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 Le notizie di jara

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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeVen 1 Ott 2010 - 21:53

Rischio stipendi in 75% atenei

(ANSA) - BOLOGNA, 1 OTT- Per il rettore di Bologna senza un adeguato rifinanziamento il 75% degli atenei d'Italia non potrebbe pagare gli stipendi al personale Il Senato Accademico ieri ha stimato in 60 mln il taglio delle risorse per il 2011. Per Dionigi il fondo di rifinanziamento degli Atenei 'e' vitale e dovuto': vitale 'per confermare servizi essenziali che gia' funzionano' e dovuto 'perche' laddove si proclama un criterio meritocratico, qualche motivo ci sara' se Bologna e' in testa alle classifiche'.
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeLun 4 Ott 2010 - 10:34

Edilizia: Buzzetti, mercato opere pubbliche fermo

ROMA (MF-DJ)--"C'e' un gran fermo nel mercato italiano delle opere pubbliche. Il rallentamento e' colpa di lavori che non ci sono. In tre anni gli investimenti sono calati circa del 20%, e di oltre il 30 solo nell'edilizia abitativa". E' quanto dichiara Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, l'Associazione dei costruttori edili, in un'intervista a Repubblica.

Buzzetti evidenzia la situazione di grande disagio che sta vivendo il settore dell'edilizia. Le imprese piu' grandi, continua il presidente dell'Ance, stanno spostando la propria attivita' all'estero per mancanza di lavoro in patria, mentre quelle piu' piccole faticano anche a trovare lavoro all'estero.

"Si sono chiusi tutti i rubinetti pubblici - continua Buzzetti - e questo infastidisce gli imprenditori. Le pubbliche amministrazioni hanno anche cominciato a ritardare i pagamenti: non solo non ci sono soldi per le opere pubbliche ma addirittura lo Stato per non fallire fa fallire le imprese".
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeLun 4 Ott 2010 - 14:01

La sfida delle monete, tutti contro tutti
Obama vuole svalutare il dollaro


Manello scontro Usa-Pechino a rimetterci per adesso è l'euro. Il giocopericoloso con cui la Fed tenta di trasferire la crisi americana alresto del mondo

NEW YORK - Tutti contro tutti nella guerra dellemonete: Barack Obama e il suo banchiere centrale Ben Bernanke applicanouna tattica spregiudicata che ebbe un lieto fine (ma solo per gliamericani) esattamente venticinque anni fa. Fu una poderosasvalutazione del dollaro - perse il 54% rispetto al marco tedesco eallo yen giapponese in due anni - a salvare l'America di Ronald Reagandalla recessione dei primi anni Ottanta. E' un nuovo tracollo deldollaro il gioco pericoloso con cui la Federal Reserve tenta ditrasferire la crisi americana al resto del mondo.

Oggi ilconcorrente cruciale per l'America è la Cina, un interlocutore menomalleabile del Giappone anni 80. E Pechino ha il vantaggio di averstudiato l'alto costo che la rivalutazione dello yen imposeall'economia nipponica, precipitandola in una crisi da cui non è maiuscita. Intanto, dalla sfida tra Washington e Pechino per ora esce unsolo perdente: l'Eurozona, costretta a subìre passivamente un nuovorialzo della sua moneta che rischia di uccidere sul nascere la ripresadelle esportazioni europee.

Questo spiega la mossa di NicolasSarkozy, che in vista della presidenza francese del G20 (a novembre)cerca disperatamente di coinvolgere la Cina in una "pace mondiale"delle monete. O almeno un armistizio. Il presidente Hu Jintao sarà aParigi a novembre. Per allora la Francia lavora a un accordo con laCina sul "coordinamento delle politiche di cambio e la stabilità delsistema monetario internazionale", secondo quanto rivelato ieri dal Financial Times.

Ilmodello è quello dei mega-accordi degli anni Ottanta: il 22 settembre1985 all'hotel Plaza di New York, il 22 febbraio 1987 al Louvre(nell'ala del museo parigino che allora ospitava il ministero delTesoro). Il contro-modello, ovvero l'Apocalisse che tutti a paroledicono di voler evitare, è la spirale delle svalutazioni e deiprotezionismi che negli anni Trenta aggravò la Grande Depressione e laprolungò fino alla seconda guerra mondiale.

L'iniziativa dellaFrancia non dispiace a Washington. Per l'America qualunque cosaassomigli all'accordo del Plaza evoca fausti ricordi. A quell'epoca ilclub della governance globale era il G6 (l'Italia non ne faceva parte).Oggi ovviamente è il G20 dove siedono le potenze emergenti come CinaIndia e Brasile, tutte molto importanti nella tempesta valutaria cheimperversa da settimane. Due antefatti sono cruciali per capire ilprecipitare degli eventi. Da una parte il fiasco del cosiddetto G2,cioè dell'asse sino-americano.

Naturalmente non è mai esistitoil progetto di un direttorio a due per governare il mondo, peròall'inizio dell'Amministrazione Obama il dialogo tra le superpotenzeprometteva bene. Poi è andato quasi tutto storto: dal mancato accordodi Copenaghen sul clima, alla rivalutazione del renminbi, promessa emai attuata (se non a dosi omeopatiche, di nessuna efficacia).

Nelfrattempo è successo che la ripresa economica americana si è esaurita.E Obama ha perso ogni margine di manovra politica interna per unrilancio della crescita attraverso nuove iniezioni di spesa pubblica. Aquesto punto la Federal Reserve ha tirato fuori la vecchia arma: lasvalutazione del dollaro, per l'appunto. Proprio quella che funzionòfelicemente ai tempi di Ronald Reagan. Quando presidente della Fed eraPaul Volcker che oggi è un consigliere di Obama.

L'economiaamericana passò da una decrescita (meno 0,3% del Pil) all'inizio dellapresidenza Reagan nel 1980, a una crescita del 4,1% del Pil al terminedel suo secondo mandato nel 1988. Nello stesso periodo il tasso didisoccupazione scese dal 7,1% al 5,5% della forza lavoro. Ilmiglioramento della competitività rispetto ai due concorrenti diallora, Giappone e Germania, fu uno dei fattori di quella ripresa.Ovvio che Obama e Bernanke guardino con nostalgia a quell'epoca.

Certo,nel frattempo l'economia americana è cambiata, la sua basemanifatturiera si è rattrappita, molte produzioni sono statedelocalizzate definitivamente in Asia e in altri paesi emergenti,nessuna svalutazione del dollaro basterà a farle tornare. Ma tant'è,anche se il dollaro debole avrà un beneficio inferiore rispetto aitempi di Reagan, è meglio che niente. Soprattutto se l'alternativa perObama è la paralisi, l'attesa passiva della batosta elettorale dinovembre. E così Bernanke è sceso in campo. Ha annunciato che la Fed èpronta a immettere generose dosi di liquidità nell'economia. Lo faràacquistando titoli del Tesoro sul mercato, e stampando dollari percomprarli.

Poiché la moneta risponde all'equilibrio delladomanda e dell'offerta, crearne in eccesso ha come conseguenza la suaperdita di valore. Infatti sono forti gli effetti d'annuncio delleparole di Bernanke: ogni volta che ha promesso l'aumento dellaliquidità il dollaro ha perso in media il 6,6% sulle altre monete come"prezzo psicologico", prima ancora che la Fed passi all'azione. Ilproblema però è che l'indebolimento è stato seguito quasi integralmentedal renimnbi, la moneta cinese. Che è rimasta quasi incollata alribasso del dollaro.

La Cina continua nella politica disempre: mantenere un cambio artificialmente basso, come aiuto alle sueesportazioni. In questo gioco si è inserito il Giappone. Preoccupataperché lo yen stava salendo alle stelle, la banca centrale di Tokyo neha venduto sui mercati per 25 miliardi di dollari. Dalla Corea del Sudall'Inghilterra, molte banche centrali fanno lo stesso. E' la "guerramondiale delle monete" denunciata dal Brasile.

Per ora c'è unperdente sicuro: l'euro, balzato a quota 1,379 sul dollaro. Questo ègià un vantaggio non trascurabile per gli Stati Uniti. Produzioni edesportazioni made in Usa e made in Europa sono decisamente più similifra loro, rispetto alle specializzazioni dell'industria cinese.Guadagnare competitività sull'Eurozona attraverso il dollaro debole èuna mossa che agli Stati Uniti fa bene comunque. Verso la Cina adessoWashington sfodera altre forme di pressione. Il Congresso ha giàapprovato una legge che autorizza Obama a colpire con dazi doganalitutte le merci made in China, se Pechino non rivaluta in misuraconsistente il renminbi. Un altro disegno di legge che potrebbe passarea novembre prevede un castigo fiscale per le multinazionali Usa chedelocalizzano attività all'estero.

Pur sotto pressione, la Cinaha le sue buone ragioni per resistere. L'accordo del Plaza, visto daPechino è un precedente molto pericoloso. Nel 1985, imponendo alGiappone di rivalutare lo yen, Reagan pose le premesse per la fine delmiracolo nipponico. Entro la fine di quel decennio esplose la bollaspeculativa di Tokyo, l'economia del Sol levante entrò in un tunneldecennale di stagnazione. Oggi il braccio di ferro sulle monete traWashington e Pechino assomiglia a una partita per decidere chi sarà il"prossimo Giappone". Finora questo rischio ha riguardato l'America,bloccata in un dopo-recessione senza vera crescita.

Adesso icinesi temono che li si voglia lasciare col cerino acceso,accollandogli una pesante perdita di competitività. Il premier cineseWen Jiabao lo ha detto esplicitamente a Obama: "Una poderosarivalutazione del renminbi non risolverebbe il vostro deficit conl'estero, ma farebbe chiudere migliaia di aziende cinesi che lavoranoper l'export". Non a caso ieri Wen Jiabao era ad Atene, ad annunciareche "la Cina farà uno sforzo per sostenere la Grecia, e tuttal'Eurozona". Nella guerra delle monete ognuno sta cercando diconquistarsi alleati, per spostare i rapporti di forza se mai si dovrànegoziare l'armistizio.

http://www.repubblica.it/economia/2010/10/03/news/la_sfida_delle_monete_tutti_contro_tutti_obama_vuole_svalutare_il_dollaro-7666004/
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeMar 5 Ott 2010 - 18:43

Moody's promuove la Grecia e le Borse europee corrono. L'euro rompe la soglia 1,38 dollari


Dopo un'apertura in rialzo Wall Street ha accelerato con ilDow Jones in crescita dell'1,5%, lo S&P 500 dell'1,7% e il NasdaqComposite del 2,25 per cento. Sugli scambi ha influito positivamente ildato dell'indice Ism, diffuso alle 16 (ora italiana) che monitoral'andamento del comparto dei servizi negli Stati Uniti. A settembre èsalito più del previsto a 53,2 punti da 51,5 punti di agosto. Leprevisioni erano per un rialzo a 52 punti. Sono andate molto bene anchele Borse europee, dopo una mattinata contrastata.
L'inversione di tendenza è seguita al giudizio positivo espresso daMoody'ssugli sforzi della Grecia nel riformare le sue finanze pubbliche. Ilistini del Vecchio Continente hanno chiuso con rimbalzi vicini a 2punti percentuali. L'indice Ftse Mib ha terminato con un progresso del2,09%, a 20.510 punti, mentre l'All Share sale dell'1,97%. In evidenzai titoli bancari, i cementi, Telecom, Cir e Fonsai. I mercati accolgono anche la notizia positiva del taglio dei tassi annunciati dalla Banca del Giappone(che ha azzerato il costo del denaro) unitamente a un'iniezione diliquidità per 60 miliardi di dollari stanziati per acquistare titoli diStato e altri asset finanziari. A questa notizia fa, però, da contraltrare quella dell'agenzia di rating Moody's che
ha messo sotto osservazione il rating A2 dell'Irlanda per un possibile declassamento. A Piazza Affari. Spicca ancora la "galassia Ligresti". Dopo i movimenti di Vincent Bolloré nell'azionariato di Premafin, vola Fondiaria-Sai, con gli acquisti che premiano anche Milano Assicurazioni.Tra i titoli a minor capitalizzazione in luce anche Coin in seguitoalle conferme dell'interessamento di Apax, Carlyle e Clessidra. Tra igruppi principali, sempre molto bene Ubi Banca, Cir, Mediolanum e UniCredit . Forti anche Telecom Italia e Intesa Sanpaolo. Cauti i difensivì Snam Rete Gas e Terna.Super euro. Ladivisa continentale ha superato quota 1,38 dollari salendo ai massimida otto mesi e mezzo. La moneta europea passa di mano a 1,3798 dollari,dopo aver toccato un massimo di 1,3812 dollari, sulla scia della mossa a sorpresa della BoJ.

Record dell'oro. Intanto questa mattina l'oro ha aggiornato, sul mercato dei future, il record a 1.339 dollari l'oncia.A dare propellente al metallo sono le crescenti incertezze sui contipubblici di alcuni Paesi dell'Eurozona, (stamani Moody's ha messo sottoosservazione con implicazioni negative il rating irlandese), una bruscaaccelerazione al ribasso del dollaro (fino a 1,3758 sull'euro) e alcuniacquisti di ordine tecnico. Da inizio anno l'oro si è apprezzato diquasi il 22 per cento. Sale anche l'argento al record da 30 anni: la sua quotazione è cresciuta a 22,18 dollari l'oncia. Moody's rilancia la Grecia.La determinazione della Grecia nel riformare le sue finanze pubblicheha «impressionato» Moody's, e i rischi sull'attuale rating ellenico«sono al rialzo» se Atene continua su questa strada. Lo ha detto oggi aVarsavia Anthony Thomas, un analista dell'agenzia di rating che ha tagliato il rating greco al livello '"junk" (spazzatura) lo scorso 14 giugno.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-10-05/borse-europee-stabili-attesa-092630.shtml?uuid=AYdH7sWC
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeGio 7 Ott 2010 - 18:43

Tarantola (Bankitalia): non trascurabile l'impatto di Basilea3 sulle grandi banche


L'impatto di Basilea3 sulle banche italiane «non sarà trascurabile» e peserà soprattutto su quelle di maggiori dimensioniche «mostrano attualmente livelli medi di patrimonializzazione menoelevati nel confronto internazionale». A dirlo Anna Maria Tarantola,vice direttore generale di Bankitalia, nel corso di una delle audizione alla Camera sugli effetti dell'accordo Basilea3.Le banche italiane potranno comunque contare su una «qualitàcomplessivamente buona del capitale», ha detto Anna Maria Tarantola, esulla «prevalenza di un modello di business tradizionale».
Ha assicurato che le banche italiane sapranno muoversi «con gradualità verso livelli di patrimonio più elevati» e ha invitato comunque gli istituti a proseguire sulla strada «del rafforzamento dei profili di capitale e di liquidità».

La debolezzadella struttura finanziaria delle piccole imprese, ha sottolineatoTarantola, potrebbe «incidere negativamente sulle condizioni di accessoal credito» dopo l'entrata in vigore di Basilea3.Tuttavia le imprese con meno di 20 addetti beneficeranno del fatto diessere finanziate prevalentemente dagli istituti bancari di medie epiccole dimensioni o da quelle banche che già oggi presentano in media«livelli di patrimonio superiori a quelli richiesti dalle nuoveregole». Sono queste, ha precisato il vice direttore generale di viaNazionale, le banche che anche durante la crisi hanno continuato adassicurare «un sostenuto flusso di credito all'economia».

Anche se ilsistema bancario é fondamentalmente sano in Italia, Tarantola hasegnalato che si sta «osservando una prolungata contrazione deiprestiti alle imprese che ha in parte riflesso le esigenze dialcuniintermediari di riequilibrare le condizioni di liquidità e dicapitalizzazione». Il nuovo sistema di regole, ha ricordato il vicedirettore generale di Bankitalia, arriva in coincidenza di una crisieconomica mondiale, «che ha investito anche il nostro Paese e dallaquale ancora oggi stentiamo a uscire, e che é costata all'Italia oltre6 punti percentuali di prodotto nel biennio».

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-10-07/tarantola-bankitalia-trascurabile-impatto-173722.shtml?uuid=AYQHqfXC
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeGio 7 Ott 2010 - 19:52

Crisi: C.Conti, bassa crescita
Giampaolino, fisco forte e rigidita' spesa fanno rischiare
07 ottobre, 19:28

(ANSA) - ROMA, 7 OTT - L'esame dei conti pubblici 'in bassa crescita e rigidita' della spesa' per la Corte dei Conti conferma 'ristretti margini di intervento'.Il presidente della Corte dei Conti Giampaolino l'ha detto in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, evidenziando come la stagnazione permanga data la pressione fiscale 'molto elevata e l'allarme rappresentato dal calo continuo delle entrate'.
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeGio 7 Ott 2010 - 20:51

Unioncamere: retribuzioni medie 2009
aumentate del 2% sull'anno precedente


Unaricerca su 211 aziende. La media nell'industria è 25.550 euro (+2,1%),nei servizi 26.430 (+1,8%). Gli uomini guadagnano il 13% in più delledonne (12,8% nel 2008). Il reddito lordo delle famiglie è però scesodell'1,4% per l'aumento dei disoccupati



MILANO -Nel 2009 la retribuzione media dei lavoratori dipendenti in Italia èstata di 25.980 euro, il 2% in più rispetto all'anno precedente. Alivello di famiglie, il reddito lordo è però sceso dell'1,4%, a causadell'aumento dei disoccupati.

E' quanto emerge dal rapporto"Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane" realizzato daUnioncamere e OD&M Consulting, con il contributo di Gi Group, sullabase di una ricerca condotta su 211 aziende.

Dall'indagineemerge che il differenziale tra i salari percepiti da uomini e donne èpassato a 13% a favore degli uomimi, dal precedente 12,8%.

Nel2009, inoltre, le retribuzioni nell'industria hanno registrato aumentimaggiori (+2,1% su anno, a quota 25.550 euro) di quelli ottenuti neiservizi (+1,8% a 26.430 euro).

http://www.repubblica.it/economia/2010/10/07/news/unioncamere_retribuzioni_medie_2009_aumentate_del_2_sull_anno_precedente-7827847/
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeVen 8 Ott 2010 - 10:37

Ancora rialzi benzina: Q8 +1,2 cent
Un litro costa 1,394, il gasolio sale a 1,277 euro
08 ottobre, 10:05

(ANSA) - ROMA, 8 OTT - Non si e' ancora esaurita la spinta al rialzo della benzina che ha caratterizzato tutta la settimana.

Oggi Q8 aumenta di 1,2 centesimi. Stando alla consueta rilevazione della 'Staffetta Quotidiana', la benzina Q8 costa 1,394 euro/litro; +1 centesimo sul gasolio che sale a 1,277 euro/litro. Ferme le altre compagnie. Dopo l'impennata di mercoledi', ieri i prezzi dei prodotti raffinati sul mercato del Mediterraneo erano invece scesi.
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeVen 8 Ott 2010 - 12:43

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=121946&sez=HOME_INITALIA
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MessaggioTitolo: Re: Le notizie di jara   Le notizie di jara - Pagina 31 Icon_minitimeVen 8 Ott 2010 - 12:47

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=121927&sez=HOME_NOSTRISOLDI
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