| | Pitture del nostro esercito | |
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Autore | Messaggio |
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francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 10:45 | |
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| | | Manerbio Maresciallo ordinario
Numero di messaggi : 303 Encomi : 3808 Data d'iscrizione : 20.06.14
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 10:53 | |
| Si si lo so bene, è stato menzionato più volte, l'ho inserito solo per dare una base al canto. PS Ascolta Razzi... falle un'account tutto suo e poi...tah tah tah tu leggi e la contesti | |
| | | francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 10:59 | |
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| | | Manerbio Maresciallo ordinario
Numero di messaggi : 303 Encomi : 3808 Data d'iscrizione : 20.06.14
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 11:38 | |
| Ho un leggero dissapore nei confronti di molti -ma non tutti ovviamente- di questi quadri a tema "lavoro": secondo me non rendono l'idea della fatica, della tribolazione che macera il corpo. Le persone se le guardi, hanno lineamenti, portamenti, ed abiti, che sempre non rendono giustizia alla loro vera tragica condizione. Il dipinto di Ilya invece si. Anche questo quadro di Ferraguti (*) per esempio, come anche le mondine, e son solo alcuni dei tanti sul lavoro nei campi, non trasmettono il dolore e la fatica. Gli uomini e le donne son belle, sdempre piacevoli e dolci nei lineamenti; ma invece al lavoro (soprattutto nei campi) non lo erano, erano cenciosi e tribolati, i volti duri. Guarda invece questo di Patini- che come ti ho detto non trovo quel quadro maledetto!- che ho sottomano, guarda se devi pensare se c'è o non c'è povertà e disagio. *("alla vanga", guarda il "caporale" che addocchia i lavoranti e li sprona, e c'è nella scena, addirittura un bimbetto che lavora. Ma se non ragioni, se non rifletti, non intuisci miseria, dolore, fatica e degrado. Che ci devono essere, se ci sono i bimbi che lavorano la terra con badili più grandi delle loro mani!!) FERRAGUTI ALLA VANGA PATINI | |
| | | francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| | | | Manerbio Maresciallo ordinario
Numero di messaggi : 303 Encomi : 3808 Data d'iscrizione : 20.06.14
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 12:31 | |
| Ggggggghh zozzamisserrria zozza, quel quadro lo devo trovare! E mi son buscato questo bellissimo bassorilievo di Vincenzo Vela per le vittime sul lavoro nella realizzazione del traforo ferroviario del Gottardo. Senti la descrizione: Per rendere più veloce il lavoro, furono sperimentate nuove tecniche per ridurre i costi, anche se la fretta con cui furono messe a punto fu la principale causa dei gravi e numerosi incidenti. Molti erano gli operai italiani inclusi nelle maestranze, che lavoravano duramente in condizioni massacranti per turni di 8 ore in un ambiente dove la temperatura superava i 30° gradi e l'aria era irrespirabile per la scarsa ventilazione e le esalazioni dei gas di scarico delle macchine. Anche gli alloggi erano malsani, molto disagiati e l'igiene pessima. Gli operai scioperarono per tali condizioni inumane, ma le forze dell'ordine fecero fuoco uccidendo quattro di loro. Le vittime del lavoro raffigura un gruppo di minatori che trasportano fuori dalla galleria il corpo di un collega rimasto vittima di un incidente. La scena è composta da quattro figure che avanzano mestamente nel buio, come in una marcia funebre, con una sola piccola lanterna tenuta alta da uno di essi e sospesa sul corpo dello sfortunato operaio, il cui braccio destro privo di vita penzola inerme. I protagonisti sono ritratti con estremo realismo. Ogni particolare del rilievo e l'asprezza del modellato quasi espressionistico contribuiscono a rendere la scena ancora più drammatica. Vela sottolinea la forza fisica degli operai, acquisita con il duro lavoro, forza che però non è stata sufficiente a sottrarre alla morte una giovane vita. | |
| | | francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 13:01 | |
| - Manerbio ha scritto:
- Ggggggghh zozzamisserrria zozza, quel quadro lo devo trovare!
E mi son buscato questo bellissimo bassorilievo di Vincenzo Vela per le vittime sul lavoro nella realizzazione del traforo ferroviario del Gottardo.
Senti la descrizione:
Per rendere più veloce il lavoro, furono sperimentate nuove tecniche per ridurre i costi, anche se la fretta con cui furono messe a punto fu la principale causa dei gravi e numerosi incidenti. Molti erano gli operai italiani inclusi nelle maestranze, che lavoravano duramente in condizioni massacranti per turni di 8 ore in un ambiente dove la temperatura superava i 30° gradi e l'aria era irrespirabile per la scarsa ventilazione e le esalazioni dei gas di scarico delle macchine. Anche gli alloggi erano malsani, molto disagiati e l'igiene pessima. Gli operai scioperarono per tali condizioni inumane, ma le forze dell'ordine fecero fuoco uccidendo quattro di loro. Le vittime del lavoro raffigura un gruppo di minatori che trasportano fuori dalla galleria il corpo di un collega rimasto vittima di un incidente. La scena è composta da quattro figure che avanzano mestamente nel buio, come in una marcia funebre, con una sola piccola lanterna tenuta alta da uno di essi e sospesa sul corpo dello sfortunato operaio, il cui braccio destro privo di vita penzola inerme. I protagonisti sono ritratti con estremo realismo. Ogni particolare del rilievo e l'asprezza del modellato quasi espressionistico contribuiscono a rendere la scena ancora più drammatica. Vela sottolinea la forza fisica degli operai, acquisita con il duro lavoro, forza che però non è stata sufficiente a sottrarre alla morte una giovane vita.
mai fu cosi appropriato davvero una bella opera ps: dammi qualche particolare in più dell'opera che cerchi, se ce l'hai; mi metto alla ricerca anche io | |
| | | Manerbio Maresciallo ordinario
Numero di messaggi : 303 Encomi : 3808 Data d'iscrizione : 20.06.14
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 13:10 | |
| Allora : è dipinta da un macchiaiolo da uno scosceso sentiero in terra battuta scendono due operai ( tipo gente che lavora di piccone, vestiti come quelli delle foto qui sopra) con una barella in pali di legno su cui è adagiato un loro compagno. Il braccio del ferito è abbandonato... Non ricordo altro... | |
| | | francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mar 18 Nov 2014 - 15:23 | |
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| | | francesco1017 Maresciallo capo
Numero di messaggi : 956 Encomi : 11582 Data d'iscrizione : 04.07.14 Età : 77 Località : Milano
| Titolo: Re: Pitture del nostro esercito Mer 19 Nov 2014 - 9:57 | |
| Tematiche sociali e del lavoro nella pittura dell'800Pittura francese Jean François Millet (1814 - 1875) .... . è un pittore francese, tra i maggiori esponenti del Realismo.Nacque a Gruchy, in Normandia, nel 1814, da una famiglia di contadini benestanti del Cotentin. Grazie ad una borsa di studi, nel 1837 si trasferì a Parigi per entrare come allievo nell'atelier di P. Delaroche, ma nella sua formazione ha avuto grande importanza anche il suo personale interesse per i maestri del passato che il giovane artista poteva studiare frequentando il museo del Louvre. Dal 1847 cominciò a frequentare altri artisti come Honorè Daumier, J. Duprè, C. Troyon e ad in teressarsi a tematiche sociali. In particolare, Millet si concentrò sul tema del lavoro in campagna, che divenne di qui in avanti il suo soggetto preferito.In quegli anni Millet sviluppò uno stile naturalistico nuovo, che avrà importanti conseguenze nella pittura. Il primo a riceverne un'influenza diretta fu l'amico Courbet, ma è stato importante anche l'impatto ricevuto da Van Gogh e da pittori simbolisti come Segantini. Il 1848 è anche l'anno in cui Millet si trasferì definitivamente a Barbizon, un piccolo borgo di campagna che offrì numerosi spunti per i suoi dipinti. Barbizon divenne anche meta di ritrovo di un gruppo di pittori paesaggisti, i pittori di Barbizon, guidati da Rousseau, con i quali Millet entrò in contatto e in amicizia, condivise l'interesse per la natura, ma inizialmente non aderì subito alla loro ricerca concentrata su una pittura esclusivamente di paesaggio.Millet in quegli anni era più interessato alla condizione umana, e le sue immagini di contadini, se pure inserite nel contesto naturale della campagna, rimanevano sempre dominanti nel quadro, figure eroiche nella loro difficile e ingiusta condizione di vita.Tra le opere più famose che Millet dipinse in questi anni si possono ricordare le Spigolatrici del 1857 e L'Angelus dell'anno successivo, conservati al Louvre; il Seminatore di Boston, e Andando al lavoro di Glasgow. A partire dal 1863, influenzato dalla pittura dell'amico Rousseau, Millet cominciò ad interessarsi maggiormente al paesaggio inteso come genere autonomo. Nacquero dipinti nuovi come Hameau-Cousin a Géville del 1868 e opere in cui sperimenta anche altre tecniche come ad esempio i pastelli usati in Primule del 1868. La pittura di Millet in questa seconda fase della sua carriera artistica subisce un orientamento nuovo che porterà molte conseguenze nelle generazioni più giovani di artisti. Il suo insegnamento verrà colto e sviluppato da pittori come Pissarro, Gauguin, Seurat, Segantini, ma soprattutto Van Gogh, che si ispira all'opera di Millet in diverse occasioni. Le Spigolatrici" /> L'Angelus " />
Ultima modifica di francesco1017 il Mer 19 Nov 2014 - 9:59 - modificato 1 volta. | |
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