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 L'angolo delle curiosità

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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeSab 30 Ott 2010 - 11:36

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=124331&sez=HOME_NOSTRISOLDI
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeSab 30 Ott 2010 - 14:05

Nasce la nuova moneta

Arriva una nuova carta di credito e il portafoglio diventa sempre meno materialeL'angolo delle curiosità - Pagina 7 Pixel

Monete elettroniche e virtuali, carte di credito di nuova generazione, mobile banking: il contante non è più da solo. Mentre negli Stati Uniti Citibank lancia la sperimentazione su una carta di credito di nuova generazione e si studiano progetti per "smaterializzare" il portafoglio, qualcosa si muove anche nelle nazioni emergenti, mettendo in fermento il settore dei sistemi di pagamento.

Carta di credito di ultima generazione
Due tasti, banda magnetica, chip e batteria della durata di quattro anni: ecco l'identikit di 2G, la carta di credito di nuova generazione pensata da Citibank. A partire dal prossimo mese, un gruppo di correntisti statunitensi dell'istituto di credito inizierà la sperimentazione del nuovo strumento di pagamento, allo scopo di decidere se l'utilizzo di 2G dovrà essere in tutte le filiali della banca.L'innovativa carta di credito aggiunge un circuito di pagamento a quello tradizionale: tramite 2G, infatti, i consumatori potranno utilizzare i punti (reward point) accumulati nel tempo durante l'acquisto nei negozi convenzionati.

Altre novità
Mentre Citibank presenta la nuova carta di credito, nel settore dei sistemi di pagamento c'è molto movimento. A disegnare nuovi scenari sono soprattutto internet e la telefonia mobile, chelasciano immaginare promettenti sviluppi alle imprese.

Visa, Mastercard e Apple, per esempio, stanno tentando di mettere a punto sistemi basati su un "portafoglio elettronico" accessibile da cellulare. Qualcosa di molto simile - noto come "osaifu ketai" - è già stato realizzato in Giappone dall'impresa di telecomunicazioni nipponica Ntt.

In crescita
Il vento d'innovazione soffia anche dalle nazioni emergenti. Nel continente africano, per esempio, stanno riscontrando un notevole successo i servizi di mobile banking, tramite cui si può accedere al credito anche dove gli sportelli bancari non abbondano. Un boom di dimensioni globali, poi, è quello del money transfer, basti pensare che il sistema kenyota Mpesa registra quotidianamente 150 milioni di dollari di giro d'affari, una cifra pari al 20% del pil della nazione.

L'ultima frontiera
La smaterializzazione del denaro, infine, ha raggiunto il massimo grado nell'incontro con i social network. Nel mondo delle reti sociali online, infatti, è spesso possibile vendere e acquistare prodotti e servizi virtuali. Le transazioni vengono effettuate per tramite di crediti telematici, che possono essere acquistati con il denaro tradizionale (si tratta, insomma, di un cambio moneta reale-moneta virtuale). Casi di successo sono i QQ-coin (moneta virtuale del social network QQ, molto diffuso in Estremo Oriente) e il sistema di credits legati all'applicazione Facebook Farmville. L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Pixel

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplSezioni/ECONOMIA/girata_economia.asp?ID_blog=208&ID_articolo=441
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeMer 1 Dic 2010 - 21:31

Il fisco soffoca l'industria. In Italia tax rate al 48% contro il 26% circa di Spagna e Germania

di Attilio Geroni

La virtù sta nel mezzo. In chi, non essendo né troppo piccolo né troppo grande, è in grado di creare ricchezza, innovazione e tenere botta alla crisi: la media impresa, sia essa italiana, tedesca o spagnola. Presentato ieri a Milano come una prima assoluta a livello internazionale, il rapporto di Confindustria, R&S-Mediobanca e Unioncamere sulle "Medie imprese in Europa", un progenitore italico ce l'ha e si chiama Enrico Cuccia. «Gli studi di comparazione internazionale nacquero con lui», ha detto Giorgio La Malfa, presidente di R&S.

Un breve amarcord per raccontare il metodo Cuccia, artigianale nella forma, ma efficacissimo e millimetrico nella sostanza perché basato sull'analisi ossessiva dei numeri prodotti dalle più importanti aziende italiane, messi a confronto con quelli dei grandi concorrenti stranieri: «Appuntava tutto a matita, su fogli piccoli, e poi chiedeva di elaborarli. Dal confronto dei dati veniva fuori la diagnosi, poi fondamentale per le decisioni strategiche. Diceva di non essere mai andato a vedere un'azienda, si fidava solo dei numeri».

Gli stessi numeri viaggiano oggi su powerpoint e in multimedialità, ma non hanno cambiato mestiere e significato: fotografano sempre realtà e tipologie. Quelle esaminate ieri riguardano la categoria di società di capitali a controllo autonomo, con un fatturato compreso tra i 13 e i 290 milioni di euro e un numero di dipendenti oscillante tra i 50 e i 499. Medie imprese, insomma, messe a confronto in tre paesi, l'Italia, la Germania e la Spagna. Più delle grandi, dice la ricerca, sanno creare ricchezza, misurata con il Return on investment (Roi) che è un indice di redditività del capitale investito. Meno delle grandi, però, sono capaci di generare profittabilità, il Roe, ritorno sul capitale proprio. Come mai? Il fisco fa la differenza, ha spiegato Gabriele Barbaresco di R&S-Mediobanca, nel senso «che è più pesante a carico delle medie». E proprio dal fisco arrivano le prevedibili note dolenti per le aziende italiane rispetto alle tedesche e alle spagnole che beneficiano di un trattamento fiscale complessivo decisamente più leggero, del 26% circa in entrambi i casi, contro il 48% per le nostre.


In tutti e tre i paesi la tipologia produttiva più rappresentativa in relazione al fatturato è il settore meccanico, ma con pesi relativi diversi: in Germania è nettamente preponderante (46,1%); in Italia è importante (34,3%); in Spagna lo è un po' meno (27%). L'Italia registra l'incidenza maggiore nei beni per la persona e per la casa (24,8%), la Spagna nell'alimentare (24,2%). Diverso il senso di appartenenza alle realtà distrettuali, con il 66% delle medie imprese italiane collocate nelle rispettive filiere e il 41% di quelle spagnole, mentre le tedesche, che pure danno vita alla leadership mondiale dell'export, non hanno un sistema di distretti codificato.

Alla ricerca hanno contribuito l'Institut für Mittelstandforschung di Bonn, forte di un database di 4mila aziende, e il dipartimento di Economia Financiera y Contabilidad III dell'Università Complutense di Madrid, che ne ha in archivio 1700. La Germania ha il sistema di medie imprese più produttivo, seguita dall'Italia, nonostante debba affrontare il costo del lavoro più pesante fra i tre. Le società spagnole e italiane registrano però una redditività superiore rispetto alla tedesche (si veda l'illustrazione sopra).

Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, ha voluto mettere in evidenza un aspetto: «Mi ha colpito soprattutto il dato sul ricorso al debito», dal quale risulta che le imprese più virtuose in questo senso sono in Germania, con debiti finanziari a breve pari al 21,1% del capitale investito rispetto al 22,8% registrato in Spagna e al 34,6% dell'Italia: «Porre troppa enfasi sull'allargamento del credito bancario per aiutare la crescita delle imprese è a mio avviso negativo. Il debito è dannoso perché indebolisce le imprese, soprattutto quando è è eccessivo, e perché le espone all'andamento dei tassi».

Secondo Giorgio Squinzi, amministratore unico di Mapei e consigliere delegato di Confindustria per l'Europa, lo studio mostra che le aziende italiane «reggono bene il confronto con quelle tedesche, considerando il contesto più sfavorevole». A capo di un gruppo internazionale da 1,7 miliardi di fatturato che lui stesso definisce come la somma di tante Pmi, Squinzi è più preoccupato dai fattori esterni di freno all'attività economica che non dal costo del lavoro o dall'organizzazione produttiva. A cominciare dalla bolletta energetica, in Italia più cara del 30% rispetto alla media Ue, e dal carico burocratico e amministrativo che in Italia si manifesta spesso con accanimento quasi terapeutico.

A livello geografico, la maggior concentrazione di medie imprese in Italia si registra nel Nord-Ovest (40% del totale) e nel Nord-Est (37%), in Spagna il catalizzatore è nel Nord/Nord-Est (50%) con densità importanti soprattutto in Catalogna e nei Paesi Baschi. In Germania le regioni del Sud (38%) e dell'Ovest (36%) fanno la parte del leone, in particolare Nord Reno-Vestfalia e Baden Württemberg.

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-12-01/fisco-soffoca-industria-064000.shtml?uuid=AYWQS8nC
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 6 Dic 2010 - 7:35

http://www.corriere.it/salute/10_dicembre_05/donna-cellule-immortali-didiodoro_ca2a71c0-fef3-11df-b6f8-00144f02aabc.shtml
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 6 Dic 2010 - 11:19

Qualita' vita: 'Sole', Bolzano al top

Prevale nord, Napoli ultima. Metropoli perdono punti


Qualita' vita: 'Sole', Bolzano al top (ANSA) - ROMA, 6 DIC - Bolzano in vetta, seguita ad un solo punti di distanza da Trento. Napoli fanalino di coda. E' la situazione fotografata dalla classifica 2010 della Qualita' della vita del Sole 24 ore, giunta alla 21/a edizione. Bolzano si e' piazzata in testa scalando ben sette posizioni rispetto al 2009, mentre il capoluogo partenopeo per la prima volta finisce in fondo alla graduatoria preceduto da un nutrito gruppo di realta' meridionali. La prima del 2009, Trieste, scivola al quarto posto, dietro a Sondrio.
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeMer 8 Dic 2010 - 16:11

Dieci piccoli grandi oggetti che ci hanno cambiato la vita in questo decennio

Ve la immaginate una gita fuori porta senza navigatore? O una colazione senza il caffè fatto in casa, buono come quello del bar? Gli album di famiglia su carta non esistono più, le nostre foto ora sono appese nelle bacheche online o vivono nelle chiavette Usb. I panni stesi sui fili all'aria stanno scomparendo, le asciugatrici lo fanno meglio. Con il climatizzatore caldo, afa, umidità restano un lontano ricordo in ufficio e in casa e come vivere senza username e password? Impossibile. Ecco l'elenco di dieci oggetti che, negli ultimi dieci anni, hanno migliorato il nostro quotidiano.

Macchina fotografica digitale
Niente più regolazioni complicate e lunghe con frequenti errori di esposizione e calcoli sbagliati ma un vero e proprio computer che riesce a fotografare con ottimi risultati. Le ultime versioni mandano via WiFi o Bluetooth e senza dover usare pc le foto o brevi filmati ad amici tramite e-mail, social network e blog file di foto anche molto pesanti. E' possibile anche archiviare, senza appesantire la memoria della macchina, sino a 2 giga di dati. Si possono vedere subito le immagini sul monitor, sul pc o sulla cornicetta digitale. Per chi vuole pesi leggeri sono in vendita modelli con ingombri estremamente limitati. Da 150 a 400 euro secondo le prestazioni e i servizi.

Usb archiviazione dati e Usb Internet
Al posto dei Cd e dei Cd-Rom ormai si usano le nuove memorie di massa, le chiavette o Usb; dalle primissime che archiviavano 5-700 MB di dati e poche immagini sino agli ultimi modelli da 2-4 GB molto performanti, dalle forme più strane e da pochi euro , la scelta per fare un regalo divertente senza spendere troppo è molto ampia.E se si desidera difendere i dati esistono chiavette criptabili con password. Le nuovissime Internet Key consentono di navigare con un abbonamento ad alta velocità con il notebook, utilizzando la rete dei cellulari. Abbonamenti da 8 a 50 euro in base al tempo e alla quantità di dati sono a buon prezzo però non sempre la velocità promessa viene mantenuta.

Smartphone
Non è stato il primo in ordine di tempo ma è lo smartphone per eccellenza, l'iPhone di Apple che ha rivoluzionato l'interfaccia di dialogo e manovra delle funzioni con il display touch screen ed ha introdotto nella telefonia mobile la navigazione e la posta elettronica ad alta velocità. I modelli più recenti hanno numerosi "servizi" (a pagamento) consentono di ascoltar musica, di fare foto (eccellenti), di sentire stazioni Fm e di avere accessi rapidi a tutte le forme di social network disponibili. Come per i pc la scelta dello smartphone dipende dal tipo di lavoro, dallo stile di vita, dalle esigenze. Hanno connettività wireless e Bluetooth. Da 80 a 500 euro con modelli molto avanzati oltre i 500 euro.

Asciugatrice
Soluzione straordinariamente efficace per qualsiasi esigenza famigliare, questo apparecchio, che prima consumava 2-2,5 Kw/h ora ha assorbimenti più che dimezzati e addirittura con la pompa di calore che taglia ulteriormente i consumi. I modelli recenti sono disponibili anche in formati ridotti per piccole famiglie, e tutte asciugano la biancheria con differenti programmi, secondo il tipo di tessuto. Alcuni modelli facendo circolare in modo soft l'aria calda riescono a "trattare" con delicatezza persino le lane più difficili che solitamente soffrono il caldo soprattutto se troppo secco. Avendo dimensioni standard si possono installare a colonna sulla lavatrice. Da 500 a 1500 euro.

Climatizzatore
Con un solo apparecchio si può ripulire, raffrescare o scaldare (con pompa di calore), deumidificare e ventilare l'aria di uno o più ambienti. Come accade per il climatizzatore dell'auto, basterà impostare la temperatura ottimale e la giusta ventilazione per ottenere un microclima domestico mantenuto automaticamente ai valori scelti. Il modello portatile serve solo in zone con periodi di caldo di breve durata; altrimenti occorre installare il climatizzatore split (con la parte esterna), molto silenzioso, con consumi decisamente contenuti se di classe A. Oltre alle versioni a parete, esistono anche a scomparsa, incassabili nel muro, da soffitto, ad angolo o a colonna, da pavimento e quasi tutti sono comandabili anche in remoto dal cellulare. Portatili: intorno ai 700 euro, fissi da 600 a 3mila secondo le potenze e le dotazioni.

Macchine del caffè con le cialde
La tradizionale macchina per caffè richiedeva il carico manuale della giusta dose di caffè ma era abbastanza complicata da pulire; e spesso la bontà della bevanda veniva compromessa o dalla mancata pulizia del filtro, del portafiltro e delle parti a contatto con la miscela o addirittura dall'impiego di miscele non adatte o da una macinatura errata. Con le nuove espresso a cialda, si ottiene sempre un caffè mediamente buono e a qualità costante e soprattutto con aromi e profumi intatti. E la macinatura, effettuata in fabbrica, consente di avere una polvere perfettamente calibrata. I prezzi sono estremamente variati: da 100 euro (al di sotto sono di bassa qualità) a 350, come i modelli che funzionano sia con cialda che con la tradizionale polvere.

Navigatore satellitare
Inventato in Europa (come il cellulare, il il bluetooth, il lettore Mp3 e Mp4) il navigatore è diventato insostituibile e ben pochi ormai guardano le tradizionali carte stradali. Ma come accade con tutti gli apparecchi digitali, il navigatore (caricabile anche via rete cellulare con nuove mappe) si è rapidamente trasformato in un centro di servizi e di prestazioni molto utili; con gli ultimi modelli si può dialogare con altri automobilisti; i comandi sono a riconoscimento vocale, le immagini anche in 3D e si viaggia spesso è possibile ricevere informazioni preziose su limiti di velocità, autovelox, condizioni del traffico in tempo reale, segnalazioni di incidenti. E infine con il sensore di prossimità evitare incidenti e urti. Da 100 a 500 euro.

Tv piatte
A lcd e al plasma (più naturali), a Led oppure oled (eccellente qualità ma ancora sperimentali) o a 3D ( i tv piatti hanno sostituito completamente quelli tradizionali a tubo; grazie ai formati sino a 50" (oltre sono molto costosi) e grazie al formato 16/9 la visione di spettacoli e film è più coinvolgente rispetto a qualche anno fa. La rivoluzione dei flat tv è stata velocissima poiché all'inizio del 2000 costituivano ancora una minima parte delle vendita. Grazie alla qualità delle immagini, alla scelta di stazioni e alla possibilità di interagire –con nuovi decoder-con gli erogatori di servizi a pagamento, il tv oggi è il vero centro del salotto multimediale. Tanto più che i nuovi modelli consentono di navigare su alcuni siti (non tutti) e con software appositi come il Windows media Center di "diventare" dei veri pc. Basta aggiungere una tastiera e un mouse senza fili per lavorare con Word o navigare senza problemi e senza fili in WiFi. 3D o no? Arrivano presto i nuovi flat tv 3D senza occhialini. Prezzi molto molto variabili e variati: 300-1.000 per formati dai 36" in su e di buona qualità.

Auricolare Bluetooth
In auto è essenziale, salva da multe pesanti e dal pericolo di incidenti o manovre sbagliate ma la varietà dei modelli e dei prezzi è tale che prima di decidere occorre provare a lungo, leggere le riviste specializzate e informarsi prezzo amici già in possesso dell'auricolare. Conviene scegliere un apparecchio che costi non meno di 100 euro per avere queste prestazioni: buon audio senza ronzii (c'è anche la versione stereo), con l'astina di sostegno non facilmente sganciabile ma non troppo rigida e possibilmente "modellabile", con almeno 100 ore di autonomia e compatibile con tutti i cellulari dotati di Blue3tooth. E poi se volete un fuoriclasse esistono modelli con 16 giorni di autonomia in stand by e 22 ore di conversazione.

Username e password
Non esistiamo più con il nostro nome e cognome ma quasi…solo attraverso codici di individuazione criptati come l'user name e la password. Purtroppo l'astuzia dei ladri di identità è ricca di fantasia e di conseguenza i due codici personali andrebbero tenuti molto riservati e mandati a memoria. Nessuno li ha inventati ma sono usciti dalla rete, dalle società che agli inizi hanno cominciato a fornire servizi in rete con protezioni più o meno criptabili. Le password meno dimenticabili sono quelle della propria vita (data di nascita, matrimonio, laurea), le più labili sono quelle fornite obbligatoriamente dai siti per l'accesso. Se non avete fantasia e volete riscontrare l'esistenza di user name e password scelte c'è un sito, che ne elenca a migliaia. E infine per memorizzarle con buona protezione, assegnatele sul cellulare o sul pc, ad una voce non "elettronica" ma a nomi di amici e parenti.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-12-08/dieci-piccoli-grandi-oggetti-104234.shtml?uuid=AYbIJzpC
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 13 Dic 2010 - 19:36





ISTAT
Il 95% delle imprese ha un computer
Il 93,7% ha connessione a Internet


I dati riguardano le aziende con almeno 10 addetti. Crescono le vendite on line, che raggiungono nel 2009 il 5,4% del fatturato globale. In testa le agenzie di viaggio e le attività dei servizi di alloggio

Il 95% delle imprese ha un computer Il 93,7% ha connessione a Internet
ROMA - La diffusione delle tecnologie informatiche di base nelle imprese con almeno 10 addetti del settore industriale e dei servizi "è ormai ampiamente consolidata": a gennaio 2010 il 95,1% delle aziende ha dichiarato di utilizzare il computer e il 93,7% dispone di una connessione ad Internet, rileva l'Istat.

Dispongono di un sito web sei imprese su dieci", e la quota "raggiunge il 69,8% nelle imprese dell'industria (senza le costruzioni) e l'80,7% in quelle del settore Ict. Nel settore dei servizi non finanziari di particolare rilievo appare la presenza del sito web nelle imprese operanti nel settore dei servizi di alloggio e in quello delle agenzie di viaggio (rispettivamente 96,8% e 92,4%). L'utilizzo di Internet avviene, spiega l'Istituto, "tramite connessioni fisse in banda larga per l'83,1% delle imprese. L'84% delle imprese si collega a Internet tramite connessioni veloci fisse o mobili: queste ultime sono utilizzate dal 18,6% delle imprese".

Il 24,4% delle imprese utilizza la rete Intranet ed il 17,3% reti Extranet; i sistemi operativi open source sono stati utilizzati dal 15,9% delle imprese, la firma digitale dal 23,6%. Inoltre, con riferimento al 2009, otto imprese su dieci hanno fatto ricorso a servizi offerti online dalla Pubblica Amministrazione.

Crescono le vendite on line: nel 2009 coinvolgono il 5% per cento delle imprese con almeno 10 addetti, per un valore complessivo pari al 5,4% del fatturato totale. A vendere on line sono soprattutto le imprese con almeno 250 addetti
(16,6%) e quelle dei servizi non finanziari (8,4%), spiega l'Istat.

In generale, "le agenzie di viaggio e le attività dei servizi di alloggio sono tra le attività che ricorrono con maggiore frequenza alle vendite on line, registrando - sottolinea l'Istat - percentuali di fatturato on line tra le prime quattro posizioni". Mentre il "comparto della fabbricazione di autoveicoli è quello che registra la più alta percentuale di fatturato on line (34,1%)".

http://www.repubblica.it/economia/2010/12/13/news/imprese_tecnologie_informatiche_sempre_pi_diffuse-10150630/
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 13 Dic 2010 - 19:39

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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 13 Dic 2010 - 20:08

Ultimi consigli di Goldman Sachs "Disinvestire dalla Borsa italiana" IL CASO


GIOVANNI PONS

Quando, in una riunione a New York tra i principali gestori del mondo, all’italiano che lavora da anni a Londra viene chiesto in maniera scherzosa: «Come va il Bunga Bunga da voi?», allora vuol dire che il fondo è stato toccato.

Il gestore italiano non ha saputo cosa rispondere ma l’imbarazzo era palpabile. E questo è solo il segnale più clamoroso della perdita di importanza dell’Italia finanziaria nel mondo globale, una tendenza ormai in corso da due anni, cioè da quando dopo la crisi del 2008 il mondo ha ricominciato correre a due velocità.I paesi emergenti come Cina, Brasile, Turchia, India, Indonesia, Messico, Polonia verso cui le aziende "globali" indirizzano una fetta consistente dei propri prodotti, e i paesi cosiddetti dell’Europa "periferica" che sono rimasti impigliati nella morsa dei debiti pubblici e delle politiche fiscali di rigore non riuscendo a produrre una crescita superiore all’1% annuo. In questa categoria ci ritroviamo la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e la Spagna ma anche l’Italia che rimane un po’ a metà strada essendo un paese molto indebitato ma con un’economia che potrebbe beneficiare come in passato del traino della Germania. Quest’ultima e la Francia insieme all’Olanda, il Belgio e la Danimarca rappresentano invece la "core Europe", cioè l’Europa che ha agganciato la ripresa grazie alle esportazioni e ora comincia a vedere segnali positivi anche sul fronte dei consumi interni. È una divaricazione importante e che sta diventando strutturale ma il fatto che preoccupa di più è che nel 2011 e 2012 questa tendenza è destinata ad amplificarsi. «I capitali vanno dove c’è crescita e in Italia e Spagna in questo momento la crescita non c’è, anzi c’è pericolo anche per i titoli di Stato e dunque è meglio stare alla larga da questi mercati».
Il commento impietoso è di un analista londinese ma riflette uno stato d’animo molto diffuso nei mercati finanziari che, come è noto, guardano al concreto. Ed è ben descritta in un recentissimo studio della blasonata banca d’affari americana Goldman Sachs che fa il punto, come di consueto, sulle strategie di portafoglio per i prossimi due anni. «Ci aspettiamo che i temi portanti del 2011 siano gli stessi del 2010, dove la scelta dei paesi è stata altrettanto importante di quella dei settori ed è stata guidata dalla divergenza delle economie. Quest’anno vi è stata un’alta correlazione (l’87%) tra i Pil dei diversi paesi e l’andamento delle rispettive borse». Tre semplici dati sono lì a dimostrare questa convergenza. Fino all’inizio di dicembre l’indice Dax è cresciuto del 16,9%, l’Ibex spagnolo è sceso del 14,7% e il Mib italiano ha perso l’11,7%. Nello stesso periodo il Pil della Germania ha superato il 3% mentre quello italiano è poco sopra l’1% e in Spagna siamo a crescita quasi zero.
Insomma dal punto di vista degli investimenti conviene stare sulla "core Europe" e sarà così anche l’anno prossimo se sono veri i numeri che snocciola Goldman Sachs. «Prevediamo ritorni del 7%, 15% e 26% per lo Stoxx 600 a distanza di 3, 6 e 12 mesi, con il mercato che rompe il "grasso e largo" movimento laterale che ha dominato per la gran parte del 2010, grazie a una forte ripresa della crescita degli utili delle società nell’ordine del 25%, la ripresa delle operazioni di M&A e un contesto di bassi tassi di interesse». Dunque il mondo sta tornando a correre, la crescita mondiale è prevista al 4,6% nel 2011 e al 4,8% nel 2012, ma solo alcune borse e alcune società ne beneficeranno. Conterà sempre di più essere "globali" mentre al contrario essere concentrati sui mercati domestici a bassa crescita sarà considerato un punto molto negativo. Il mondo sempre più spaccato in due o tre fette si potrebbe dire. Sarà premiante per le società vendere nei paesi del Bric (Brasile, Russia, India, Cina) oppure nella "core Europe" dove i consumi interni si stanno riprendendo. Bisognerà inoltre puntare sui titoli che offrono buoni rendimenti e potenzialmente in crescita ed evitare quelli che sono già arrivati al top, torneranno di moda le aziende che sfruttano la leva finanziaria operativa per svilupparsi e meno quelle che hanno onerosi impegni per le pensioni dei dipendenti.
È abbastanza facile capire che da tutti questi discorsi l’Italia non esce come la favorita degli investitori per i prossimi anni. Anzi. Crescita bassa e debito pubblico alto è un binomio che non premia in questo periodo. «Da voi crescono solo le barzellette e gli scandali», dice il solito gestore che ha fatto la sua fortuna in Italia ai tempi della convergenza dei tassi per entrare nell’euro ma ora ha sposato le nuove tendenze della finanza internazionale. Sulla base di queste previsioni la Goldman Sachs non si è fatta sfuggire l’occasione e ha preparato per i suoi investitori due diversi "basket" di titoli. Il primo ha al suo interno 31 titoli dei paesi periferici che capitalizzano almeno un miliardo di euro (tre per le banche) e che hanno almeno i tre quarti della propria attività concentrata sui mercati europei (esclusa la Gran Bretagna). Il secondo paniere contiene invece titoli della "core Europe" il cui business è in gran parte concentrato sui mercati domestici considerati maggiormente in crescita. Ne viene fuori una strategia devastante per Piazza Affari dal momento che 16 titoli su 31 del basket "bestia nera" sono italiani e spaziano dalle banche alle utilities. Nella lista del paniere da vendere sono incluse Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, Beni Stabili, Azimut, Generali, Mediolanum, Unipol, Cir, Mediaset, Telecom Italia, Enel, Snam, Terna, Edison e A2a. Dalla parte dei buoni, invece, stanno Deutsche Postbank, Eiffage, Deutsche Borse, Austrian Post, Aeroports de Paris, Tf1, Axel Springer e ProSiebenSat1, Belgacom e Mobistar, Kpn e Verbund. I due basket sono da giocare uno contro l’altro, nel senso di andare lunghi sui titoli core e vendere allo scoperto i titoli periferici. «É una strategia condivisa un po’ da tutti confessa un altro gestore di hedge fund con base a Londra noi da due anni andiamo long sulle società globali e corti sulle società europee concentrate sui mercati domestici». E guarda caso quasi tutte le società quotate a Piazza Affari e alla Borsa spagnola sono molto domestiche, e le eccezioni si contano sulla punta delle dita. Luxottica e Autogrill sono le uniche ad avere business ben diversificati, la Tod’s sta crescendo benissimo nei paesi emergenti, ma per attrarre il favore degli investitori le italiane devono competere con il gigante Lvmh, con le società di costruzioni francesi, con i media tedeschi il cui mercato pubblicitario è previsto svilupparsi nuovamente dell’89% il prossimo anno. Insomma il gap tende ad allargarsi e sembra che l'Italia si trovi a pagare tutto d’un colpo i ritardi delle infrastrutture, l’elevato costo del lavoro e la sua bassa flessibilità, per non parlare delle paure che a un certo punto del 2011 la speculazione prenda di mira il debito pubblico italiano. Per Piazza Affari il destino sembra oggi segnato, i flussi finanziari diretti verso la Borsa italiana sono sempre più esili. La prova è venuta dallo sbraco in Borsa di Enel Green Power, un’operazione che a Londra non esitano a definire un fiasco di ampie dimensioni, tanto è vero che le azioni sono state vendute in gran parte al pubblico indistinto e non agli investitori istituzionali che l’hanno snobbata. L’unica speranza rimane quella di agganciare la ripresa tedesca anche se rispetto a 1015 anni fa le imprese nostrane sono rimaste piccole e a conduzione famigliare mentre i tedeschi hanno costruito colossi facendo sistema con la politica per conquistare i mercati internazionali. In Italia siamo fermi al Bunga Bunga.
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Alè1893
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitimeLun 13 Dic 2010 - 20:15

E codesti signori, per quanto riguarda sistemi per rapinare gli investitori, sono sempre al passo.

I due basket dei mentecatti! censored
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MessaggioTitolo: Re: L'angolo delle curiosità   L'angolo delle curiosità - Pagina 7 Icon_minitime

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