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"Il generale veramente eccellente è colui che cerca la vittoria prima della battaglia: non è bravo colui che cerca il combattimento prima della vittoria. Così un esercito vittorioso è tale prima ancora di combattere, mentre un esercito destinato alla sconfitta si batte senza speranza di vittoria."

 

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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeGio 29 Apr 2010 - 10:38

http://danielebellasio.blog.ilsole24ore.com/danton/2010/04/meglio-il-default-subito-aveva-ragione-issing.html

"Meglio il default subito". Aveva ragione Issing?

E se alla fine avesse avuto ragione Otmar Issing, ex capo economista della Bundesbank e della Banca centrale europea, quando sul Sole 24 Ore dell’11 febbraio disse:

La verità è che aiutando la Grecia l'Europa entrerebbe in negoziato permanente e difficile con Atene sul futuro della sua politica economica, rendendo l'idea di Europa sempre più impopolare, specie in quegli stati membri che saranno costretti ad aumentare le tasse per pagare gli aiuti”? In sostanza: la Grecia andava fatta andare in default subito. Così la speculazione non avrebbe potuto scommettere sulla debolezza di una politica incapace di imporre riforme a Bruxelles come a Berlino come ad Atene. I mercati avrebbero subito tensioni per meno tempo e avrebbero apprezzato il rapido decisionismo di leadership consapevoli dei propri limiti legati alla ricerca del consenso. La regola dell'azzardo morale sarebbe stata rispettata e i mercati avrebbero recepito quale certa soluzione si profila per chi non rispetta le regole e non tiene in ordine i conti. Ora invece i mercati, di fronte a negoziati permanenti e a vertici o decisioni europee che affidano la loro sorte alla data delle elezioni qui e là nel Vecchio continente, iniziano a fidarsi sempre meno e nei confronti di sempre più paesi, da qui il rialzo dei tassi delle aste dei debiti pubblici e il pessimismo delle Borse. L’indecisione tra salvataggio e default ha già prodotto effetti negativi e rischia di produrne ancora. Con il default e una sorta di amministrazione controllata, i creditori della Grecia, dalle banche agli stati, avrebbero avuto la certezza di rivedere almeno una parte dei loro soldi, sebbene con un debito greco ristrutturato. Atene sarebbe stata costretta ad avviare un processo di riforme utile non solo a ripianare i debiti pregressi ma a non eccedere nei debiti futuri. La leadership greca avrebbe potuto meglio spiegare le riforme ai suoi elettori, dando “la colpa”, che poi è in realtà “un merito”, al Fondo monetario internazionale o all’Unione europea, a seconda di chi si fosse preso in carico il ruolo di giudice fallimentare che controlla il commissario straordinario greco. L'euro avrebbe dimostrato la sua forza rispettando le regole che si è dato finora. E i paesi europei singolarmente o collettivamente avrebbero poi potuto aiutare con accordi bilaterali la Grecia, magari come fosse un’area depressa dell'Europa in cui sono concesse alcune forme di aiuto di stato o di stati. Tutto ciò finora non è stato fatto. Così è facile per noi fare la storia con i se e per David Marsh, chairman di SCCO International e autore di “The Euro – The Politics of the New Global Currency”, criticare sul Financial Times lo stesso Issing riportando due sue frasi. Nel 2006 Issing aveva detto che l’unione monetaria “può funzionare e sopravvivere” anche senza una completa unione politica. Mentre oggi lo stesso Issing dice che “negli anni 90 molti economisti – e io ero tra questi – avevano avvertito che avviare l’unione monetaria senza aver stabilito un’unione politica significava mettere il carro davanti ai buoi”. Forse il problema sta tutto qui. Delle due l’una: o è forte l’unione politica che decide, e allora le ferree regole dell’unione monetaria possono diventare meno ferree senza mettere a rischio l’euro, o meglio preservare la forza dell’unione monetaria sperando che presto si rafforzi anche quella politica.
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeGio 29 Apr 2010 - 10:48

Riporto qua qualcosa su cui riflettevamo con Meow l'altra sera ... questa era la mia idea.
Probabilmente la situazione si sta evolvendo nell'altra direzione ma spero che i vincoli che saranno posti alla base di un finanziamento siano molto stretti.
La speculazione ha colto la palla al balzo e lo abbiamo visto ieri stesso con il downgrade della Spagna da parte di S&P casualmente, puntualmente comunicato durante l'asta di chiusura delle Borse Europee.

Dicevo appunto:

La causa di questa incertezza sono proprio le Banche che ovviamente fanno pressione a favore di un intervento perchè questo è nel loro interesse... altrimenti la situazione sarebbe già più chiara.

Io penso che sia economicamente ed eticamente corretto non fare favori.
Quando uno non rispetta i parametri non è sepolto di sanzioni? ... noi ne sappiamo qualcosa no?
Dunque perchè gli altri membri devono pagare per chi sgarra e pare anche falsificando i bilanci? ... oltretutto si innescherebbe un circolo vizioso molto pericoloso.
Per questo penso che i listini, in particolar modo il DAX, soffrirebbero di più un piano di finanziamento troppo neroso ... o poco redditizio se vogliamo ...

Indubbiamente un eventuale default dovuto alla non concessione degli aiuti creerebbe uno scossone ma più a livello politico che economico.

Io porto l'esempio dell'Argentina: con le dovute proporzioni, approfittando della bancarotta, gli Americani che erano fortemente esposti con le proprie Banche nel Paese se lo sono comprato.
Le Banche sono state risarcite potendosi accaparrare tutto a prezzo di saldo ... gli argentini (ne ho riscontro diretto), dopo tre anni, stavano molto ma molto meglio di prima con un rilancio di tutta l'economia. Questo potrebbe accadere con un default naturalmente "pilotato".
I Tedeschi potrebbero "investire" (... non è cmq un finanziamento a fondo perduto anche se agevolato) per la Grecia una cifra per loro forse accettabile ma se le richieste si moltiplicassero?
La Germania sarebbe l'ultima in quanto economia più solida e dovrebbe pagare per tutti?


Ovvio che per loro sia inaccettabile questo discorso!
Anche la Francia, ora che ha capito, inizia a rizzare il pelo.
Non sono convinto che un finanziamento non provocherebbe scossoni anche più pesanti sui Mercati Europei.

Per quanto riguarda il cambio Euro/Dollaro non credo incida in maniera prioritaria questa faccenda greca sul rafforzamento del Dollaro che era già evidentemente svalutato anche a causa della speculazione cinese.
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeMer 5 Mag 2010 - 15:01

Alè1893 ha scritto:
Riporto qua qualcosa su cui riflettevamo con Meow l'altra sera ... questa era la mia idea.
Probabilmente la situazione si sta evolvendo nell'altra direzione ma spero che i vincoli che saranno posti alla base di un finanziamento siano molto stretti.
La speculazione ha colto la palla al balzo e lo abbiamo visto ieri stesso con il downgrade della Spagna da parte di S&P casualmente, puntualmente comunicato durante l'asta di chiusura delle Borse Europee.

Dicevo appunto:

La causa di questa incertezza sono proprio le Banche che ovviamente fanno pressione a favore di un intervento perchè questo è nel loro interesse... altrimenti la situazione sarebbe già più chiara.

Io penso che sia economicamente ed eticamente corretto non fare favori.
Quando uno non rispetta i parametri non è sepolto di sanzioni? ... noi ne sappiamo qualcosa no?
Dunque perchè gli altri membri devono pagare per chi sgarra e pare anche falsificando i bilanci? ... oltretutto si innescherebbe un circolo vizioso molto pericoloso.
Per questo penso che i listini, in particolar modo il DAX, soffrirebbero di più un piano di finanziamento troppo neroso ... o poco redditizio se vogliamo ...

Indubbiamente un eventuale default dovuto alla non concessione degli aiuti creerebbe uno scossone ma più a livello politico che economico.

Io porto l'esempio dell'Argentina: con le dovute proporzioni, approfittando della bancarotta, gli Americani che erano fortemente esposti con le proprie Banche nel Paese se lo sono comprato.
Le Banche sono state risarcite potendosi accaparrare tutto a prezzo di saldo ... gli argentini (ne ho riscontro diretto), dopo tre anni, stavano molto ma molto meglio di prima con un rilancio di tutta l'economia. Questo potrebbe accadere con un default naturalmente "pilotato".
I Tedeschi potrebbero "investire" (... non è cmq un finanziamento a fondo perduto anche se agevolato) per la Grecia una cifra per loro forse accettabile ma se le richieste si moltiplicassero?
La Germania sarebbe l'ultima in quanto economia più solida e dovrebbe pagare per tutti?


Ovvio che per loro sia inaccettabile questo discorso!
Anche la Francia, ora che ha capito, inizia a rizzare il pelo.
Non sono convinto che un finanziamento non provocherebbe scossoni anche più pesanti sui Mercati Europei.

Per quanto riguarda il cambio Euro/Dollaro non credo incida in maniera prioritaria questa faccenda greca sul rafforzamento del Dollaro che era già evidentemente svalutato anche a causa della speculazione cinese.

Come volevasi dimostrare!!!

Mentre, per me, il ritracciamento sugli indici americani è assolutamente tecnico e nella norma, la speculazione si è accanita sui Mercati Europei.

Il livello di speculazione è tale che non credo sia stato raggiunto neanche nell'Ottobre 2008.

Molti si stanno arricchendo in questi momenti. Molti sono felici.

Ormai si gioca a carte scoperte. In ottica futura spero che questo serva almeno alla riregolamentazione dei Mercati, in particolar modo riferendomi alla inaccettabile influenza esercitata dalle Società di Rating.

Chi "analizza" deve assolutamente essere esterno, imparziale e disinteressato, onde non voler assistere ancora a questo scempio.

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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeGio 6 Mag 2010 - 11:48

http://www.ilgiornale.it/economia/draghi_anche_altri_paesi_rischiano_come_grecia_bce_sospesi_limiti_rating/economia-europa-limite-grecia-draghi-bce-rating/04-05-2010/articolo-id=442433-page=1-comments=1

martedì 04 maggio 2010

Draghi: "Anche altri Paesi rischiano come la Grecia" Bce: sospesi limiti rating


L'allarme del governatore di Bankitalia: Senza aggiustamenti altri paesi corrono rischi". Intanto la Bce ha deciso di sospendere la soglia minima di rating per i titoli del debito greco garantiti o emessi

Roma - Oltre alla Grecia "ci sono altri paesi nel mondo che, senza misure di aggiustamento precauzionale, sono esposti a un simile rischio". È quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in un intervento alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in qualità di presidente del Financial Stability Board. Riformare il Patto di stabilità e rafforzare il governo economico dell’Unione. Il governatore si è soffermato sul tema delle riforme del settore finanziario, prerequisito per una crescita economica sostenibile. "La lezione della crisi - ha affermato il governatore - è che occorre rivedere il concetto del Patto di stabilità e crescita e rafforzare il governo economico dell’Unione". Finora, ha evidenziato il numero uno di Via Nazionale, il Patto di stabilità "è consistito in un meccanismo di osservazione dei bilanci pubblici". Ora, «è necessario renderlo più incisivo ed estenderlo all’area delle riforme strutturali perchè la mancanza di tali riforme è il motivo alla base della mancata crescita di alcuni Paesi".

Grecia, Bce: sospesi limiti del rating La Bce ha deciso di sospendere la soglia minima di rating per i titoli del debito greco garantiti o emessi dal governo di Atene. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di sospendere l’applicazione della soglia minima di rating quale requisito di idoneità per il collaterale nelle operazioni di credito nell’Eurosistema nel caso di strumenti emessi o garantiti dal Governo greco. Intanto il premier greco George Papandreou ha telefonato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per ringraziarlo ricordando che l’Italia è stata la prima in Europa a sostenere un intervento in favore della Grecia.

Sospesi i limiti di rating La sospensione sarà in vigore fino a nuova comunicazione. La decisione della Bce giunge all’indomani dell’accordo sul pacchetto di aiuti Ue-Fmi da 110 miliardi di euro alla Grecia e rappresenta una ulteriore forma di sostegno al governo di Atene, tenuto conto che la scorsa settimana Standard & Poor’s ha declassato il rating sovrano a junk (spazzatura). Per i titoli greci, infatti, c’era il rischio di non soddisfare più i requisiti per il collaterale richiesti dalla Bce a fronte dei prestiti, nel caso di un taglio del rating su Atene a junk anche da parte di Fitch e Moody’s. Attualmente, la Bce accetta bond con rating BBB-, mentre prima dello scoppio della crisi il livello di merito minimo richiesto era A-.

L'ok di Berlino agli aiuti Il governo della Germania ha approvato il progetto per stanziare il contributo tedesco agli aiuti europei a favore della Grecia. Berlino è chiamata a fornire la parte più consistente dei fondi che l’Unione monetaria stanzierà a favore della Grecia, assieme al Fondo monetario internazionale. Ora il progetto dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento tedesco. In precedenza il governo aveva riferito di contare su un via libera per il 7 maggio, ben prima quindi del 19 maggio, scadenza critica per Atene in cui giungono a maturazione bond da 9 miliardi di euro.

Bini Smaghi: "In gioco la coesione dell'Ue" All’origine della crisi greca non c’è stato solo un problema di bilancio, ma una questione politica fondamentale, che molti hanno sottostimato. Secondo il componente del direttorio della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, "se le difficoltà di bilancio della Grecia fossero state prodotte da un evento esogeno, come un terremoto, la crisi si sarebbe risolta rapidamente". Bini Smaghi ha ricordato che la Commissione ue dispone risorse finanziarie ingenti per far fronte ad eventi "fuori dal controllo degli Stati Membri". Anche "gli altri Paesi membri non avrebbero fatto mancare la loro solidarietà. La crisi greca è nata invece da una grave violazione dei principi sottostanti alla costruzione politica europea. Il precedente governo greco aveva infatti più che raddoppiato il deficit pubblico, dal 6% del pil a oltre il 13%, senza dichiararlo, nel 2009 - un anno elettorale. In altre parole la, seppur debole, sorveglianza europea sui bilanci pubblici dei Paesi membri è stata elusa dalla Grecia a fini elettorali interni" "Ci si può chiedere in quale Paese un tale evento non avrebbe innescato una crisi politica di dimensioni paragonabili a quella che è stata vissuta nell’Unione", ha continuato Bini Smaghi che non si meraviglia della reazione di molti cittadini dell’area euro e dell’esitazione di alcuni governi a dare il loro accordo. "In gioco non era solo la coesione economica e finanziaria dell’ Unione, ma soprattutto quella politica".

Frattini: costi saliti per i dubbi della Germania L’indecisione della Germania sulla risposta da dare alla crisi del debito greco ha fatto lievitare i costi del salvataggio che da poco meno di 50 miliardi sono saliti a 110, secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Abbiamo rispettato la prudenza e i dubbi della Germania, le abbiamo dato il tempo per riflettere ma intanto i danni sono aumentati. Gli speculatori internazionali hanno lavorato e reso la situazione insostenibile costringendo il governo greco a misure meritevoli ma gravose per la popolazione", ha detto Frattini in un intervento alla Camera dopo che ieri l’Eurogruppo ha concordato il pacchetto di aiuti ad Atene. "Abbiamo la prova che più tardi si interviene peggio è. Abbiamo deciso per 110 miliardi di euro, mentre soltanto 10 giorni fa si parlava di 50 miliardi".


... lasciamo perdere la perla finale di Frattini! La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_rolleyes
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeMer 2 Giu 2010 - 15:41

Bankitalia: scende valore derivati

Bilancio negativo resta stabile a 1 miliardo

(ANSA) - ROMA, 2 GIU - Scende ancora a marzo 2010 il valore nozionale dei contratti derivati siglati dalle amministrazioni locali. Lo sostiene la Banca d'Italia. Secondo i dati riportati nella relazione annuale, i valori sono scesi a 21,8 miliardi di euro contro i 26,1 di fine 2008 in conseguenza del divieto di stipulare nuovi contratti disposto a giugno 2008 e della chiusura anticipata di alcuni contratti in essere. Stabile a 1 miliardo il valore di mercato negativo per gli enti.

02 Giu 14:26
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeLun 7 Giu 2010 - 14:32

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-06-06/litalia-chiede-spazio-nuovo-080700.shtml?uuid=AYrgePwB

«L'Italia chiede spazio nel nuovo Iasb»


di Antonio Quaglio

Il nuovo "zar degli Ias" non potrà che essere «una personalità che possa vantare una significativa esperienza nell'ambito dei grandi organismi internazionali». È bene che il futuro presidente dell'International accounting standard board (Iasb) sia «un europeista» e la presenza italiana nella stanza dei bottoni dei principi contabili internazionali resta infine «una questione rilevante». Lo dice, in una conversazione con Il Sole-24 Ore, Angelo Casò, commercialista milanese (è tra l'altro presidente del patto di sindacato Mediobanca), presidente del Consiglio di gestione dell'Organismo italiano di contabilità: la cabina di regia nazionale - e di raccordo internazionale - per lo sviluppo teorico e operativo degli standard di bilancio. Casò ha appena tenuto le sue "considerazioni finali" all'assemblea annuale dell'Oic e ha rinnovato l'appello italiano per un ordinato progresso della «convergenza globale» degli Ias-Ifrs, in chiave di exit strategy dalla crisi finanziaria.
Dottor Casò, lo Iasb a Londra e il Fasb negli Stati Uniti sono tuttora in disaccordo sul trattamento di voci-chiave nei bilanci, come ad esempio gli strumenti finanziari e avviamenti. Come procede la convergenza degli standard?
Lo standard sugli strumenti finanziari è effettivamente il dossier più delicato sul tavolo dei due Board ai fini del processo di convergenza. E le recenti decisioni di Iasb e Fasb confermano che il rischio che ci si possa trovare di fronte a due impostazioni differenti sugli strumenti finanziari è elevato, contrariamente a quanto auspicato dal G-20. Anche se il mancato endorsement della prima parte della revisione dello Ias 39 da parte della Commissione Ue è stato giustificato con il rinnovo in corso della stessa Commissione, il dibattito successivo ha evidenziato che, se non esistono divergenze sulla rilevanza del fair value, esistono differenze notevoli sul suo utilizzo. Fino a qualche anno fa, tuttavia, il processo di convergenza rappresentava un anello indispensabile per la costituzione di un unico standard setter mondiale.

La convergenza globale tra principi contabili è ancora un obiettivo obbligato?
Oggi forse, non è più così: quando la Cina, l'India, il Canada e il Giappone adotteranno i principi contabili internazionali, le imprese quotate su mercati regolamenti che adottano gli Ifrs rappresenteranno piu del 50% del livello di capitalizzazione globale. Secondo le ultime statistiche il peso del mercato borsistico americano è sceso negli ultimi anni dal 45% a poco piu del 30%. L'obiettivo della convergenza resta in ogni caso fondamentale, ma non e condivisibile l'approccio della realizzabilità ad ogni costo e a scapito della qualità dei principi contabili.
La dottrina del fair value resta al centro del dibattito, mentre i mercati restano volatili. Il primato del «valore di mercato» sul piano contabile è in discussione...
I principi contabili in uso non costituiscono il frutto di scelte "ideologiche" dello Iasb, bensi la risposta, più o meno efficace, alle esigenze manifestate nel corso degli anni dagli investitori, principali destinatari informativi dei bilanci redatti secondo gli Ifrs. E c'è un consenso ormai pressocché unanime sul fatto che le regole contabili - e in particolare il criterio del fair value - abbiano giocato un ruolo marginale nello sviluppo della crisi dei mercati. Tuttavia, alcune correzioni sembrano opportune e in particolare quelle relative alle modalità di determinazione delle perdite di valore delle attività finanziarie.
Lo Iasb ha aperto la selezione delle candidature per la successione di sir David Tweedie. Quale profilo deve presentare il futuro presidente del Board?
Già alla fine del 2009 i trustees della Iasc Foundation, hanno lanciato su base mondiale la ricerca e la selezione di candidature per la successione di sir Tweedie, il cui mandato termina il 30 giugno 2011. Il processo di selezione dovrebbe concludersi entro il 2010 per permettere una transizione ben gestita. Il ruolo di presidente comporta la direzione e il coordinamento delle attività tecnico-contabili e l'assunzione di responsabilità manageriali. Ma una cosa è certa: al nuovo leader dello Iasb toccherà l'arduo compito di gestire anche le pressioni, spesso politiche, che da più parti confluiscono sullo Iasb. In questo delicato ruolo non potrà che essere designata una personalità che possa vantare una significativa esperienza nell'ambito di organismi internazionali. Tenuto conto che lo Iasb dovrà operare in termini sempre piu evidenti di tutela dell'interesse pubblico, i requisiti professionali dovranno tenere presente anche questo aspetto. E se è comunque destinato a continuare il confronto sulla convergenza tra gli Usa come patria dei Gaap e l'Europa come utilizzatore degli Ias-Ifrs, è auspicabile che la scelta cada su un europeista.
La "governance" dello Iasb è imperniata sulla Iasc Foundation: è adeguata al ruolo e alla strategia di un organismo ormai equiparabile a un'authority internazionale?
Già lo scorso febbraio i trustees della Iasc Foundation, hanno annunciato il progetto di potenziamento della propria struttura di governance, aderendo allo statuto che chiede il riesame della costituzione ogni cinque anni. Siamo quindi in attesa di ulteriori cambiamenti mirati ad una maggiore e più efficace public accountability dello Iasb verso tutti i propri stakeholders. Il dibattito attorno alla crisi ha avuto comunque tra i suoi effetti anche la rimessa in discussione dello Iasb e della sua governance. Già a fine 2009 la costituzione del Monitoring Board è stata una risposta all'esigenza che il Board sia più accountable verso le autorità pubbliche e la nuova struttura ha anche una funzione di tutela generale dell'interesse pubblico. La piena indipendenza del Board non sembra minacciata, anzi: alcuni ancora oggi ritengono che la supervisione delle autorita pubbliche sullo Iasb andrebbe ulteriormente rafforzata.
Nella Iasc Foundation l'Italia è oggi rappresentata e in passato ha espresso anche il presidente. Nessun italiano è invece presente, al momento, nel Board: quali sono le prospettive su questo versante?
È un aspetto di grande rilevanza. L'Italia è oggi rappresentata con un illustre componente, il professor Luigi Spaventa, fra i trustee della Iasc Foundation. L'Oic è d'altronde presente in numerosi organismi che affiancano lo Iasb: primi fra tutti l'Ifrs advisory council - organo consultivo a supporto dello Iasb nella definizione dei progetti da inserire in agenda - e l'International Financial Reporting Interpretations Committee (Ifric) che emette interpretazioni in situazioni di divergenti prassi contabili internazionale. L'Oic è pienamente consapevole della rilevanza che la partecipazione di un membro italiano al board dello Iasb riveste per l'interesse del paese, delle autorità nazionali coinvolte nella materia e dei nostri stakeholders: dalle banche, alle imprese emittenti, alle authority, ai professionisti della revisione.
Sono già state avviate iniziative?
Dell'argomento si è discusso con i trustee della Iasc Foundation e l'Oic ha posto la questione ai rappresentanti dello Iasb. Ogni possibile canale di comunicazione con il Board è stato aperto e l'ulteriore rafforzamento della presenza italiana negli organismi contabili internazionali rimane il nostro principale obiettivo strategico. Peraltro, dovremmo iniziare a ragionare in ottica europea e non solo in ottica nazionale.
Vuol dire che anche nello Iasb è l'Unione europea a dover alzare il suo profilo?
In base alla nuova costituzione, il Board sarà composto da 16 membri: 4 nord americani, 4 europei, 4 membri appartenenti alla zona Asia/Oceania, un africano, un sudamericano e due membri che possono provenire da qualsiasi parte del mondo. In questa nuova organizzazione credo sia necessario che l'Ue, attraverso l'Efrag, raccolga le diverse posizioni degli stati membri e cerchi di trovare, di volta in volta, una soluzione condivisa o almeno maggioritaria. In questo modo si eviterebbe di discutere eccessivamente sulla nazionalità dei membri europei del Board ed al contempo l'Ue potrà far sentire in modo chiaro ed univoco la propria voce all'interno del Board. Mi rendo conto che non sarà facile raggiungere tale obiettivo, ma ritengo che valga la pena provare a percorrere questa strada. In tale contesto, comunque, andrà gestita l'ipotesi di una presenza italiana nel Board.

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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeLun 7 Giu 2010 - 16:16

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/22/Economia%20e%20Lavoro/1_G.shtml?uuid=4b5845dc-6567-11df-87da-3032239fa3f5&DocRulesView=Libero

Finanza Usa, meglio troppe regole che nessuna?

di Marco Onado

22 maggio 2010

Con l'approvazione del Senato americano, la riforma del sistema finanziario fa un passo avanti importante ed è dunque giustificata la soddisfazione dell'amninistrazione Obama per questo successo politico. È ancora troppo presto però per capire se è stato raggiunto l'obiettivo fondamentale che ci si proponeva, cioè quello di rendere il sistema finanziario più stabile e comunque tale da non richiedere i salvataggi generalizzati a spese del contribuente cui abbiamo assistito negli ultimi due anni.

Il testo del Senato differisce infatti da quello già approvato dalla Camera a dicembre in molti particolari e le due versioni dovranno essere unificate da una mediazione politica delicata. Alcuni punti del testo del Senato dovrebbero essere confermati: fra questi, l'obbligo per i derivati di utilizzare mercati regolamentati o comunque una controparte centrale, in modo da gestire meglio una fonte importante dei rischi di carattere sistemico, drammaticamente messi in evidenza dal caso Lehman.

Lo stesso può dirsi per un altro punto molto controverso, cioè la cosiddetta "Volcker rule" sull'attività di trading in proprio delle banche. Il testo del Senato opta per una separazione societaria, con l'obiettivo di evitare che queste operazioni particolarmente rischiose vengano finanziate con la raccolta ordinaria e con il privilegio di poter accedere al credito della banca centrale. Una soluzione certo non semplice e non decisiva, ma assai meno pericolosa di quella ancora più drastica del divieto puro e semplice che sarebbe risultata impossibile da applicare e forse controproducente.

La legge riguarda moltissimi altri aspetti; anzi, sotto un certo profilo è fin troppo ambiziosa, perché copre temi che vanno dalle agenzie di rating all'educazione finanziaria, passando per le commissioni sulle carte di credito. In questa ambizione universalistica, il rischio di eccessi è sempre dietro l'angolo. Ne è una prova la creazione di ben due nuove autorità di controllo: una per la supervisione sul rischio sistemico e l'altra per la protezione dei risparmiatori, di cui non si sentiva il bisogno, soprattutto in un'architettura di regolamentazione barocca come quella americana, in cui le divisioni di competenza hanno sempre avuto un peso nel ritardare la percezione dei problemi più gravi.

Nel complesso, il testo del Senato non sembra aver ceduto alle pressioni populiste degli ultimi tempi, provate dal fatto che due senatori democratici hanno votato contro perché hanno ritenuto la riforma troppo blanda. Un particolare significativo: è stato respinto l'emendamento che intendeva vietare le vendite allo scoperto "nude" di Cds, come ha appena fatto, sia pure temporaneamente, la Germania.

La reazione delle banche secondo cui il nuovo assetto del mercato dei derivati comporterebbe una riduzione dei volumi di attività e dei profitti finali può essere tranquillamente ribaltata. Come ha detto Adair Turner, presidente dalla Fsa britannica, qual è l'utilità sociale di avere 600mila miliardi di dollari di derivati, pari a 12 volte il Pil mondiale? Può causare un danno all'economia un ridimensionamento di questa immensa montagna? E comunque, come è possibile continuare a lasciare che il rischio di controparte che ne deriva sia gestito in modo totalmente opaco e pericoloso per il sistema nel suo complesso all'interno di un numero ristretto di grandi banche? E infine, poiché i nuovi accordi di Basilea prevedono un sostanziale risparmio di capitale per i derivati non trattati su mercati over-the-counter, non è forse vero che in questo modo le banche possono compensare effetti restrittivi per il credito alle imprese?

Lo stesso vale per le preoccupazioni sui profitti bancari: il termine di riferimento non può essere quello degli anni della crisi, poiché quei profitti erano l'effetto di un'autentica bolla che ha nascosto il vero grado di rischio delle banche, costringendo poi ad effettuare salvataggi a catena. In ogni caso, gli effetti più importanti e generalizzati sulla redditività bancaria non verranno dalle norme Usa, ma da quelle allo studio a Basilea e non dovrebbero essere drammatici. Uno studio di Ubs stima una redditività del capitale post-regole del 10-12% contro una media del 15-16% del ciclo (dopato) precedente.

Il vero problema è capire come la riforma americana si coordinerà con gli altri progetti allo studio: quello di Basilea e quelli annunciati nei principali paesi. Il nuovo governo britannico ha avviato il dibattito sull'opportunità di separare l'attività bancaria da quella in titoli, apparentemente in modo più drastico di quanto fatto oltre Atlantico, e pensa di introdurre una tassa sulle attività delle banche. Il Fondo monetario rilancia proponendo non una, ma due imposte sulle banche. L'Europa naviga anche su questo fronte a vista, continuando a coltivare l'illusione che il problema fondamentale sia regolare gli hedge funds. Sembra che entro giugno il presidente Obama potrà firmare il testo definitivo della nuova legge bancaria. Mancano all'appello tutti gli altri paesi e il coordinamento internazionale negli ultimi tempi si sta rivelando purtroppo sempre più debole. C'è solo da sperare che il voto del Senato sia un segnale adeguato.
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeVen 18 Giu 2010 - 20:58

Ciao ragazzi.Ecco un articolo interessante. Non so se è postato
nella sezione più giusta...al limite lo spostiamo...Questo breve trafiletto descrive a mio avviso in maniera perfetta come sarà l'evoluzione dei mercati nei prossimi 10-15 anni. Solo il
tempo ci dirà se questo analista ( Che la pensa come me per il lungo
periodo ) avrà ragione o torto...

Ciao
Nicola

E’ ancora un
bear market secolare

18/06/2010


A nostro avviso il

mercato azionario è inserito in un downtrend di lungo periodo,
partito
all’inizio del 2000 e tuttora in essere.

Il collasso delle
dot-com di
inizio decennio ha indotto una bolla nel settore immobiliare che a sua
volta è scoppiata nel 2007, lasciando gli Stati Uniti e il mondo
intero
in un mare di debito, eccesso di capacità produttiva e mercati
sopravvalutati.

Lo smantellamento del debito e i
suoi contraccolpi
sull’economia avranno ancora riflessi negativi per il mercato azionario.

L’attuale

crisi del debito non può essere risolta soltanto con i proclami delle
autorità ufficiali. La prima fase della crisi ha riguardato il
trasferimento del debito da entità private (banche) agli stati sovrani,
mediante massicci stimoli monetarie e fiscali, che hanno indotto una
ripresa economica che comunque è stata inferiore agli standard.


Il
problema emerso con Dubai ha dato il via alla seconda fase della
crisi
,
con il trasferimento del debito dagli stati meno forti a quelli
più
forti.


Il problema è che il debito non viene
ridotto, ma è sempre lì,
passando continuamente di mano.


Ad un certo punto anche
gli stati con le
finanze in miglior stato termineranno le munizioni, ben prima che la

crisi si possa risolvere.


L’unica soluzione al problema è
uno
smantellamento del debito a livello globale:
un processo che non può

essere posto in essere con la bacchetta magica. Occorreranno diversi
anni e ciò produrrà una crescita stagnante, diverse recessioni
accompagnate da crisi finanziarie.


Non sarà sufficiente
l’austerità
promosse dalle nazioni europee più deboli. La Grecia dovrà sostenere
altri tagli al bilancio, non potendo contare su una politica monetaria e
del cambio autonoma. La Spagna ha varato un pacchetto fiscale da 18
miliardi di dollari e l’Italia da 15 miliardi, mentre il Regno Unito ha
annunciato severi tagli alla sanità e alla spesa pubblica. Il proposito
della Germania di andare in soccorso ai paesi del sud Europa ha
rischiato di far deragliare la coalizione di governo. La Francia ha
proposito un aumento dell’età pensionabile, scatenando le proteste dei
cittadini.

Tutto ciò produrrà un sensibile rallentamento
economico,
con contraccolpi per il resto del mondo.
Questo nel momento in
cui la
ripresa negli Stati Uniti appare tuttora fragile, mentre in Cina si
cerca di contenere un boom del settore immobiliare.


Il mondo
intero è
minacciato da una “sindrome del Giappone”, dove da vent’anni si vive
in
deflazione nonostante ripetuti stimoli monetari e fiscali.


E
dire che il
Giappone perlomeno aveva la possibilità di operare in un contesto
globale che risultava più florido e stimolante di quello attuale...
Torna in alto Andare in basso
pesc62e
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeVen 18 Giu 2010 - 22:55

vergot ha scritto:
Ciao ragazzi.Ecco un articolo interessante. Non so se è postato
nella sezione più giusta...al limite lo spostiamo...Questo breve trafiletto descrive a mio avviso in maniera perfetta come sarà l'evoluzione dei mercati nei prossimi 10-15 anni. Solo il
tempo ci dirà se questo analista ( Che la pensa come me per il lungo
periodo ) avrà ragione o torto...

Ciao
Nicola

E’ ancora un
bear market secolare

18/06/2010


A nostro avviso il

mercato azionario è inserito in un downtrend di lungo periodo,
partito
all’inizio del 2000 e tuttora in essere.

Il collasso delle
dot-com di
inizio decennio ha indotto una bolla nel settore immobiliare che a sua
volta è scoppiata nel 2007, lasciando gli Stati Uniti e il mondo
intero
in un mare di debito, eccesso di capacità produttiva e mercati
sopravvalutati.

Lo smantellamento del debito e i
suoi contraccolpi
sull’economia avranno ancora riflessi negativi per il mercato azionario.

L’attuale

crisi del debito non può essere risolta soltanto con i proclami delle
autorità ufficiali. La prima fase della crisi ha riguardato il
trasferimento del debito da entità private (banche) agli stati sovrani,
mediante massicci stimoli monetarie e fiscali, che hanno indotto una
ripresa economica che comunque è stata inferiore agli standard.


Il
problema emerso con Dubai ha dato il via alla seconda fase della
crisi
,
con il trasferimento del debito dagli stati meno forti a quelli
più
forti.


Il problema è che il debito non viene
ridotto, ma è sempre lì,
passando continuamente di mano.


Ad un certo punto anche
gli stati con le
finanze in miglior stato termineranno le munizioni, ben prima che la

crisi si possa risolvere.


L’unica soluzione al problema è
uno
smantellamento del debito a livello globale:
un processo che non può

essere posto in essere con la bacchetta magica. Occorreranno diversi
anni e ciò produrrà una crescita stagnante, diverse recessioni
accompagnate da crisi finanziarie.


Non sarà sufficiente
l’austerità
promosse dalle nazioni europee più deboli. La Grecia dovrà sostenere
altri tagli al bilancio, non potendo contare su una politica monetaria e
del cambio autonoma. La Spagna ha varato un pacchetto fiscale da 18
miliardi di dollari e l’Italia da 15 miliardi, mentre il Regno Unito ha
annunciato severi tagli alla sanità e alla spesa pubblica. Il proposito
della Germania di andare in soccorso ai paesi del sud Europa ha
rischiato di far deragliare la coalizione di governo. La Francia ha
proposito un aumento dell’età pensionabile, scatenando le proteste dei
cittadini.

Tutto ciò produrrà un sensibile rallentamento
economico,
con contraccolpi per il resto del mondo.
Questo nel momento in
cui la
ripresa negli Stati Uniti appare tuttora fragile, mentre in Cina si
cerca di contenere un boom del settore immobiliare.


Il mondo
intero è
minacciato da una “sindrome del Giappone”, dove da vent’anni si vive
in
deflazione nonostante ripetuti stimoli monetari e fiscali.


E
dire che il
Giappone perlomeno aveva la possibilità di operare in un contesto
globale che risultava più florido e stimolante di quello attuale...

ciao nicola...penso che possa essere vero, anche se delinerare scenari a così lungo termine forse è un azzardo...chi parla di deflazione chi di iperinflazione..comunque quello che a me interessa sono cicli più brevi direi quadriennali partito dal 2008..credo che inizieremo a fare un po' di chiarezza solo alla rottura definitiva down o up della broadening....il mio long in ottica di lungo non valuta cicli così lunghi...fra 10 15 anni non so neanche dove sarò e se sarò, preferisco continuare a seguire rsi e prezzo che probabilisticamente in ottica di lungo dicono ai miei occhi ancora long o comunque non ancora down.....un abbraccio....
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitimeSab 19 Giu 2010 - 12:21

Concordo Delfna anche per me un orizzonte temporale di 10/15 anni è decisamente troppo, in un lasso di tempo così ampio potrebbe succedere di tutto anche a livello geopolitico oltre che economico, e la storia recente ce lo insegna.
Ci tengo a precisare che non nego tutto il ragionamento sul debito, per uscire dalle crisi spessissimo si è ricorsi al debito e bisogna farci i conti, ma per fare una previsione a 15 anni si rischia di cristalizzare la situazione a oggi e non considerare tutte le variabili, anche perchè alcune imprevedibili, che in quel periodo potrebbero presentarsi, quindi per come la vedo io potrebbe essere vero tutto e il contrario di tutto, per questo io preferisco operare solo nel breve e non guardare più in là di un paio di sedute, solo in questo modo io riesco a seguire i mercati in maniera fredda.

Ovviamente i miei sono solo pensieri in libertà.
Buon fine settimana.
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MessaggioTitolo: Re: La bolla!!!!!   La bolla!!!!! - Pagina 5 Icon_minitime

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