioni, e lo sanno, sai quanto avranno riso ieri...

euforico

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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeSab 28 Ago 2010 - 16:14

Un economista monco per Obama

STEFANO LEPRI
Le notizie di jara - Pagina 29 Pixel
Chissà
se Barack Obama avrà ripensato all’acida battuta (oggi inutilizzabile
per rispetto alle disabilità) del suo predecessore Harry Truman, che
una sessantina d’anni fa sbottò di volere come consigliere un
economista monco. In inglese l’espressione «da una mano... dall’altra
mano» serve per illustrare i pro e i contro a una determinata scelta; e
Truman, uomo semplice esasperato da decisioni complicate, sognava
qualcuno che gli offrisse suggerimenti univoci, «con una mano sola».
Quel modo di dire frequentissimo compare una sola volta, a pagina 3,
nel discorso che Ben Bernanke ha pronunciato ieri a Jackson Hole;
l’incertezza sul da farsi permea tutte le sue parole, grazie ad altre
immagini, tipo le medicine e i loro effetti collaterali dannosi.
All’italiana, Bernanke ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte.
Non si sa bene che cosa fare, per evitare che il passo dell’economia
americana continui a rallentare nella seconda metà dell’anno. I
disoccupati ufficiali restano al 9,5%, ovvero 14,6 milioni di persone.
Secondo un calcolo molto in voga negli Stati Uniti sono in realtà circa
il doppio gli uomini e le donne in realtà disposti a lavorare qualora
se ne presentasse l’occasione.

Non pare esserci rimedio sicuro per ridurre questo enorme spreco di
risorse e sciupio di vite. Sarebbe sbagliato però darne la colpa alla
banca centrale americana, e tanto meno al suo presidente, persona
stimatissima nel mondo a dispetto di alcuni errori commessi prima della
crisi. Sulla Federal Reserve si riversa al momento tutto il peso di una
incertezza della politica. All’apparenza, si tratta di una incertezza
transitoria, in vista delle elezioni di novembre che potrebbero andare
male per il partito democratico di Obama. La Casa Bianca non può
spendere nuovi soldi per stimolare l’economia e rimettere al lavoro i
disoccupati, perché rafforzerebbe l’argomento dell’opposizione
repubblicana che la politica di Obama significa tasse più alte in
futuro; tuttavia senza «stimolo» probabilmente perderà il voto di molti
disoccupati. Qualsiasi sia l’esito del voto, tuttavia, è difficile
immaginare equilibri politici a Washington capaci di generare soluzioni
efficaci. Non è transitorio il dilemma che la fase politica rivela, e
che sta davanti alle autorità americane come, in diverso modo, a quelle
di tutti i Paesi ricchi. Con gli interventi anticrisi presi tra il 2008
e il 2009 la spesa pubblica in deficit ha evitato una recessione
sconvolgente come quella degli Anni 30. Quegli interventi hanno
aggravato le condizioni del debito, diffondendo per il pianeta
preoccupazioni sulla credibilità finanziaria di quasi tutti gli Stati.

Ora si constata che la dose di medicina non basta ad assicurare un
pronto ritorno al livello di benessere precedente alla crisi.
Somministrare una dose aggiuntiva di spesa in deficit comporta la grave
controindicazione di più tasse nel futuro, con rischi di una catastrofe
da sfiducia nel debito pubblico se non si avrà il coraggio di
deciderle. Negli Stati Uniti il dilemma è più netto che nell’Europa
protetta dal Welfare, perché le sofferenze della crisi si esprimono per
gran parte nell’aumento dei disoccupati, mentre la classe media
occupata non è disponibile a pagare più tasse a beneficio degli
esclusi. All’impotenza della politica la Federal Reserve viene chiamata
a supplire, con differenti farmaci dotati a loro volta di gravi
inconvenienti: i bassi tassi di interesse che favoriscono la
speculazione forse più della sana produzione, gli interventi «non
convenzionali» che drogano i mercati e contengono anch’essi il rischio
di un aumento del debito pubblico. Bernanke garantisce che non esiterà
ad agire ogni volta che i vantaggi supereranno gli svantaggi; si ha
fiducia che sia un medico abbastanza esperto da valutare il momento
opportuno, ma deve curare una malattia con pochi precedenti. Gli
eventuali errori comporterebbero elevati pericoli di instabilità
finanziaria. Entrati nel quarto anno della crisi, tutto questo discorso
di rimedi e di controindicazioni ci dice che per i Paesi avanzati è
davvero finita un’epoca.

Forse non torneremo mai più ricchi come prima (dovrebbe ragionarci per
prima l’Italia, dove il prodotto lordo pro capite, secondo l’Istat, era
in calo già dal 2002); avanzamenti in qualche campo dovranno essere
controbilanciati da rinunce in qualche altro campo, e la scelta sarà
penosa. Negli Usa, in più, esiste un problema di ripartizione sociale
dei sacrifici che non appare facile da risolvere. Come ha osservato il
grande economista liberista (insegna a Chicago) Raghuram Rajan, è
l’assenza di efficaci strumenti di Welfare a rendere così aspro il
dibattito pro e contro lo «stimolo» sia con gli strumenti del governo
sia con quelli della banca centrale. Di qua dall’Atlantico, giova a
chiarirci il senso di altre scelte che stanno di fronte a noi.
Fonte: La Stampa .it
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 29 Icon_minitimeSab 28 Ago 2010 - 17:55

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Borsa, S&P 500: «In arrivo un capitombolo da -57% a quota 450. Si torna ai livelli del 1982»
Altro che paragone con la crisi giapponese. Gli Stati Uniti versano in acque ben peggiori. La riprova avverra' tra qualche mese, quando l'ISM manifatturiero scendera' sotto i 50 punti, segno di recessione. L'analisi di Albert Edwards (Société Générale). Si consiglia ad un pubblico maturo.

Pubblicato il 26 agosto 2010 | Ora 20:47
Fonte: WSI

Non e' la prima volta che alcuni economisti dicono di intravedere per gli Stati Uniti lo spettro della crisi con cui ancora il Giappone si trova a dover fare i conti dopo due decenni. Ma forse mai nessuno si era spinto oltre dicendo che quanto toccato a Tokyo e dintorni non e' stato nulla rispetto a quanto accadra' agli Usa.

A tracciare questo quadro tutt'altro che entusiasmante e' Albert Edwards, global strategist della divisione Corporate & Investment Banking di Société Générale, che previde agli atti ha la corretta previsione della crisi asiatica del 1998. Dal suo ufficio di Londra, dove lavora, Edwards ha lanciato una previsione che sfida quella dei money manager piu' ribassisti di Wall Street: "L'S&P 500 potrebbe capitombolare fino a quota 450 punti, cioe' al livello del 1982". Rispetto ai valori attuali significa un ritracciamento del 57% circa. Perche? "Gli Stati Uniti si trovano in una situazione molto molto peggiore di quella verificatasi in Giappone".

"Il mercato orso non ha ancora raggiunto la fine. E' da tempo che sosteniamo che il processo di sgonfiamento di bolle (de-bubbling) giungera' a conclusione solo quando i prezzi sull'azionario saranno di nuovo economici", ha spiegato lo strategist.

Secondo Edwards, "fino a quando prevale il mantra "Bond a ogni prezzo" su quello "Azioni nel lungo periodo", non arriveremo "alla fine del nostro viaggio nell'Era Glaciale".

Secondo l'analista di Société Générale, i rendimenti dei Titoli di Stato americani a 10 anni potrebbero scivolare nell'intervallo 1.5-2%. Quello del Bund tedesco e' previsto scenda sotto l'1.5% mentre l'equivalente inglese sotto il 2%.

"L'azionario continua a soffrire dell'abbondante tornata di dati macroeconomici deludenti. Ci aspettiamo che i listini possano cadere come farebbe una casa di carta e cio' accadra' nei prossimi mesi quando l'ISM manifatturiero si portera' sotto il livello di 50, rotto il quale si entra in territorio di recessione", ha concluso Edwards. L'ultimo dato disponibile, quello di luglio, si e' attestato a 55.5.

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[color=blue]Ecco il testo originale in inglese di Albert Esdward, Société Générale.[/color]

Investors cannot move for the weight of broker research comparing the current conjuncture in the US with Japan a decade ago. While bond markets at least, move to discount deflation, most sell-side analysts still say the current situation is unlike Japan a decade ago. They are right. Things now in the US are much, much worse than Japan a decade ago.

Equity investors are in for a rude shock. The global economy is sliding back into recession and they are still not even aware that these events will trigger another leg down in valuations, the third major bear market since the equity valuation bubble burst.

This lack of awareness reminds me of reports this week that a 35 year old Polish man hadn't noticed for five years that he had a bullet lodged in his head. Like the equity market in 2000, the Polish man had been partying too hard to notice that he had been shot. The BBC report the police as saying "He told us he remembered having a sore head, but that he wasn't really one for going to the doctor."

As the equity bloodbath of the last decade enters its final, even bloodier phase, investors continued optimism also reminds me of the Black Knight in Monty Python & the Holy Grail. Despite being grievously wounded by King Arthur, the Black Knight makes light of his injuries which he dismisses as a flesh wound. The vast bulk of the investment industry fails to appreciate that we are locked in a structural bear market and about to enter Act III.

This year has already seen a dramatic flip-flop in sentiment as the market has begun to acknowledge it is sinking into the deflationary quicksand. For this year outperformance in the US, for example, is over 20 percentage points.

So far the equity market has shrugged off much of the weaker data that abounds, and has not joined the bond market in a perceptive move. The equity market will though crumble like the house of cards it is, when the nationwide manufacturing ISM slides below 50 into recession territory in coming months. Indeed the new orders data for August, already reported in regional ISM's suggests the equity market is going to get some sentiment crushing data in the very near term. But never mind the last standing optimist will tell us: "it is only a flesh wound"!

The structural bear market has not reached the end. We have long said that the de-bubbling process would end only when equities became very cheap and revulsion in equities as an asset class hangs in the air like a fog. The problem remains more of excess valuation within the US rather than Europe, but that will not prevent the bear market hurting other cheaper markets as much. We will return to the valuation nadir last seen in 1982 with the S&P bottoming around 450 (see chart below).

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