1- IERI ERA SOLO BERLUSCONI SOTTO LA LENTE DEI PM, OGGI TUTTO IL
GOVERNO E DINTORNI
- 2- FOSSE SOLO BERTO-LISO, SCAJOLA, LUNARDI. È TUTTO UN "COMITATO DI
AFFARI SPORCHI"
- 3- UN FILONE RIMASTO ANCORA SOTTOTRACCIA STA PER TRAVOLGERE ALTI
DIRIGENTI RAI NEI LORO RAPPORTI CON DEI PRODUTTORI TV: VIAGGI, PREBENDE,
’COCCOLE’ SESSUALI
- 4- L’ALTRO FRONTE È L’EDILIZIA CARCERARIA E I RAPPORTI DI ANEMONE COI
SERVIZI SEGRETI
- 5- IL GRAN FLUSSO DI DENARO NERO CHE È CIRCOLATO TRA LE MANI DELLA
CRICCA BALDUCCI-ANEMONE-SCAJOLA-LUNARDI AVREBBE ORIGINE DA SCAMBI DEL
TIPO: IO DO UN APPALTO A TE, SENZA GARA E STRAPAGATO, TU IN CAMBIO MI
FAI UN REGALO IN MATTONI
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1 - IERI ERA BERLUSCONI SOTTO SCHIAFFO DEGLI INQUIRENTI,
OGGI TUTTO IL GOVERNO E DINTORNI
Gianluigi Nuzzi per LiberoFosse solo Bertolaso, solo Scajola, solo Lunardi. Lo slancio delle
procure di Roma, Firenze e Perugia coinvolge il governo in un abbraccio
che rischia di essere mortale. I segnali sono convergenti.
Nell'inchiesta su Denis Verdini, ad esempio, il procuratore capo della
capitale, Giovanni Ferrara, ha condiviso con i pm la scelta di attendere
che passassero le elezioni regionali prima di uscire allo scoperto.
Evitando strumentalizzazioni che potessero azzoppare un'inchiesta che è
solo agli inizi. Nelle carte degli inquirenti emergono elementi da
valutare che potrebbero coinvolgere entro l'estate altri esponenti di
governo. In tutto cinque tra ministri ed ex ministri compreso proprio
Scajola che si è dimesso.
2giu19 innoncenzi berlusconi lunardiberlusconi letta e bertolaso I nomi sono top secret perché non risultano indagati dalle procure
che stanno lavorando su un flusso informativo senza precedenti tra
testimoni e, soprattutto, bobine di registrazioni telefoniche.
COCCOLE IN TVI nomi sono top secret perché non
risultano indagati dalle procure che stanno lavorando su un flusso
informativo senza precedenti tra testimoni e, soprattutto, bobine di
registrazioni telefoniche. Le ulteriori avvisaglie si avranno da lunedì
quando i pm fiorentini catapulteranno metri cubi di carte nel primo
processo pilota alla cricca. Inevitabile l'amplificazione mediatica con
una pioggia di intercettazioni, deduzioni e polemica politica. Questo
non sembra preoccupare più di tanto gli uffici giudiziari che segnano
uno scarto significativo tra quanto finora emerso e quanto raggiunto
nelle indagini.
Mara CarfagnaL'esempio arriva certo da un filone rimasto ancora sottotraccia e che
sta per coinvolgere alti dirigenti Rai nei loro rapporti non proprio di
equilibrio, per usare un eufemismo, con dei produttori televisivi.
Viaggi, prebende, coccole per dirla con un termine tondo che sono
inopportune nei rapporti delicati tra fornitore e azienda di Stato dove
chi decide risponde come incaricato di pubblico servizio, insomma quasi
un pubblico ufficiale. L'indagine ha raccolto fatture e varia
documentazione prima di emergere con inevitabili contraccolpi.
Berlusconi stringe la mano a Denis Verdini
coordinatore del PDL L'altro fronte è quello dell'edilizia carceraria che compare agli
atti di Firenze (e non di Roma) e che si congiunge inevitabilmente sui
lavori e la crescita di Anemone che aveva una certa confidenza con
settori dei servizi di sicurezza delle passate gestioni.
La grande anomalia di questa nuova ondata di inchieste rimane
comunque la lontananza siderale tra le indagini e la figura del
presidente del Consiglio. Oggi il premier si ritrova a difendere i
cerchi più vicini di collaboratori per episodi come quelli di Scajola
che se provati sono da considerarsi lunari.
È grottesco solo immaginare che Berlusconi possa essersi seduto a
questi fantomatici "comitati di affari" ma la novità di questa offensiva
giudiziaria è in estrema sintesi proprio questa
verdini berlusconi larussa jpegAngelo Balducci e Diego Anemone Berlusconi
è dal 1994 che difende se stesso e la spunta su decine di inchieste
che l'hanno coinvolto per qualunque cosa. Mai si era ritrovato a dover
difendere personaggi politici per vicende delle quali non conosce
contenuto o confini. È grottesco solo immaginare che Berlusconi possa
essersi seduto a questi fantomatici "comitati di affari" ma la novità di
questa offensiva giudiziaria è in estrema sintesi proprio questa: la
falcidia dei collaboratori di governo, delle rappresentanze che possono
essersi macchiati di colpe, aver partecipato o solo condiviso interessi
in quella zona grigia tra politica e affari ampiamente
strumentalizzabile in un periodo come questo.
Colpe e interessi non portati a conoscenza ovviamente del premier,
fatto che oggettivamente ora si pone come vulnus nella difesa politica
dell'insieme.
MACCHINA DA GUERRAIn più qualsiasi garantismo
sparisce se le storie si presentano sghembe come quella di Scajola che
forse proprio non essendo indagato avrebbe potuto chiedere una tutela
dagli uffici giudiziari presentando memorie, aprendo canali di dialogo
dove possibile, in sintesi per chiedere la secretazione degli atti e
conquistare quel tempo prezioso che non ha avuto per capire, come ha
detto in conferenza stampa, quanto accaduto.
Purtroppo il tempo non corre per tutti allo stesso modo. I giornali
offrono ogni particolare, le procure stanno affrontando indagini che
sembrano sempre più estese. L'agenda investigativa si mostra come una
macchina da guerra che non troverà più saldature con le necessità della
politica.
Diego AnemoneBertolaso e Anemone2 - QUELL'INCARICO DI COSTRUIRE UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI SEDI
DEI SERVIZI SEGRETI
Roberta Catania per LiberoNel mirino della procura di Perugia c'è il vecchio incarico di
Claudio Scajola come ministro dell'Interno. Due anni prima che comprasse
la casa di nove vani con vista sul Colosseo (con l'acquisto del 6
luglio 2004 a cui si sospetta abbia contribuito Diego Anemone con
900mila euro), il titolare del Viminale avrebbe infatti elargito
«preziosi favori» all'imprenditore.
Addirittura, si vocifera nei corridoi degli uffici giudiziari,
sarebbe stato l'esponente del PdL a far diventare l'indagato un grande
imprenditore, che a sua volta si sarebbe quindi sdebitato con il regalo
in mattoni.
SERVIZI SEGRETIAgli atti ci
sarebbe l'incarico di costruire una delle più importanti sedi dei
Servizi segreti: la palazzina del Sisde in piazza Zama, a Roma, con
relativo conferimento del Nos (il nulla osta sicurezza che permette di
lavorare in posti sensibili e, quindi, nei cantieri per il G8). Una
circostanza che chiuderebbe il cerchio dei favori immobiliari venuti
pochi giorni fa allo scoperto.
Angelo BAlducci - Diego Anemone e Maudo
della Giovampaola (Dal Giornale)Il giovane costruttore, all'epoca, si sarebbe infatti mosso anche
grazie al benestare del responsabile dell'ufficio logistico degli 007,
che all'epoca era il generale della guardia di finanza Francesco
Pittorru, finito nel mirino per gli altri due appartamenti comprati sei
anni fa all'Esquilino grazie ad Anemone.
Il generale Saverio Capolupo e il generale
Francesco PittorruNel capoluogo umbro i magistrati stanno lottando contro il tempo per
tracciare tutti i movimenti di denaro della cricca. Soprattutto quelli
che legherebbero Diego Anemone ai due ex ministri, il dimissionario
Claudio Scajola e Pietro Lunardi, che nel precedente governo Berlusconi
era a capo delle Infrastrutture. La scadenza è già segnata: tra otto
giorni, venerdì 14 maggio, l'ex titolare dello Sviluppo Economico è
atteso negli uffici giudiziari per spiegare la presunta
compartecipazione dell'imprenditore all'acquisto della casa di via
Fagutale.
il magistrato ACHILLE TORO Dall'altra parte, invece, i colleghi di Firenze sono già un passo
avanti. Ieri il gip Rosario Lupo ha accolto la richiesta di giudizio
immediato per i quattro indagati della Scuola dei Marescialli e ha
fissato la prima udienza per il 15 giugno prossimo. Una decisione che
significa solo una cosa: è stata confermata l'evidenza delle prove,
nonostante gli interessati abbiano sempre negato qualunque
coinvolgimento.
L'attore Filippo Balducci e l'ex magistrato
Achille ToroIL FILONE TOSCANOCon l'avvio del processo
toscano, gli inquirenti depositeranno le carte del filone rimasto loro
dopo l'apertura dello stralcio perugino (per l'incompetenza territoriale
che mandava le carte a Roma e il conseguente conflitto di interessi
generato dalla presenza tra gli indagati del procuratore aggiunto
Achille Toro) .
Con l'imminente deposito in cancelleria di 33 faldoni, senza contare i
24 già usciti e che a febbraio svelavano il «sistema gelatinoso della
cricca», i magistrati fiorentini annunciano sorprese. Voci impazzite
parlano di altri nomi importanti che sarebbero rimasti «incastrati» in
quei nove dossier tuttora inediti.
balducci g BALDUcci azzopardi Gli
avvocati che difendono i protagonisti (i funzionari della Protezione
civile Angelo Balducci e Fabio De Santis, in carcere, e gli imprenditori
Guido Cerruti e Francesco Maria De Vito Piscicelli, ai domiciliari) non
hanno potuto fare nulla contro i togati. L'altro ieri è arrivata la
richiesta dei pm di procedere con la massima urgenza, in serata loro
hanno inviato delle memorie che si opponevano all'ipotesi, ma già ieri
mattina il gip ha spazzato via ogni dubbio accogliendo la richiesta del
rito immediato.
I difensori, tra le altre cose, contestavano la scelta di procedere
in tempi brevi solo per i loro assistiti e non per gli altri indagati
della stessa vicenda. «In un processo per corruzione», spiegano, «non si
può giudicare il presunto corruttore separatamente dal presunto
corrotto».
Eppure, così sarà. Una decisione, tra l'altro, che ha bloccato
l'imminente scarcerazione prevista al termine dei tre mesi per la
custodia cautelare in carcere che, in casi del genere, raddoppia. Fuori
da questa tornata, invece, e dunque a piede libero già domenica
prossima, il funzionario Mauro Della Giovampaola e l'imprenditore Diego
Anemone.
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[09-05-2010]