La bolla!!!!!

Missan Belat ha scritto:

Che la liquidità non possa esser riassorbita non è detto; il problema è capire come...

Di solito la liquidità viene riassorbita tramite l'inflazione o l'aumento dei tassi di interesse (così le banche vedono calare la quantità di prestiti erogati perchè a tassi alti in molti preferiscono non indebitarsi).

Il problema è che le banche USA non fanno prestiti neanche adesso che i tassi sono a zero per il problema del rischio di credito, rendendo di fatto meno efficace la politica monetaria della FED (e della BCE, entrambe hanno messo molta liquidità sul mercato con la politica accomodante, ma qualcosa non va come dicono loro; nei loro intenti quella liquidità, tramite le banche, doveva finire nelle tasche di investitori e consumatori, ma non ci va; dove la piazzano le banche tutta quella liquidità ? Se sui mercati è un guaio perchè gonfiano le quotazioni senza veri fondamentali; è questo che temo).

Come si esca da questo inghippo è cosa che mi chiedo anche io e per ora non trovo risposta.

Discussione molto interessante.

PERFETTAMENTE Missan!

http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:eLoxspOPBM8J:dep.eco.uniroma1.it/~ciccaron/Docs/EGPEI%2520Lezione%25202%2520LB.pdf+aumento+liquidit%C3%A0+mercati&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgyg3MO27ii6JgZwS3gNpktR47V4OMYGCptHGSPME9J24R1Ifyp-RciSmi_EoVyOzP0eEz1Rlsaj9XtRTxoHck8f2f2JiJil9yKwY9nxoTFbVMPa00oDPBYxrFD4412LxnDMdt5&sig=AHIEtbRG1BLw9uFyceqGENL8HrqQQYukZA

Che la liquidità in eccesso venga riassorbita in una seconda fase tramite l'inflazione credo che non vi sia alcun dubbio tanto che uno dei punti di concordia generale è che il pericolo maggiore possa essere la deflazione e non bensì l'inflazione.

Uhm....proviamo a ragionare così:

fase 1 --> andiamo in deflazione

Cosa succede ? Si sgonfiano le materie prime e presumibilmente rimarrà elevata la disoccupazione ?

O possiamo fare la concatenazione contraria: rimane alta la disoccupazione, le materie prime si assestano per via del rafforzamento del dollaro e dunque permane una bassissima inflazione che scivola verso la deflazione.

L'oro calerebbe perchè gli investitori venderebbero.

Dunque a maggior ragione, anche con più oro in riserva, il suo valore calerebbe ma la massa di liquidità rimarrebbe pressochè pari.

A quel punto cosa fa la banca centrale ? Alza i tassi per far calare la massa di liquidità?

Uhm....non riesco a raccapezzarmi....

Oppure:

FASE1:
tassi bassi (pare assodato) ... POSSONO ESSERE GESTITI DALLE BANCHE CENTRALI
inflazione bassa (di conseguenza)
domanda in lieve crescita
rafforzamento del Dollaro
deprezzamento oro

FASE2:
aumento della domanda (consumi)
aumento dei tassi (SEMPRE SU DECISIONE DELLE BANCHE CENTRALI)
aumento dell'inflazione (conseguentemente)
stabilizzazione del Dollaro (equilibrio su import/export)
reincremento a prezzi più bassi delle riserve aurifere

FASE 3:
consolidamento della ripresa economica dettata dalla ripresa dei consumi (per i fattori socio-economici accennati all'inizio)
riassorbimento della liquidità (sgonfiamento bolla)

A taluni può sembrare una visione ottimistica ma è plausibile?
La chiave, secondo me, è nel determinare l'entità di questa bolla (cosa che non abbiamo la presunzione di fare noi) ... proprio quello che nessuno conosce.
In quest'anno di rialzo dei Mercati, secondo me, le grandi Banche hanno già cominciato a drenare parte di quella spazzatura costituita da derivati e prodotti finanziari di ogni sorta ...

Alè1893 ha scritto:

Oppure:

FASE1:
tassi bassi (pare assodato) ... POSSONO ESSERE GESTITI DALLE BANCHE CENTRALI
inflazione bassa (di conseguenza)
domanda in lieve crescita
rafforzamento del Dollaro
deprezzamento oro

Ok, ma in che senso possono essere gestiti dalle banche centrali ? Nel senso che iniziano a togliere le condizioni speciali di prestito bancario senza toccare i tassi, alzano il rating dei titoli che possono detenere come riserva per le banche ecc. ?
Domanda in lieve crescita...se parliamo degli USA rimane il problema che le banche non fanno prestiti e c'è molta disoccupazione

E difatti passando alla fase 2 la cosa che mi incuriosisce è: cosa determina l'aumento della domanda ? Un calo della disoccupazione è possibile solo se aumentano le previsioni di domanda. Cioè se gli americani spendono...se le banche fanno credito...

Qui mi pare ci sia qualcosa che non riesco a quadrare (perlomeno per me).

Missan Belat ha scritto:

Alè1893 ha scritto:

Oppure:

FASE1:
tassi bassi (pare assodato) ... POSSONO ESSERE GESTITI DALLE BANCHE CENTRALI
inflazione bassa (di conseguenza)
domanda in lieve crescita
rafforzamento del Dollaro
deprezzamento oro

Ok, ma in che senso possono essere gestiti dalle banche centrali ? Nel senso che iniziano a togliere le condizioni speciali di prestito bancario senza toccare i tassi, alzano il rating dei titoli che possono detenere come riserva per le banche ecc. ?
Domanda in lieve crescita...se parliamo degli USA rimane il problema che le banche non fanno prestiti e c'è molta disoccupazione

E difatti passando alla fase 2 la cosa che mi incuriosisce è: cosa determina l'aumento della domanda ? Un calo della disoccupazione è possibile solo se aumentano le previsioni di domanda. Cioè se gli americani spendono...se le banche fanno credito...

Qui mi pare ci sia qualcosa che non riesco a quadrare (perlomeno per me).

E' la Banca centrale che determina materialmente i tassi.

In Europa la BCE l'EURIBOR, in USA la FED il FED FUNDS.
Questo è il tasso in base al quale le Banche si prestano denaro tra di loro.
Ad esso la Banca applica un ulteriore tasso (SPREAD) quando presta il denaro a te e a me.
Ovviamente più basso sarà il tasso interbancario minore sarà il tasso che viene applicato a me e a te.

UNA PRECISAZIONE: come avviene attualmente almeno qui da noi, capita che, a diminuzione dell'EURIBOR venga innalzato spesso lo SPREAD, cosa che non dovrebbe accadere e per la quale sarebbero sì necessari interventi normativi di regolamentazione.
Questo rallenta la ripresa perchè ostacola la reperibilità di capitali da parte dei privati (insieme ad altri im pedimenti). In questo senso pare che la FED si debba muovere.

Alè ok, so dei tassi di riferimento

Quel che mi domandavo è che sono già ai minimi, specie in USA. Margini di manovra pochini. Al limite potrebbero far pressioni alle banche perchè sgancino il denaro a consumatori e imprenditori.

Quella degli spread è pazzesca, ne so qualcosa.

Missan Belat ha scritto:

Alè ok, so dei tassi di riferimento

Quel che mi domandavo è che sono già ai minimi, specie in USA. Margini di manovra pochini. Al limite potrebbero far pressioni alle banche perchè sgancino il denaro a consumatori e imprenditori.

Quella degli spread è pazzesca, ne so qualcosa.

E' proprio questo il punto Missan.

Io credo che stiano dando il tempo agli Istitudi di Credito di smaltire quella montagna di carta straccia stampata con la quale hanno inondato il sistema ... (le vendite allo scoperto ne sono una parte e verranno ostacolate in futuro ... io credo ... ma sia chiaro che non sto dicendo che i Mercati saliranno in eterno ... onde evitare fraintendimenti) ... a scapito del Risparmio chiaramente, purtroppo brutto a dirsi ma è così.

Come dicevo poc'anzi, a un certo punto sarà necessario imporre comportamenti da parte di suddetti Istituti di reale stimolo all'economia. Il primo passo sarà l'innalzamento dei tassi.

La FED ha già dato i primi segnali in questo senso.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2010/02/fed-alza-tasso_di_sconto.shtml?uuid=cdd4e056-1cd8-11df-b3cb-2ae1f2a090b3

La Fed alza il tasso di sconto
di un quarto di punto
Tokyo chiude in forte calo


18 febbraio 2010


La Fed ha alzato il tasso di sconto, cioè il valore con cui presta denaro alle banche per i «prestiti overnight», di un quarto di punto: passando dallo 0,50 allo 0,75%. I Fed funds (ossia il tasso ufficiale al quale il sistema scambia la propria liquidità) rimangono invece compresi nella forchetta tra zero e 0,25%. Benché annunciata, la mossa ha colto di sorpresa il mercato che non se l'aspettava così presto. Il rialzo del tasso di sconto rappresenta un ulteriore piccolo passo verso quella normalizzazione della politica monetaria che il presidente della Fed, Ben Bernake, ha più volte indicato.

La Fed nelle scorse settimane aveva aperto alla possibilità di cominciare ad alzare il tasso di sconto, dopo averlo aggressivamente abbassato (di pari passo con quello di interesse) all'inizio della crisi finanziaria, quando fu introdotto anche il Term Auction Facility, programma di aste pensato per mettere a disposizione credito straordinario in modo da far fronte alla crisi finanziaria. In tempi normali, il tasso di sconto è storicamente stato un punto percentuale sopra quello di interesse (attualmente a un range tra lo 0 e lo 0,25%, il minimo storico a cui è stato portato nel dicembre 2008). «La Fed valuterà nel tempo l'opportunità di ampliare ulteriormente lo spread tra il tasso di sconto e quello sui fed funds», ridotto nell'agosto 2007, si legge nel comunicato, dove si precisa che «non è previsto inasprimento delle condizioni finanziarie delle famiglie o delle aziende».

«Le modifiche non sono il segnale di un cambiamento delle previsioni per la politica monetaria, che rimangono quelle discusse durante la riunione di gennaio», si legge nel comunicato della Banca Centrale Usa. «Come la chiusura di altri programmi straordinari di credito decisa all'inizio del mese, i cambiamenti sono volti a un'ulteriore normalizzazione delle attività di prestito della Federal Reserve», si legge nella nota, dove si specifica che «alla luce del continuo miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari, le variazioni sono state approvate in modo unanime».

Nonostante le rassicurazioni della Fed, le reazioni alla decisione della Banca centrale americana hanno avuto un impatto netto sui mercati, con ribassi sulle principali Borse asiatiche, a partire da Tokyo che ha chiuso la seduta con un calo del 2,05% a 10.123,58 punti. Il mercato dei cambi ha reagito con un rafforzamento del dollaro e uno speculare indebolimento di petrolio e materie prime.

Riiiicapitolando

Un possibile scenario, data l'attuale scarsa efficacia della politica monetaria espansiva perchè le banche si tengono il denaro in saccoccia...potrebbe essere che le Banche Centrali inizino restringere il credito speciale offerto alle banche nella speranza che queste inizino a usarlo prestandolo in giro.

Questo pian piano attiverebbe la fase 2.

Potrebbe starci come ragionamento ! Una sorta di partenza del ciclo al rallenty, dove prima occorre far sì che la liquidità arrivi sui mercati per riattivare il ciclo virtuoso della ripresa.

Il fatto che la politica monetaria non funzioni adeguatamente e il ciclo economico non riparta potrebbe essere dovuto al fatto che il mercato si attende ancora una fase di ribasso dei prezzi dei beni durevoli e non.

In questo scenario i mercati azionari che tendono a scontare anticipatamente il ciclo economico potrebbe salire e creare la ricchezza necessaria a far ripartire poi tutto, poi da cosa nasce cosa e si fà il miracolo .

Scusate la mia semplicità ma forse nella semplicità cè........ .