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"Il trucco è mettere in chiaro la differenza tra ciò che voi volete che accada e quello che sapete che accadrà."
"Il generale veramente eccellente è colui che cerca la vittoria prima della battaglia: non è bravo colui che cerca il combattimento prima della vittoria. Così un esercito vittorioso è tale prima ancora di combattere, mentre un esercito destinato alla sconfitta si batte senza speranza di vittoria."

 

 Succede oggi. I giorni della nostra storia.

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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 11:17

21 ottobre                                            

1941:    Kragujevac   (SERBIA)

Il generale Franz Beme ai suoi soldati :

“Il vostro compito è scorazzare per il paese nel quale nel 1914
tanto sangue tedesco
fu versato ad opera dei malvagi serbi,
uomini e donne:
voi siete i vendicatori dei nostri morti.

Tutta la Serbia deve ricordarsi di voi per la vostra atrocità”.
--------------------------------------------------------------------------------

La Jugoslavia fu invasa da Germania, Italia, Ungheria e Bulgaria nell’aprile 1941 con una guerra lampo durata 12 giorni ma l’offensiva nazista andò avanti per molti mesi allo scopo di soffocare numerose rivolte e durante questo periodo i tedeschi effettuarono diverse fucilazioni di massa a Sabac, Belgrado, Draginac, Kraljevo e Kragujevac.

Il criterio adottato dal comandante supremo Franz Beme era anche superiore a quello usato per vendicare l’attentato di via Rasella a Roma in quanto prevedeva la fucilazione di 100 prigionieri (uomini, donne e bambini) per ogni soldato ucciso e 50 prigionieri per ogni soldato ferito. Negli scontri che ci furono nei dintorni di Kragujevac nell’ottobre 1941 ci furono 160 soldati tedeschi ammazzati e 278 feriti, ne usciva un numero impressionante di prigionieri da fucilare, quasi trentamila. Fu così che la sera del 19 ottobre cominciò il rastrellamento di Kragujevac e la mattina del 21 iniziò la fucilazione dei prigionieri, in tutto la cifra al momento più accreditata dagli storici è di settemila morti.



Non passa giorno senza ch’io mi chieda come sia possibile pensare di perdonare questa gente.
S’essi solo minimamente provassero, anche una sola punta di vergogna per ciò che hanno
fatto, detto e pensato,
certo non manderebbero una specie di istitutrice d’orfanatrofio in giro per l’Europa a dispensare frustate a chi non è stato attento a non farsi nuovamente depredare.
Uno che fosse e volesse veramente emendarsi,  avrebbe il suo bel daffare nel portare aiuti,
altro che affamare i poveri Greci.



I primi ad essere arrestati nei dintorni di Kragujevac - dove si erano registrati gli scontri - furono 70 ebrei comunisti, poi alcuni nazionalisti e infine i contadini che le truppe trovavano lungo le strade. Poi preti e frati e loro collaboratori. Nel frattempo, il 19 ottobre, il maggiore Kening fucilò tutti i contadini insieme al loro prete mentre erano in chiesa per la festa di San Tommaso. La sera di quel 19 ottobre il comando tedesco si rese conto che per arrivare al numero di prigionieri da fucilare si rendeva necessario il rastrellamento della città di Kragujevac. La mattina seguente la città venne chiusa dalla truppe, anzi vi si poteva solo entrare, cosicché vennero arrestati tutti i lavoratori che dai paesi vicini si recavano in città. Poi fu la volta della gente comune, furono presi a centinaia per le strade, nei negozi, nelle fabbriche, nei mercati. Infine i soldati entrarono nel ginnasio e deportarono gli scolari delle classi VII, VIII e i più robusti della V. Al preside fu offerta la possibilità di salvarsi ma lui non volle abbandonare i suoi scolari e andò con loro incontro al destino. Questa figura di preside, ma anche quella degli stessi scolari che coraggiosamente affrontarono gli ultimi momenti della prigionia e della fucilazione di massa, sono al centro della cerimonia chiamata “la grande lezione di scuola” che si svolge il 21 di ottobre di ogni anno nel parco memoriale di Sumarice a Kragujevac.

00000============================================================000000


Mosca il 1° maggio 1944

LA BESTIA TEDESCA DEVE ESSERE FINITA NELLA SUA TANA


Ordine del giorno del Comandante supremo delle Forze Armate dell'U.R.S.S.


L'Esercito rosso è riuscito a liberare più di tre quarti della terra sovietica. Noi abbiamo ancora da liberare il resto del territorio sovietico e ristabilire i confini dello Stato sovietico, lungo tutta la linea del Mar Nero al Mare di Barents.

Il nostro compito, tuttavia, non può limitarsi all'espulsione dei nemici dal nostro territorio.
Le truppe tedesche assomigliano ora ad una bestia ferita, obbligata a ritirarsi entro la tana dei confini tedeschi, per curare le sue ferite.
Ma la bestia ferita non cessa di essere pericolosa.
Per liberare completamente la nostra terra ed i nostri Alleati dal pericolo della schiavitù,
la bestia tedesca deve essere finita entro la sua tana.
Inseguendo i Tedeschi noi possiamo liberare dalla schiavitù germanica i nostri fratelli polacchi, cechi e gli altri popoli dell'Europa occidentale che giacciono sotto il tallone della Germania.
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 11:38

[quote="Manerbio"]21 ottobre                                            

1941:    Kragujevac   (SERBIA)

Il generale Franz Beme ai suoi soldati :

“Il vostro compito è scorazzare per il paese nel quale nel 1914 tanto sangue tedesco
fu versato ad opera dei malvagi serbi, uomini e donne: voi siete i vendicatori dei nostri morti.

Tutta la Serbia deve ricordarsi di voi per la vostra atrocità”.
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I primi ad essere arrestati nei dintorni di Kragujevac - dove si erano registrati gli scontri - furono 70 ebrei comunisti, poi alcuni nazionalisti e infine i contadini che le truppe trovavano lungo le strade. Poi preti e frati e loro collaboratori.

Nel frattempo, il 19 ottobre, il maggiore Kening fucilò tutti i contadini insieme al loro prete mentre erano in chiesa per la festa di San Tommaso. La sera di quel 19 ottobre il comando tedesco si rese conto che per arrivare al numero di prigionieri da fucilare si rendeva necessario il rastrellamento della città di Kragujevac. La mattina seguente la città venne chiusa dalla truppe, anzi vi si poteva solo entrare, cosicché vennero arrestati tutti i lavoratori che dai paesi vicini si recavano in città.

Poi fu la volta della gente comune, furono presi a centinaia per le strade, nei negozi, nelle fabbriche, nei mercati. Infine i soldati entrarono nel ginnasio e deportarono gli scolari delle classi VII, VIII e i più robusti della V. Al preside fu offerta la possibilità di salvarsi ma lui non volle abbandonare i suoi scolari e andò con loro incontro al destino. Questa figura di preside, ma anche quella degli stessi scolari che coraggiosamente affrontarono gli ultimi momenti della prigionia e della fucilazione di massa, sono al centro della cerimonia chiamata “la grande lezione di scuola” che si svolge il 21 di ottobre di ogni anno nel parco memoriale di Sumarice a Kragujevac.


Francesco1017 commenta

Carissimo, sai che  non condivido molto su questo argomento, ho selezionato queste righe "per non dimenticare".

Sai anche che mi riconosco molto nel modello di economia sociale di mercato costruito mattone su mattone da Adenauer /Erhardt in poi.

Tuttavia, mi ha colpito molto la rigidità tedesca di questi ultimi tempi. Gli errori al tempo della crisi greca sono anche concepibili: scelte sbagliate. Ma proseguire imperterriti su qulla strada.....

Mi interrogo anche io sulla estrema rigidità tedesca, sul ripetere sempre, e in qualsiasi congiuntura, soltanto i termini  rigore, stabilità, sacrifici....................

Passi se le critiche vengono da noi, inaffidabili per definizione; ma quando quasi tutto il mondo ti suggerisce di cambiare approccio e  tu rimani pressochè solo, con qualche alleato di nessun peso politico internazionale, allora il peccato diventa davvero grave!

Avevo messo ieri un bell'articolo su questi aspetti della "questione tedesca"
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 13:50

BATTAGLIA DI TRAFALGAR
Citazione :
In una delle battaglie più decisive della storia la flotta britannica, al comando dell'ammiraglio Horatio Nelson, sconfigge la flotta franco-spagnola nella battaglia di Trafalgar, al largo delle coste spagnole.

In mare, lord Nelson e la marina reale britannica si erano rivelate un grosso ostacolo per Napoleone, che aveva condotto la Francia al predominio militare terrestre.

Dopo la devastante sconfitta di Trafalgar Napoleone fu costretto ad abbandonare i suoi piani di invasione dell'Inghilterra.

Al culmine dei combattimenti, il 21 ottobre, Nelson fu mortalmente ferito mentre camminava sul casseretto della nave HMS 'Victory'.

Morì poche ore dopo e il suo corpo fu riportato in patria con tutti gli onori.

A Londra fu eretta una colonna in suo ricordo, al centro della piazza rinominata Trafalgar Square in suo onore.




Ultima modifica di nysedow il Mar 21 Ott 2014 - 13:55 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 13:53

EDMONDO DE AMICIS
Citazione :
Il 21 ottobre 1846 nasce a Oneglia Edmondo De Amicis, scrittore italiano, autore del famosissimo romanzo "Cuore".

Come ufficiale dell'esercito De Amicis partecipa alla battaglia di Custoza e alla presa di Roma.

Congedatosi, iniziò a viaggiare e scrivere resoconti dei suoi viaggi, che ottennero notevole successo di pubblico.

Il grande successo internazionale lo raggiunse con il libro "Cuore", tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, che è il diario di uno scolaro inframezzato da racconti di ispirazione patriottica, accenti patetici e contenuti morali.

Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Cuore_10
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 19:05

nysedow ha scritto:
EDMONDO DE AMICIS
Citazione :
Il 21 ottobre 1846 nasce a Oneglia Edmondo De Amicis, scrittore italiano, autore del famosissimo romanzo "Cuore".

Come ufficiale dell'esercito De Amicis partecipa alla battaglia di Custoza e alla presa di Roma.

Congedatosi, iniziò a viaggiare e scrivere resoconti dei suoi viaggi, che ottennero notevole successo di pubblico.

Il grande successo internazionale lo raggiunse con il libro "Cuore", tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, che è il diario di uno scolaro inframezzato da racconti di ispirazione patriottica, accenti patetici e contenuti morali.

Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Cuore_10


Bolzano xx/yy/1963
Compio 5 anni (ricordo come ieri), mia madre felicissima mi presenta il suo regalo, è un librone che non potevo tenerlo in mano.
Eravamo poco più che poveri, se può esistere questa categoria; mio padre aveva trovato impiego lì, a Bolzano e vivevamo in un appartamento in condivisione con la famiglia di un suo collega/amico/fratello. Una cosa fantastica per me, lui aveva una figlia di qualche mese più giovane di me, con le trecce...
Il libro, era bellissimo, grande, no anzi, non grande, enorme, pieno di illustrazioni coloratissime, mi pareva un cinema.
La televisione manco sapevo che fosse. Ogni tanto ne sentivo parlare dai grandi ,di questo apparecchio che trasmetteva immagini come il cinema ma in casa tua, ma non l'avevo visto mai, e manco la curiosità di vederlo avevo, tanto m'appariva lontano sto affare.
Mia madre, la sera m'accoccolava sulle sue ginocchia, e mi leggeva questo librone.
Io non vedevo l'ora.
Ci si metteva un gran tempo per leggere un solo capitolo, perchè io continuavo a farle domande, cosìcchè lei, non poteva concludere  mai un accidente di paragrafo senza interruzion, divagazioni, ed esempi, e come mai,non si finiva mai.
Sempre mi ripeteva ch'era un gran libro e che dovevo ascoltare ed imparare da quel che mi leggeva, perchè diceva, questo libro ti insegna anche cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Perchè io ero un discolo, di quelli che bruciavano le code a gatti e lucertole.
E ricordo come ieri, i pianti per il piccolo Tamburino Sardo, la rabbia per quella canaglia del Franti, e Garrone che aiutava tutti, ed a me pareva avrebbe salvato pure me.
Cuore, il mio primo libro.
Lo Conservo ancora.

Il secondo Gianburrasca, il terzo 20.000 leghe, il quarto Salgari: la Tigre di Mompracem e Tremal Naik, e poi via con tutti i Corsari, gialli neri e rossi... Giri del mondo...Robinson.. Verne, dio mio quanto mi son divertito, mi veniva la febbre...

Ed ora son vecchio  Very Happy


Ultima modifica di Manerbio il Mar 21 Ott 2014 - 22:17 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 19:24

francesco1017 ha scritto:
Manerbio ha scritto:
21 ottobre                                            

1941:    Kragujevac   (SERBIA)

Il generale Franz Beme ai suoi soldati :

“Il vostro compito è scorazzare per il paese nel quale nel 1914 tanto sangue tedesco
fu versato ad opera dei malvagi serbi, uomini e donne: voi siete i vendicatori dei nostri morti.

Tutta la Serbia deve ricordarsi di voi per la vostra atrocità”.
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I primi ad essere arrestati nei dintorni di Kragujevac - dove si erano registrati gli scontri - furono 70 ebrei comunisti, poi alcuni nazionalisti e infine i contadini che le truppe trovavano lungo le strade. Poi preti e frati e loro collaboratori.

Nel frattempo, il 19 ottobre, il maggiore Kening fucilò tutti i contadini insieme al loro prete mentre erano in chiesa per la festa di San Tommaso. La sera di quel 19 ottobre il comando tedesco si rese conto che per arrivare al numero di prigionieri da fucilare si rendeva necessario il rastrellamento della città di Kragujevac. La mattina seguente la città venne chiusa dalla truppe, anzi vi si poteva solo entrare, cosicché vennero arrestati tutti i lavoratori che dai paesi vicini si recavano in città.

Poi fu la volta della gente comune, furono presi a centinaia per le strade, nei negozi, nelle fabbriche, nei mercati. Infine i soldati entrarono nel ginnasio e deportarono gli scolari delle classi VII, VIII e i più robusti della V. Al preside fu offerta la possibilità di salvarsi ma lui non volle abbandonare i suoi scolari e andò con loro incontro al destino. Questa figura di preside, ma anche quella degli stessi scolari che coraggiosamente affrontarono gli ultimi momenti della prigionia e della fucilazione di massa, sono al centro della cerimonia chiamata “la grande lezione di scuola” che si svolge il 21 di ottobre di ogni anno nel parco memoriale di Sumarice a Kragujevac.


Francesco1017 commenta

Carissimo, sai che  non condivido molto su questo argomento, ho selezionato queste righe "per non dimenticare".

Sai anche che mi riconosco molto nel modello di economia sociale di mercato costruito mattone su mattone da Adenauer /Erhardt in poi.

Tuttavia, mi ha colpito molto la rigidità tedesca di questi ultimi tempi. Gli errori al tempo della crisi greca sono anche concepibili: scelte sbagliate. Ma proseguire imperterriti su qulla strada.....

Mi interrogo anche io sulla estrema rigidità tedesca, sul ripetere sempre, e in qualsiasi congiuntura, soltanto i termini  rigore, stabilità, sacrifici....................

Passi se le critiche vengono da noi, inaffidabili per definizione; ma quando quasi tutto il mondo ti suggerisce di cambiare approccio e  tu rimani pressochè solo, con qualche alleato di nessun peso politico internazionale, allora il peccato diventa davvero grave!

Avevo messo ieri un bell'articolo su questi aspetti della "questione tedesca"

Caro Francesco, si hai ragione, so bene come la pensi e ti prego se t'è possibile di aver compassione per me.
Perchè io so, che non potrò perdonarli mai.
Per mille motivi; per le sofferenze e le morti che ci han portato per secoli, per quanto noi siamo stati stupidi, che avremmo potuti sbarazzacene a piacimento se solo avessimo avuto cognizione di popolo. E per quello che han fatto ad alttri milioni di sventurati par nostro. Perchè a tutti mancava la crudeltà necessaria.
Crudeltà che in verità hanno ben eguagliato i loro simili anglosassoni. Per secoli e secoli.
Cosa saranno mai una sessantina d'anni di pseudo quiete.
Perdona me, tu che puoi, il mio sangue è troppo amaro.
P.S.
Tu pubblichi in inglese Very Happy  ed io sono una zappa, devo ricorrere a Google, e quello mi fa delle traduzioni impossibilil. Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 19:38

Manerbio ha scritto:
francesco1017 ha scritto:
Manerbio ha scritto:
21 ottobre                                            

1941:    Kragujevac   (SERBIA)

Il generale Franz Beme ai suoi soldati :

“Il vostro compito è scorazzare per il paese nel quale nel 1914 tanto sangue tedesco
fu versato ad opera dei malvagi serbi, uomini e donne: voi siete i vendicatori dei nostri morti.

Tutta la Serbia deve ricordarsi di voi per la vostra atrocità”.
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I primi ad essere arrestati nei dintorni di Kragujevac - dove si erano registrati gli scontri - furono 70 ebrei comunisti, poi alcuni nazionalisti e infine i contadini che le truppe trovavano lungo le strade. Poi preti e frati e loro collaboratori.

Nel frattempo, il 19 ottobre, il maggiore Kening fucilò tutti i contadini insieme al loro prete mentre erano in chiesa per la festa di San Tommaso. La sera di quel 19 ottobre il comando tedesco si rese conto che per arrivare al numero di prigionieri da fucilare si rendeva necessario il rastrellamento della città di Kragujevac. La mattina seguente la città venne chiusa dalla truppe, anzi vi si poteva solo entrare, cosicché vennero arrestati tutti i lavoratori che dai paesi vicini si recavano in città.

Poi fu la volta della gente comune, furono presi a centinaia per le strade, nei negozi, nelle fabbriche, nei mercati. Infine i soldati entrarono nel ginnasio e deportarono gli scolari delle classi VII, VIII e i più robusti della V. Al preside fu offerta la possibilità di salvarsi ma lui non volle abbandonare i suoi scolari e andò con loro incontro al destino. Questa figura di preside, ma anche quella degli stessi scolari che coraggiosamente affrontarono gli ultimi momenti della prigionia e della fucilazione di massa, sono al centro della cerimonia chiamata “la grande lezione di scuola” che si svolge il 21 di ottobre di ogni anno nel parco memoriale di Sumarice a Kragujevac.


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Carissimo, sai che  non condivido molto su questo argomento, ho selezionato queste righe "per non dimenticare".

Sai anche che mi riconosco molto nel modello di economia sociale di mercato costruito mattone su mattone da Adenauer /Erhardt in poi.

Tuttavia, mi ha colpito molto la rigidità tedesca di questi ultimi tempi. Gli errori al tempo della crisi greca sono anche concepibili: scelte sbagliate. Ma proseguire imperterriti su qulla strada.....

Mi interrogo anche io sulla estrema rigidità tedesca, sul ripetere sempre, e in qualsiasi congiuntura, soltanto i termini  rigore, stabilità, sacrifici....................

Passi se le critiche vengono da noi, inaffidabili per definizione; ma quando quasi tutto il mondo ti suggerisce di cambiare approccio e  tu rimani pressochè solo, con qualche alleato di nessun peso politico internazionale, allora il peccato diventa davvero grave!

Avevo messo ieri un bell'articolo su questi aspetti della "questione tedesca"

Caro Francesco, si hai ragione, so bene come la pensi e ti prego se t'è possibile di aver compassione per me.
Perchè io so, che non potrò perdonarli mai.
Per mille motivi; per le sofferenze e le morti che ci han portato per secoli, per quanto noi siamo stati stupidi, che avremmo potuti sbarazzacene a piacimento se solo avessimo avuto cognizione di popolo. E per quello che han fatto ad alttri milioni di sventurati par nostro. Perchè a tutti mancava la crudeltà necessaria.
Crudeltà che in verità hanno ben eguagliato i loro simili anglosassoni. Per secoli e secoli.
Cosa saranno mai una sessantina d'anni di pseudo quiete.
Perdona me, tu che puoi, il mio sangue è troppo amaro.
P.S.
Tu pubblichi in inglese  Very Happy   ed io sono una zappa, devo ricorrere a Google, e quello mi fa delle traduzioni impossibilil. Very Happy

Di te, caro mio, ho e avrò sempre il massimo rispetto, avere dei dissensi significa rispettare le idee. In questo blog c' ampio posto per tutte le ARGOMENTAZIONI. Mi colpisce la passione con cui ti esprimi, basterebbe solo questo per rispettarti e leggerti con attenzione. Spero non celi dolori famigliari del passato.

Hai ragione per l'inglese, purtroppo le cose più interessanti le trovo sulla stampa che io utilizzo. Lo facevo anche per il mio lavoro. Non sarei cresciuto professionalmente senza quei riferimenti.

Ne terrò conto, se riesco su uno stesso tema metterò due post in lingue diverse.



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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMar 21 Ott 2014 - 22:14

...quasi fuori tempo massimo

Francois Truffaut (1932 - 21/10/1984)

All'inizio della sua carriera, un giovane e un po' presuntuoso Bernardo Bertolucci
parlò in francese a un gruppo di giornalisti italiani, affermando che avrebbe risposto alle loro domande solo se l'intervista fosse stata fatta in francese perché quella è la lingua del cinema.

A 30 anni dalla morte del regista Francois Truffaut, mai affermazione oggi pare più vera. Il francese è la lingua del cinema con la c maiuscola e Truffaut è stato uno degli ultimi testimoni della grandeur della settima arte. Truffaut ci manca. Ci mancano la sua gioia e il suo entusiasmo per tutto ciò che riguarda il grande schermo. Soprattutto ci manca quello che avrebbe potuto ancora mostrarci e che la morte arrivata troppo in fretta ci ha negato.

Il regista di film celebri come I 400 colpi (restaurato dalla Cineteca di Bologna e di nuovo al cinema), Jules e Jim, La mia droga si chiama Julie ed Effetto notte cominciò in veste di critico in quella fucina di talenti che rappresentarono i Cahiers du Cinéma, rivista cinematografica fondata da Andrè Bazin.

Da quelle pagine i futuri registi Jean-Luc Godard, Éric Rohmer, Jacques Rivette e lo stesso Truffaut fustigarono il cinema tradizionale, il cosiddetto cinema de papa, mettendo invece sul piedistallo registi fuori dagli schemi come Jean Renoir, Alfred Hitchcock e Roberto Rossellini.

Ben presto questi giovani critici, chiamati per la loro intransigenza "giovani turchi", decisero di mettersi dietro la macchina da presa scrivendo una pagina rivoluzionaria del cinema che va sotto il nome di Nouvelle Vague. Truffaut rimane sicuramente il più conosciuto, ma soprattutto il più fruibile, di quel movimento. I suoi 21 film non hanno risentito del tempo e ci trasmettono oggi come allora la stessa intensità.

La grandezza di Truffaut sta proprio nell'avere tracciato una specie di comédie humaine alla maniera di Balzac (autore amatissimo dal regista, e lettura del giovane Antoine Doinel ne I 400 colpi). La cinepresa del regista ci ha mostrato le debolezze borghesi, gli amori infelici, gli amor fou, le incomprensioni familiari, le difficoltà nel diventare adulti e la leggerezza nei sentimenti dei bambini. È difficile scegliere un singolo film di Truffaut, perché sono quasi tutti belli ed emozionanti, quasi tutti ci raccontano una sfaccettatura della nostra vita.

Per cancellare la tristezza di questo trentesimo anniversario della sua morte, possiamo provare a svincolarci e ricordare, grazie sempre al calendario, un altro evento, molto felice, che cade nel 1974, 40 anni fa. Truffaut fu infatti premiato con il premio Oscar per il miglior film straniero per Effetto Notte. Un atto d'amore per il cinema, un film che celebra la settima arte.

Giusto per capire quanto Truffaut adorasse il suo mestiere è bene rileggersi ciò che scrisse nel 1969 sulla rivista Esquire. Dove il cinema e la vita diventano una cosa sola: "Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia, costruire un oggetto che è allo stesso tempo un giocattolo inedito e un vaso dove si disporranno, come se si trattasse di un mazzo di fiori, le idee che si provano in questo momento o in modo permanente. Il nostro film migliore è forse quello in cui riusciamo a esprimere, più o meno volontariamente, sia le nostre idee sulla vita che le nostre idee sul cinema".

Fonte: Huffington Post - ottobre 21, 2014

I 400 colpi


Antoine Doinel (primo dei cinque film in cui Jean Pierre Leaud interpreta Doinel)
Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 <a href=Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Truffa10" />


Come una madre che osserva e veglia, nelle prime immagini del primo capolavoro di Truffaut, quello che lo ha fatto passare dai banchi di scuola dei "Cahiers du Cinema" alla cattedra della macchina da presa, la Tour Eiffel è sempre presente, e domina Parigi.

I 400 colpi è anche il primo film del personaggio Antoine Doinel, alter ego del regista, sempre interpretato da Jean Pierre Leaud, che accompagnerà nella vita cinematografica il cineasta francese.

Antoine Doinel è un bambino che vive con la giovane madre e il patrigno. Ha poca voglia di studiare e si diverte ad andare al cinema, a marinare la scuola, a compiere piccoli furti, oppresso da una famiglia che pensa troppo a se stessa e lo relega a buttare via la spazzatura o ad andare a comprare il latte, lasciando ai compagni di scuola il compito di accompagnarlo all'adolescenza. Il riformatorio diventerà il trampolino per il tuffo nel mare della vita.

Manifesto della Nouvelle Vague francese, il primo film di Truffaut è un inno alla libertà dell'infanzia, in parte autobiografico, che disegna e descrive le vicende di un bambino, nel quartiere in cui il regista è nato.

La forma filmica è immediata, viva, realista, strizza l'occhio a Rossellini, e rappresenta i volti e le vite dei piccoli uomini nelle strade parigine, nelle sue sfaccettature più intime, nei discorsi fra amici che condividono gli stessi luoghi.

La poesia dei primi anni dell'esistenza risulta apparentemente rotta dalla coercizione del riformatorio, insieme di rigide regole che dovrebbero indicare la retta via; è però nell'ultima magica sequenza, mostrata secondo dopo secondo nel più classico stile della "Nouvelle Vague", in quella corsa di Doinel verso il mare, che i capelli possono finalmente seguire il vento, e lo sguardo finalmente perdersi senza paura verso gli anni dell'età adulta.

Fonte: mymovies.it
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Manerbio
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMer 22 Ott 2014 - 9:51

22 ottobre 1866 – Annessione (all'Italia) attraverso plebiscito del Veneto, a seguito della sua cessione dalla Francia.

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I veneti contestano (da sempre) che l'annessione, in origine e nei documenti, sia fatta all'Italia. Essi affermano che non era prevista alcuna annessione, ma semplicemente la ristabilazzazione della Repubblica di Venezia. Quel successe potè succedere solo in virtù del fatto che le truppe Piemontesi erano ormai in zona e certo non avrebbero in alcun modo rinunciato a loro volta di occupare un Veneto disarmato.
Avrebbero i veneti a quel punto, potuto contrastare il Regio Esercito dei Savoia?
Assolutamente no.
Detto questo, pare a me ora, che dato per pacifico quest'ultimo dato, la faccenda sia in realtà andata nel miglior modo possibile.

Io sono Veneto, non so cosa avrei potuto pensare allora.
So quello che penso adesso.
E adesso so che son felice, felicissimo, oltremodo orgoglioso che mia patria,  mia gente, siano dall'Alpe a Pantelleria.

Pubblico qui una poesia di Ignazio Buttitta, poeta di Bagheria, che dalla Sicilia venne  a combattere a soli 17 anni con mio nonno (tutti e due Ragazzi del "99), sul fronte Veneto in prima linea.

Un populu | mittitulu a catina | spugghiatulu | attuppatici a vucca | è ancora libiru. || Livatici u travagghiu | u passaportu | a tavola unni mancia | u lettu unni dormi | è ancora riccu. || Un populu, diventa poviru e servu | quannu ci arrubbano a lingua | addutata di patri: è persu pi sempri.  

Un popolo rimane libero anche se lo mettono in catene, se lo spogliano di tutto, se gli chiudono la bocca; un popolo rimane ricco anche se gli tolgono il lavoro, il passaporto, la tavola su cui mangia, il letto in cui dorme. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua ereditata dai padri: allora sì, è perso per sempre.

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Per cronaca,e per chi voglia leggere,
i fatti del ( finto ) referendum del 22 Ottobre 1866 con cui il Veneto avrebbe chiesto l'annessione al Regno d'Italia.
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Il Veneto nel 1866 non è mai stato ceduto all’Italia  
E’ diventato ormai noto presso i Veneti,  ma non solo, che la nostra terra è stata annessa al Regno d’Italia con un plebiscito farsesco, organizzato domenica 21 e lunedì 22 ottobre dell’anno 1866.
Ricorre in questi giorni il 145esimo anniversario di quegli eventi, giusto per ricordare che le istituzioni italiane festeggiano i 150 anni dell’Italia Unita, senza il Veneto, ovviamente.

Ritengo, però, che si sia finora travisato il vero valore di questa procedura referendaria. Molti studiosi ed esperti della materia hanno descritto le operazioni di voto come “cosmetiche”, portando alla luce le violazioni compiute (pressioni, intimidazioni, voto palese) come offensive principalmente sul piano morale e storico, come una ciliegina amara su una torta pasticciata.

L’idea diffusa è che il voto del plebiscito sia stato solo una formalità, stante che, come da più parti si dice, la cessione del Veneto era avvenuta addirittura prima del voto! Recitava infatti un trafiletto sulla “Gazzetta di Venezia” di sabato 20 ottobre 1866: “Questa mattina [cioè venerdì 19] in una camera dell’albergo d’Europa si è fatta la cessione del Veneto”. Occorre fare attenzione, però, a non saltare a conclusioni affrettate: è infatti scientificamente scorretto interpretare una fonte storica alla luce di ciò che avverrà, cioè sapendo già come andrà a finire. Non è scritto da nessuna parte, infatti, che quel giorno, in quell’albergo, il Veneto sia stato ceduto all’Italia.

E’ sulla base di tale interpretazione, secondo me errata, che si basano le visioni storiche che qualificano il plebiscito del 1866 come una inutile formalità di adesione ad una situazione di fatto già sostanzialmente costituita e decisa da altri, come a dire che “il 19 ottobre il Veneto era già passato dalla Francia all’Italia, due giorni prima del plebiscito”, ma non è affatto così.

Ma se non è stato ceduto all’Italia, il Veneto a chi è stato ceduto? La risposta non è ovvia, ed è forse la più impensabile: il Veneto è stato ceduto a sé stesso.

La questione veneta, “risolta” nel 1866, ha visto come attori partecipanti, nell’ordine, l’Austria, la Francia, l’Italia, e… il Veneto (o, meglio, “la Venezia”, cioè tutto il territorio dell’attuale Regione Veneto, con anche Pordenone ed Udine, “ e Mantova”, riconosciuta come provincia non appartenente al territorio della Venezia). Queste 4 parti sceniche sono invece personificate da 6 attori: il commissario austriaco Gen. Karl Moering, il commissario francese Gen. Edmond Leboeuf, il commissario italiano Gen. Genoa Giovanni Thaon di Revel, e i 3 notabili rappresentanti del territorio conteso, due veneti (l’assessore della municipalità veneziana Conte Luigi Michiel ed il podestà di Verona, Edoardo De Betta) e un mantovano (Achille Emi-Kelder, assessore della municipalità di Mantova).

Analizzando opportunamente le memorie, quasi una confessione, del commissario italiano Thaon di Revel, scopriamo cosa è successo davvero in quell’albergo la mattina del 19 ottobre di 145 anni fa.

Pare opportuno partire dal ruolo dei 3 notabili, comprese le modalità della loro scelta. Scrive Thaon di Revel: “Dovevo pure risolvere la questione dei tre notabili, scelti dalla Francia e chiamati a ricevere da questa il Veneto a lei ceduto dall’Austria. [...] Le idee di Leboeuf su tale funzione, dapprima incerte, tendevano ora a darle grande solennità. [...] Scegliendo gl’individui che si proponevano da Parigi si creava un’autorità speciale sul Veneto, che poteva dar luogo a qualche aspirazione autonoma od anche repubblicana per Venezia. Dovrebbero essi indire il Plebiscito od affidarne l’incarico ai Municipi?”


Revel appena dopo parla anche apertamente dei metodi  mafiosi usati per pilotare la scelta dei notabili, e pare quasi compiacersi della sua abilità diplomatica: “Miniscalchi, Strozzi, Giustiniani ed altri eran degnissimi gentiluomoni e perfettamente adatti per tale scelta, se non vi ostassero le considerazionei sovraesposte; perciò pensai bene, sin dai primi giorni, di esporre condifenzialmente le mie idee a Ricasoli, fra le quali eravi quella di far sentire a quei signori, che sarebbero richiesti [cioè “chiamati”] da Leboeuf, direttamente o per intermediario, che il Governo [italiano] desiderava ch’essi declinassero l’invito. Mi riservavo poi di condurre Leboeuf, senza che si avvedesse del partito preso, a richiedere Michiel, De Betta ed Emi-Kelder”.

Se la scelta dei notabili è stata pilotata, modalità di svolgimento del plebiscito invece sono state decise unicamente dall’Italia. Ci confessa Revel: “Quando la sera del 16 di ritorno da Verona, giunsi all’albergo [a Venezia], vi trovai 1300 copie del manifesto Reale pel Plebiscito [...]. Telegrafai subito a Cugia [Efisio Cugia, Ministro della Guerra italiano dal 22 agosto 1866]: ”Ricevuto manifesto, ignorandone esistenza non potei preparare Generale francese. Temo protesta motivo data da nessuna menzione in esso della Francia. Voglia Vostra Eccellenza tenere a calcolo difficoltà della posizione””. Poi Revel continua a narrare:
“Altro che cessione! Il 17, alle 8 del mattino, mi vedo arrivare Leboeuf con in mano un giornale, nel quale era stampato tutto il Decreto Reale! Era fuori di sé; non parlava, non gridava, ma urlava, che era una violazione del trattato, un insulto alla Francia, e protestava che senza un ordine preciso del suo Imperatore, non cedeva il Veneto. [...] Avevo davanti ai miei occhi il Regio Decreto in data 7 ottobre, firmato Vittorio Emanuele, che fissava il 21 e 22 stesso mese per la votazione del Plebiscito, e non solo lo leggevo stampato nel giornale, ma sapevo che era affisso in tutta la provincia di Treviso; ne avevo 1300 copie per Venezia ed estuario; Leboeuf me ne aveva portato una copia; e si voleva [dal governo italiano] che dicessi al Commissario francese ch’egli si sognava un Regio Decreto che non esisteva!”.


Sembra una farsa, ed anzi lo è, ma è proprio con queste premesse e con questi metodi che il Regno d’Italia ha ottenuto di annettere il Veneto nel 1866.
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MessaggioTitolo: Re: Succede oggi. I giorni della nostra storia.   Succede oggi. I giorni della nostra storia. - Pagina 24 Icon_minitimeMer 22 Ott 2014 - 10:50

Grazie per la collaborazione Sergente Manerbio. Smile
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